C’è un “clima di morte e di deserto”. Don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano in prima linea contro il degrado, lo aveva detto già due giorni fa” oggi nessuno vuole parlare, per paura”. E morte, paura e deserto sono diventa assenza alla messa della domenica dopo la shock per la storia delle cuginette violentate dal branco, di cui fanno parte anche figli di trafficanti. Ebbene, come racconta Il Mattino, alla cerimonia religiosa delle 12 c’erano dodici persone. Questo perché gli abitanti del parco Verde, tranne in pochissimi casi, se ne stanno chiusi in casa lontani dal clamore che la vicenda ha assunto e anche perché si percepisce o è stata impartita una consegna del silenzio, dove le uniche parole sono contro le famiglie delle due ragazzine che non hanno saputo sorvegliare le figlie. Famiglie che temono ritorsioni o peggio.
“A 70 anni certe cose ancora mi stupiscono – dice il sacerdote al cronista – Se non fosse per quest’uomo (indicando la foto del capitano Antonio Cavallo, alla guida del locale comando dei carabinieri) qui non avremmo più speranze”. E non nasconde il timore per la sua sicurezza e quella per la scorta. Il prete molte volte minacciato (anche con una bomba carta), ma mai intimidito, da anni si batte con la criminalità organizzata ed è stato in prima linea nella battaglia per portare all’attenzione di tutti il dramma della Terra dei fuochi.
Martedì alle 18 si terrà una manifestazione indetta dai comitati cittadini, al Parco Verde, per mostrare sostegno e solidarietà alle vittime dello stupro di Caivano. L’appuntamento è alle ore 18 presso la parrocchia di San Paolo Apostolo, guidata da don Maurizio Patriciello. Quindi in corteo fino al capannone dove sarebbero avvenuti i i fatti. “Il Parco Verde di Caivano è tristemente noto per efferati fatti di cronaca, ma quanto accaduto va oltre ogni immaginazione e – dice il deputato dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli – i colpevoli di queste violenze devono pagare fino all’ultimo per quanto commesso. Hanno distrutto la vita di due giovanissime ragazze. Per questi criminali non ci sia alcuna attenuante. In un momento così difficile bisogna mostrare piena solidarietà alle vittime, per questo sarò presente alla manifestazione di martedì 29 agosto, alle ore 18, voluta dai comitati cittadini”.
Intanto le istituzioni, che secondo il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi non possono essere considerate responsabili di quanto avvenuto, faranno la loro prima apparizione con la presidente della Commissione parlamentare antimafia, Chiara Colosimo, nei prossimi giorni sarà in visita al parco Verde di Caivano. “A coloro che hanno responsabilità di governo, voglio far vedere come qui si è costretti a vivere – ha detto don Maurizio – a loro chiediamo un aiuto. Nel nostro Paese si trovano soldi per far fronte alle emergenze. Il Parco Verde è un’emergenza; qui la gente vuole solo la normalità. E non mi sembra una pretesa assurda”. Il parroco accoglie molto positivamente l’idea del vescovo di Aversa, Angelo Spinillo, di voler proporre al Papa una tappa al Parco Verde in una eventuale futura visita in Campania: “Una visita del Santo Padre sicuramente servirà a scuotere le coscienze. Noi al momento ci sentiamo come naufraghi in mezzo ad un mare che è in tempesta”.
Sul fronte delle indagini le procure che indagano non fanno trapelare nulla. Inchiesta delicatissima soprattutto per le due vittime minorenni che ora si trovano in una casa famiglia, allontanate dalle famiglie. Gli indagati sono tutti a piede libero e si attende l’esito degli accertamenti sui telefoni sequestrati. Sul fronte legale all’Ansa la penalista Clara Niola, legale di una delle due famiglie delle bimbe ricorda come Rivivere il dolore e la paura del trauma a causa della pressione mediatica potrebbe compromettere nelle vittime la corretta rievocazione dei fatti vissuti come effetto della “vittimizzazione secondaria”. “Pertanto, se consideriamo il possibile trauma che un minore, quale soggetto vulnerabile, ha subìto – dice ancora Clara Niola – se consideriamo le continue divulgazioni di notizie, il rischio di vittimizzazione secondaria è veramente forte. Ovviamente l’esercizio del diritto di cronaca non va leso come anche il lavoro di tutte le Istituzioni sociali a vario titolo coinvolte in questa vicenda stanno svolgendo”.