Un jet militare russo Su-30 si è alzato in volo per intercettare un drone da ricognizione americano sul Mar Nero che si avvicinava al confine russo. Lo ha reso noto il Centro nazionale per il controllo della Difesa russo, citato dall’agenzia Ria Novosti. Secondo l’agenzia, le strutture di controllo dello spazio aereo hanno rilevato un obiettivo aereo in avvicinamento al confine russo sul mare e di conseguenza “è stato portato in volo un caccia”. L’equipaggio del jet ha identificato il drone come un MQ-9A ‘Reaper’ dell’aviazione degli Stati Uniti che, una volta avvicinato dall’aereo di Mosca, “ha fatto una inversione a U allontanandosi dal confine della Federazione Russa”, aggiunge il Centro di controllo.

È solo uno degli ultimi episodi che coinvolgono il Mar Nero, da settimane teatro di attacchi. Le forze armate ucraine stanno avanzando verso sud, dove ora si avvicinano a una seconda linea fortificata delle truppe di Mosca, che si ritiene sia più debole rispetto alla prima. Lo scrive il think-tank Istituto per lo Studio della Guerra (Isw), confermando che il fronte del sud è sempre più caldo. Oltre al conflitto di terra, c’è l’appendice del Mar Nero. Solo cinque giorni fa, Mosca ha rivendicato di aver distrutto una nave da ricognizione e un altro natante dell’esercito ucraino. Mentre è sempre di oggi, domenica 27 agosto, la notizia che l’esercito russo ha schierato nel Mar Nero una nave lanciamissili equipaggiata con otto missili da crociera Kalibr, secondo quanto segnalato dal canale Telegram della Marina militare ucraina citata anche da Ukrinform. Kiev ha segnalato la presenza di otto navi russe nel Mar nero e di una nel Mar di Azov. Lungo il fronte meridionale i partner della Nato avevano consigliato a Kiev di concentrare i suoi sforzi offensivi.

I russi, da parte loro, starebbero ridispiegando ai lati del fronte unità di élite trasferite da Kreminna, nel Donetsk, e da Robotyne, più a ovest in Zaporizhzhia, sguarnendo altri punti del fronte.
L’esercito di Mosca continua a premere ad est, in parte per allargare il territorio-cuscinetto da loro controllato, in parte forse per creare un diversivo rispetto al fronte sud. Kiev rivendica di aver contenuto gli attacchi nemici su Lyman, Bakhmut e Avdiivka, nel Donetsk, denunciando che i russi “hanno bombardato pesantemente le aree popolate lungo l’intera linea del fronte”. Fra le direttrici di Lyman e quella di Kupyansk, nella regione di Kharkiv, i russi hanno dislocato al momento rispettivamente 48 mila e 45 mila soldati, concentrando ben 110 mila uomini sulle aree ‘calde’ del fronte orientale.

Il Mar Nero è diventato terreno di battaglia in particolare dopo la sospensione dell’accordo sul grano. E proprio oggi il governo ucraino ha reso noto che una seconda nave mercantile bloccata nel porto di Odessa è partita attraverso un corridoio temporaneo istituito dopo il fallimento dell’accordo. “La nave portarinfuse battente bandiera liberiana Primus di un operatore di Singapore ha lasciato il porto di Odessa e sta navigando attraverso il corridoio temporaneo stabilito per le navi civili“, ha detto il ministero della ricostruzione. Una notizia rilanciata anche dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky: una “seconda nave ha raggiunto le acque rumene dopo aver attraversato con successo il nostro corridoio temporaneo del Mar Nero. Era bloccata dal febbraio 2022, carico di acciaio per i consumatori africani”, ha scritto su X. “Ringrazio tutti coloro che hanno reso tutto ciò possibile, i nostri lavoratori portuali, i nostri soldati e tutti coloro che difendono la libertà”, ha aggiunto Zelensky.

Foto d’archivio

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