Parte dall’1 settembre la prima misura post reddito di cittadinanza. Venerdì debutta la nuova piattaforma Siisl, sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa, su cui gli ex percettori ritenuti occupabili – tutti quelli che non hanno in famiglia componenti minori, disabili o over-60 – dovrebbero trovare programmi formativi, servizi di orientamento e accompagnamento al lavoro e di politiche attive e offerte di lavoro. I “protagonisti del percorso”, come si legge sulle slide di Inps e ministero del Lavoro, sono il cittadino richiedente, gli enti formatori accreditati e le agenzie per il lavoro private. Gli iscritti potranno fare domanda, sempre attraverso il sito, per ottenere il Supporto per la formazione e il lavoro (Sfl) da 350 euro al mese solo per un anno: l’aiuto non è rinnovabile. Da fine luglio sono arrivate dall’Inps circa 188mila comunicazioni di stop ai nuclei che hanno raggiunto il limite di sette mensilità nel 2023 ed entro fine anno saranno in tutto 229mila le famiglie coinvolte.

“Sin dall’emanazione del decreto abbiamo lavorato con tutti gli attori coinvolti per una piattaforma che vede per la prima volta incrociarsi banche dati e informazioni di soggetti pubblici e privati“, ha detto la commissaria Inps Micaela Gelera presentando il sistema insieme alla ministra Marina Calderone. Convinta che nonostante le proteste dei giorni scorsi non siamo “assolutamente” alla vigilia “dell’innesco di una bomba sociale” perché “i numeri ci dicono che la situazione è assolutamente gestibile e chi si attiva troverà accoglienza e accompagnamento in un percorso di formazione e riqualificazione ma anche di lavoro”. “Chi farà domanda per il supporto formazione lavoro sul Siisl sarà chiamato, è una vera discontinuità rispetto al passato”, sostiene la ministra. “Abbiamo fatto rete tra soggetti pubblici e privati, abbiamo messo in rete il mondo del lavoro, in rete le Regioni con tutto il loro potenziale, l’Inps, il ministero del Lavoro, le agenzie del lavoro, novità importante, con un’assunzione di responsabilità da parte del ministero. Non abbiamo inventato nulla, valorizzato piuttosto quello che abbiamo già, grande mole informativa che fino ad a oggi non si è ‘parlata’”.

Cgil: “Persone lasciate nella disperazione” – Funzionerà? “Io non sono dotata di bacchetta magica. Abbiamo creato, e stiamo creando tutte le condizioni per fare in modo che avvenga una cosa importante: che chi vuole lavorare abbia l’opportunità di formarsi e riqualificarsi se ne ha bisogno e poi di incontrare una proposta di lavoro. Poi dipende dalla volontà dei singoli e soprattutto da come si gestiscono tutte le opportunità”. Secondo la segretaria confederale della Cgil, Daniela Barbaresi, “la verità è che il governo, nella sua foga ideologica, sta lasciando le persone sole nella loro disperazione. In queste settimane estive l’accanimento verso i poveri si è sostanziato anche con le affermazioni davvero incommentabili di diversi esponenti del governo: dalla ministra Calderone che, nel suo mondo incantato, non vede nessun allarme sociale, al ministro Lollobrigida che si vanta dei “successi” della Carta acquisti “Dedicata a te”, come se un contributo una tantum di 382 euro, meno di un caffè al giorno, possa essere una risposta sufficiente a chi si trova in difficoltà economiche”.

Le regole – Il beneficiario del Supporto formazione lavoro dovrà accettare qualsiasi offerta a tempo indeterminato su tutto il territorio nazionale. Se a tempo determinato, il posto dovrà essere a una distanza massima di 80 chilometri dal luogo di residenza. Se è a tempo parziale l’offerta non può essere inferiore al 60% dell’orario pieno. Chi rifiuta perde il beneficio a meno che non ci sia un giustificato motivo per non accettarla come infortunio, malattia, gravidanza, “gravi motivi familiari documentati o certificati” o “casi di limitazione legale della mobilità personale”.

Dal 1° gennaio 2024, potranno accedere al Supporto per la formazione e i lavoro anche i componenti dei nuclei familiari percettori dell’Assegno di inclusione che decideranno di partecipare ai percorsi di avviamento al lavoro, pur non essendo sottoposti agli obblighi previsti dal decreto Lavoro, purché non siano calcolati nella scala di equivalenza specifica per l’Adi.

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