“Basta morti in strada”. È questo il grido delle centinaia di cicliste e ciclisti milanesi che ieri sera si sono riuniti in porta Romana per ricordare la ciclista di 28 anni investita e uccisa da un camion martedì mattina. Si tratta della sesta vittima in bici da novembre ad oggi, sempre con la stessa dinamica. “Andare in bici in città è diventata una lotta quotidiana” racconta Massimo che ogni anno percorre 2600 chilometri soltanto nel tragitto casa lavoro. In tanti hanno paura perché “si rischia di venire schiacciati ogni giorno”.
Dopo un momento di ricordo sul luogo dell’ultimo incidente mortale, il corteo di biciclette di è spostato sotto palazzo Marino. Dal 1 ottobre entrerà in vigore l’obbligo di sensori per i camion: “Bene che sia arrivato ma è tardivo” commenta il consigliere di Europa Verde Carlo Monguzzi che pone l’attenzione su un altro aspetto: “Milano va rallentata, ci vorrebbe maggiore coraggio dove ci sono le città a 30 all’ora gli incidenti diminuiscono”. I sensori, secondo l’ingegnere dei trasporti Alberto Drufuca, “sono un passo in avanti ma non vanno a incidere sull’aspetto culturale. Essere una città civile significa rispettare tutte le componenti della città e una misura come la zona 30 va proprio in quella direzione”.