Prosegue lo scontro interno fra Amazon e i suoi dipendenti. A creare tensione è una nuova regola aziendale che prevede, fra le altre cose, il ritorno ad un regime di lavoro in presenza per tutti i dipendenti di almeno tre giorni a settimana. Dopo mesi di petizioni e proteste su questo tema da parte dei lavoratori che vorrebbero continuare mantenendo lo stesso monte ore di lavoro da casa, è arrivata anche la risposta dura del ceo del colosso dell’e-commerce Andy Jassy.

“Se non sei d’accordo con la nuova policy e non riesci a rispettarla probabilmente le cose per te non funzioneranno qui ad Amazon”, ha detto Jassy citato dal Guardian. Come riportato da Open, l’adozione delle nuove regole fra i dipendenti di Amazon ha fatto partire una raccolta firme che ha condotto ad una petizione firmata da quasi 30mila lavoratori. “Il mandato top-down di Amazon per il ritorno in ufficio mina il futuro diversificato e accessibile di cui vogliamo far parte”, si legge nel documento firmato dai dipendenti di Amazon.

In realtà, la fine dello smart working non è però l’unico elemento a portare scontento fra i dipendenti dell’azienda. Da inizio anno infatti, l’azienda si è trovata a dover fronteggiare numerosi scioperi sia per le condizioni di lavoro, sia quelli portati avanti da Amazon Employees for Climate Justice, un gruppo spontaneo di lavoratori che ha assunto una linea critica contro gli sforzi, ritenuti insufficienti, dell’azienda per raggiungere la neutralità carbonica.

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