A 48 ore dall’invito, a dire il vero, più un appello drammatico di don Maurizio Patriciello, Giorgia Meloni ha fatto sapere che andrà a Caivano, dove la scorsa settimana è emersa la storia di due cuginette stuprate per mesi da un branco di ragazzini ora indagati. La presidente del Consiglio ha quindi accolto l’invito che le ha rivolto il parroco da sempre in prima linea contro degrado e camorra e che ha denunciato un clima di “paura e morte”. Un deserto che ha visto la presenza messa di solo 12 fedeli nella chiesa alla messa della domenica.
“Obiettivo del governo è bonificare l’area – le sue parole secondo quanto riporta l’Adnkronos -: per la criminalità non esistono zone franche. Intendo accogliere l’invito di don Patriciello a recarmi sul posto, la mia non sarà una semplice visita, offriremo sicurezza alla popolazione. Il centro sportivo deve essere ripristinato – ha detto ancora la presidente del Consiglio nel corso della riunione – e reso funzionante il prima possibile”. “Stamattina ho scritto alla premier Giorgia Meloni invitandola qui da noi – aveva raccontato il sacerdote due giorni fa – Siamo pronti ad accoglierla non bisogna lasciare soli i bambini di questo quartiere“. Oggi il sacerdote risponde così a chi gli chiede un commento: “Ringrazio Dio e ringrazio la Meloni. Ringrazio il presidente del Consiglio che ha accolto il mio invito. Ha mostrato sensibilità. Da credente ringrazio il Signore che ci dà la forza di andare avanti – ha aggiunto parlando con l’Ansa – e di non arrenderci“.
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Martedì alle 18 si terrà una manifestazione indetta dai comitati cittadini, al Parco Verde, per mostrare sostegno e solidarietà alle vittime dello stupro di Caivano. L’appuntamento è alle ore 18 presso la parrocchia di San Paolo Apostolo, guidata da don Maurizio Patriciello. Quindi in corteo fino al capannone dove sarebbero avvenuti i i fatti. “Il Parco Verde di Caivano è tristemente noto per efferati fatti di cronaca, ma quanto accaduto va oltre ogni immaginazione e – dice il deputato dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli – i colpevoli di queste violenze devono pagare fino all’ultimo per quanto commesso. Hanno distrutto la vita di due giovanissime ragazze. Per questi criminali non ci sia alcuna attenuante. In un momento così difficile bisogna mostrare piena solidarietà alle vittime, per questo sarò presente alla manifestazione di martedì 29 agosto, alle ore 18, voluta dai comitati cittadini”. Anche la presidente della Commissione parlamentare antimafia, Chiara Colosimo, nei prossimi giorni sarà in visita al parco Verde di Caivano.
Al governo si era appellata la famiglia di una delle due vittime che hanno denunciato lo stupro. L’avvocato Angelo Pisani sta predisponendo in queste ore il testo di una lettera che verrà inviata via pec alla premier per chiedere di riunire la famiglia separata dal Tribunale per i minorenni di Napoli, trovare loro una sistemazione alternativa lontano dal rione popolare nato per i terremotati irpini del 1980 e affrontare in consiglio dei ministri il tema “dell’emergenza minori”. “È inutile parlare sempre di camorra o mafia, il problema più grande in queste zone, oltre all’ignoranza e il degrado, sono la pedofilia, la prostituzione anche minorile, i bambini utilizzati come merce e questa madre ora chiede di poter scappare”, afferma il legale. “Lo Stato e le istituzioni – prosegue Pisani – hanno il dovere di intervenire mettendo a disposizione altri alloggi, in una città più normale e sicura, per una famiglia che ha subìto un crimine inspiegabile e a volte irreparabile”. Per farlo serve un luogo dove la bambina abusata, i suoi genitori, i fratelli “possano ritrovare un minimo di pace e stare assieme affinché, oltre che vittime, queste persone non debbano anche subire la beffa di essere allontanate e continuare a vivere all’inferno. Così come lo Stato aiuta e assiste i pentiti di mafia, i criminali utili per la causa – chiude il legale – più che mai le vittime devono essere aiutate”.
“Caivano, trentaseimila abitanti, tre assistenti sociali, l’ultima delle quali assunta una settimana fa. Dovrebbero essere sette per legge. Un ambito territoriale dove le piazze dello spaccio prendono il posto di servizi assenti: scuole, asili, centri di aggregazione. Qui il problema non è fare le pulci alle relazioni degli assistenti sociali, ma una terra dimenticata dalla politica che, colpevolmente o semplicemente per snobismo, condanna e non frequenta questi luoghi – dice Gianmario Gazzi, presidente dell’ordine degli assistenti sociali – Chi oggi cerca scuse e si lava la coscienza con un tweet faccia il proprio dovere, dal governo o dall’opposizione, spenda i soldi stanziati per i servizi – aggiunge il presidente dell’Ordine degli assistenti sociali – rispetti le leggi che approva, dia a queste persone, ai minorenni e alle loro famiglie, il diritto di cittadinanza negato da anni. La nostra totale solidarietà e comprensione alle vittime, ma lo dico a tutte e tutti, non basterà se ne parleremo soltanto dopo ogni violenza”.