Dopo il picco di oltre 4.300 ospiti registrati nella giornata di domenica 27 agosto, sono attualmente 3.593, di cui 193 minori non accompagnati, i migranti presenti nell’hotspot di Lampedusa. Il maltempo impone per il momento una pausa alle partenze da Libia e Tunisia – di neanche due mesi fa il memorandum d’intesa firmata dalla premier Meloni con quest’ultima, salutato come “il raggiungimento di un obiettivo molto importante” – e nella notte non si sono registrati sbarchi, ma le decine di approdi quotidiani dei giorni scorsi hanno forzato ai limiti le capacità di accoglienza del centro di contrada Imbriacola. Gli sforzi per alleggerirne la tensione porteranno oggi, 28 agosto, al trasferimento di 210 migranti che lasceranno la struttura a bordo di tre voli militari diretti a Palermo, Venezia e Pisa. Ben poca cosa per una struttura fatta per ospitare non più di 350-400 persone.

“È sotto gli occhi di tutti che il fenomeno migratorio al Governo sia esploso in mano, e in questo senso condivido le parole del nostro presidente della Repubblica che afferma che occorre percorrere strade diverse”, ha affermato ieri il sindaco Filippo Mannino, durante un sopralluogo con il prefetto di Agrigento Filippo Romano e il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, giunto in visita nell’hotspot dopo alcuni giorni di vacanza sull’isola per un’incursione governativa che non è bastata a placare i malumori.

“Ho ascoltato gli operatori, il prefetto e tutte le altre autorità competenti per cercare di capire cosa si possa fare di più e di meglio”, ha dichiarato Urso al termine del sopralluogo, “anche alla luce dei provvedimenti che i ministri Salvini e Piantedosi prenderanno nelle prossime settimane”. Le ricette di questi ultimi per la gestione del fenomeno migratorio prevedono, da una parte, un “nuovo decreto sicurezza” invocato da Matteo Salvini, dall’altra “l’apertura di cpr – i Centri di permanenza per i rimpatri – in ogni regione”, cui però si oppongono sindaci e governatori locali. A ricordare lo spaccato umanitario che l’hotspot di Lampedusa dovrebbe rappresentare e il rischio di emergenza che il sovraffollamento sta invece configurando, è intanto Rosario Valastro, presidente della Croce rossa italiana, che da giugno gestisce le attività del centro. “Ma l’umanitarismo” – ricorda – “significa non solo dare da mangiare e da dormire. Significa rispettare la dignità umana che è l’anticamera di ogni politica non solo di accoglienza ma di sicurezza”.

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