Il 4 luglio scorso il giudice aveva dato il via libera all’estradizione di Shabbar Abbas, il padre di Saman, la 18enne morta a Novellara e che secondo la Procura di Reggio Emilia è stata uccisa dal genitore e da altri quattro familiari tra cui la madre. Il magistrato giudicante aveva rigettato l’ulteriore istanza di rilascio su cauzione avanzata dal suo legale e aveva disposto che Shabbar rimanesse a disposizione delle autorità Italiane. Oggi il governo pakistano – che doveva autorizzare l’estradizione – ha disposto la consegna all’Italia dell’uomo come riporta la Gazzetta di Reggio Emilia. Un funzionario del Ministero dell’Interno pakistano ha confermato che Shabbar sarà “portato in Italia con un aereo charter“.
Il ministero dell’Interno ha delineato i dettagli del caso al Governo, che ha approvato la richiesta di estradizione. Dopo la decisione, lo stesso ministero ha emesso un’ordinanza il 16 agosto, in cui si imponeva ad Adiala Jail Rawalpindi di trasferire la custodia di Shabbar Abbas all’Agenzia investigativa federale (Fia), che avrebbe poi facilitato la sua consegna al governo italiano. “Secondo l’ordinamento giuridico, Shabbar Abbas sarà consegnato alle autorità italiane“, assicura una fonte ufficiale. Nel tentativo di fermare l’estradizione, Akhtar Mehmood, rappresentante legale di Shabbar Abbas, ha presentato una petizione all’Alta corte di Islamabad (Ihc). L’istanza sollecitava la sospensione del trasferimento del suo cliente alle autorità italiane. Oggi il giudice capo dell’Ihc, Aamir Farooq, ha presieduto l’udienza. Non ha emesso alcun ordine di sospensione in risposta alla petizione e ha rinviato il caso. “Il tribunale ha emesso avvisi in risposta con eventuali date precise per l’udienza”, ha detto all’Ansa Akhtar Mehmood.
Il 10 febbraio scorso a Reggio Emilia era iniziato il processo per gli imputati. Della 18enne di origini pachistane non si avevano più notizie dalla primavera del 2021, dopo che si era opposta a un matrimonio forzato. Per la sua scomparsa la procura di Reggio Emilia aveva iscritto nel registro degli indagati cinque persone: due cugini e uno zio (tutti detenuti nel carcere della città emiliana, dopo essere stati rintracciati all’estero), il padre Shabbar e la madre, che resta ancora l’unica parente irreperibile. Tutti loro conoscevano l’immobile diroccato di Novellara dove sono stati trovati i resti della giovane lo scorso novembre, distante giusto qualche centinaia di metri dall’azienda per la quale lavoravano. Nel corso dell’inchiesta era emerso che proprio lo zio e due cugini erano stati ripresi dalle telecamere di un capannone, pochi giorni prima della scomparsa della giovane, mentre camminavano con secchi e badili in mano verso i campi vicini all’azienda agricola. Immagini che – ad avviso dell’accusa – confermerebbero come i tre abbiano scavato una buca in attesa di compiere il delitto della 18enne. La notte dell’omicidio, sempre secondo la ricostruzione dell’accusa, Saman Abbas – come confermato da altri video – era uscita di casa insieme ai genitori. La madre e il padre rientrarono poco dopo senza la figlia e lo zio, come afferma il fratello minore della 18enne, era tornò in casa circa un’ora e mezza dopo. I resti sono statu individuati grazie alle indicazioni fornite agli inquirenti dalla zio Danish Hasmain, anche lui imputato.