“Papa Francesco non ha mai incoraggiato idee imperialiste”. È la replica della nunziatura apostolica in Ucraina alla dura condanna di Kiev che ha bollato come “propaganda imperialista” le parole di Bergoglio ai ragazzi russi. Le affermazioni di Francesco hanno suscitato “grande delusione” anche nella Chiesa cattolica ucraina che ha chiesto immediatamente alla “Santa Sede una spiegazione della situazione”, in attesa di un incontro proprio con il Papa che si terrà prossimamente in Vaticano e in cui verrà ribadita la stessa posizione critica alle sue parole. La replica è arrivata attraverso i canali diplomatici della Santa Sede: “La nunziatura apostolica in Ucraina ha rilevato che, a seguito della connessione telematica di Papa Francesco con i giovani cattolici della Federazione Russa, avvenuta il 25 agosto 2023, nei mass-media ucraini e internazionali sono sorte discussioni circa alcune parole pronunciate dal Romano Pontefice in quell’occasione”.
“In particolare, – si legge ancora nella nota – secondo alcune interpretazioni, Papa Francesco avrebbe incoraggiato i giovani cattolici russi a prendere esempio da alcuni personaggi storici russi, conosciuti per le idee ed azioni imperialiste ed espansioniste, realizzate a detrimento dei popoli vicini, compreso quello ucraino. Questa rappresentanza pontificia rifiuta fermamente le suddette interpretazioni, in quanto Papa Francesco non ha mai incoraggiato idee imperialiste. Al contrario, egli è un convinto oppositore e critico di qualsiasi forma di imperialismo o colonialismo, in tutti i popoli e situazioni. In questa stessa chiave vanno interpretate anche le parole del Romano Pontefice, pronunciate il 25 agosto scorso”.
Posizione successivamente ribadita anche dal direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni: “Nelle parole di saluto rivolte a braccio ad alcuni giovani cattolici russi negli scorsi giorni, com’è chiaro dal contesto in cui le ha pronunciate, il Papa intendeva incoraggiare i giovani a conservare e promuovere quanto di positivo c’è nella grande eredità culturale e spirituale russa, e certo non esaltare logiche imperialistiche e personalità di governo, citate per indicare alcuni periodi storici di riferimento”.
In un videocollegamento con i ragazzi russi riuniti a San Pietroburgo in occasione del X Incontro nazionale dei giovani cattolici della Russia, Bergoglio ha affermato: “Non dimenticatevi dell’eredità. Voi siete eredi della grande Russia: la grande Russia dei santi, dei re, la grande Russia di Pietro il Grande, Caterina II, quell’impero russo grande, colto, di tanta cultura, di tanta umanità. Non rinunciate mai a questa eredità. Voi siete gli eredi della grande Madre Russia, andate avanti. E grazie. Grazie per il vostro modo di essere, per il vostro modo di essere russi”. Parole che sono state tolte dalla trascrizione ufficiale del discorso del Papa pubblicata dal Vaticano, ma che sono trapelate ugualmente.
Dichiarazioni accolte favorevolmente da Mosca. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha sottolineato che “il Papa conosce la storia russa, e questo è molto positivo. È una storia veramente profonda, che ha radici profonde”. Il segnale di un dialogo che esce sicuramente molto rafforzato tra il Vaticano e Mosca dopo le tensioni dei mesi precedenti. Anche se adesso lo scontro con Kiev non sarà facile da appianare.
Nei sacri palazzi vengono ribadite le affermazioni pronunciate recentemente da Francesco in totale sintonia con il suo magistero sulla pace: “Preghiamo per i nostri fratelli e sorelle ucraini: soffrono tanto. La guerra è crudele! Tanti bambini spariti, tanta gente morta. Preghiamo, per favore! Non dimentichiamo la martoriata Ucraina”. Ma anche un altro recente appello di Bergoglio: “Per favore, non cediamo alla logica della contrapposizione, non lasciamoci condizionare dai linguaggi di odio. Nel drammatico frangente che l’Europa sta vivendo, con il protrarsi della guerra in Ucraina, siamo chiamati a un sussulto di responsabilità. La mia speranza è che si dia spazio alle voci di pace, a chi si impegna per porre fine a questo come a tanti altri conflitti, a chi non si arrende alla logica ‘cainista’ della guerra ma continua a credere, nonostante tutto, alla logica della pace, alla logica del dialogo, alla logica della diplomazia”.
Parole unite agli sforzi diplomatici e umanitari del Papa nel tentativo non facile di porre fine al conflitto. Bergoglio ha anche rivelato la volontà “di nominare un rappresentante permanente che funga da ponte tra le autorità russe e ucraine. Per me, in mezzo al dolore della guerra, è un grande passo”. Ma non è la sola iniziativa in atto di quella che Francesco ha definito “un’offensiva per la pace”. “Inoltre, per novembre, – ha annunciato il Papa – prima che si tenga a Dubai il Summit sul clima delle Nazioni Unite, stiamo organizzando un incontro di pace con i leader religiosi ad Abu Dhabi. Il cardinale Pietro Parolin sta coordinando questa iniziativa, che vuole svolgersi fuori dal Vaticano, in un territorio neutrale che invita tutti all’incontro”.
Bergoglio si è anche soffermato sulla missione di pace affidata al cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana e arcivescovo di Bologna: “Dopo la visita del cardinale Zuppi a Washington, la prossima tappa prevista è Pechino, perché entrambe detengono anche la chiave per abbassare la tensione del conflitto”. E ha aggiunto: “Il cardinale Zuppi sta lavorando molto come responsabile dei dialoghi. È già andato a Kiev, dove si mantiene l’idea della vittoria senza optare per la mediazione. È stato anche a Mosca, dove ha trovato un atteggiamento che potremmo definire diplomatico da parte della Russia. Il progresso più significativo che è stato realizzato riguarda il ritorno dei bambini ucraini nel loro Paese. Stiamo facendo tutto ciò che è in nostro potere per garantire che ogni membro della famiglia che chiede il ritorno dei propri figli possa farlo”. Ma è abbastanza evidente che la tensione è ancora molto alta.
Twitter: @FrancescoGrana