L’ultima vittima è una donna di 28 anni investita da un autocarro mentre si trovava in bicicletta nei pressi di piazza Medaglie d’Oro, nel centro di Milano. È il quinto incidente mortale nel capoluogo lombardo da inizio anno che vede coinvolti persone in bici e mezzi pesanti. Ed è solo l’ultima di una lunga lista morti, un record negativo che le associazioni locali da tempo denunciano come “Emergenza Milano“. Dopo le numerose manifestazioni e proteste l’Amministrazione comunale, guidata dal sindaco Giuseppe Sala, è intervenuta l’11 luglio approvando una delibera di giunta per introdurre, a partire da ottobre 2023, lo stop a tir e camion in città senza i sensori per l’eliminazione dell’angolo cieco. Un obbligo, già introdotto in numerose città d’Europa, ma non previsto dal codice della strada (norma nazionale): per introdurlo il Comune di Milano ha utilizzato le sue competenze sull’Area B (la zona a traffico limitato che coincide con gran parte del territorio della città).

Deroghe e scadenze – Quindi dal primo ottobre niente più tir a Milano che non hanno sistemi di rilevamento della presenza di pedoni e persone in bici in prossimità del veicolo? Non è proprio così, perché grazie ad alcune deroghe – basterà, infatti, essere in possesso del contratto di acquisto dei sensori, anche se non installati – i mezzi pesanti potranno continuare a circolare liberamente fino al 31 dicembre 2024. Scadenza posticipata al 31 dicembre del 2025 per i mezzi “più leggeri”. Tempi che non convincono le associazioni che da anni si battono per ottenere maggiore sicurezza nelle strade milanesi: “La nuova tragedia ci conferma che non si può aspettare così tanto ma che servono provvedimenti immediati“, sottolineano Tommaso Goisis e Paola Bonini di Sai che puoi?.

L’utilità dei sensori – I sensori per l’eliminazione dell’angolo cieco (cioè quei punti non visibili dal conducente) sono già stati introdotti in diverse città europee. E l’utilità di questo strumento è stata già riscontrata. Nel report The Direct Vision Standard and Safety Permit, datato giugno 2022 e redatto dal sindaco di Londra e dall’autorità locale che regola il trasporto pubblico, viene messa in evidenza la riduzione delle vittime di incidenti con mezzi pesanti dall’introduzione dell’obbligo di sensori nella capitale inglese. Utilità sottolineata anche nella relazione tecnica del direttore dell’unità sistemi per l’innovazione della mobilità urbana del Comune di Milano allegata alla deliberazione di giunta. Ma ecco cosa prevedono le nuove norme.

Orari e obblighi – Come deciso dalla giunta comunale, l’obbligo di sensore scatta il primo ottobre 2023 solo per i veicoli di categoria N3 e M3: sono i cosiddetti mezzi pesanti, cioè camion e tir con massa massima superiore a 12 tonnellate e bus aventi più di otto posti a sedere e massa massima superiore a 5 t. Per loro i divieti per accedere e circolare dentro l’Area B di Milano sono previsti dal lunedì al venerdì, dalle 7.30 alle ore 19.30. Quindi niente limiti dalle 19.31 alle 7.29 nei giorni feriali, e libertà di circolazione il sabato e la domenica anche per chi non ha il sistema di rilevamento della presenza di pedoni e persone in bici. Non solo. Chi non ha ancora i sistemi installati potrà comunque circolare ancora per più di un anno – fino al 31 dicembre 2024 – se dimostra di essere “in possesso di un contratto di acquisto relativo a sistemi avanzati capaci di rilevare la presenza di pedoni e ciclisti in prossimità della parte anteriore del veicolo o sul lato del marciapiede e di emettere un segnale di allerta”. Dovranno solamente munirsi “di apposito adesivo di segnalazione della presenza dell’angolo cieco, al fine di evitare la collisione”. Per quanto riguarda i veicoli “più leggeri” (N2 e M2, camion con massa massima superiore a 3,5 t ma non superiore a 12 t e veicoli destinati al trasporto di persone, aventi più di otto posti a sedere e massa massima non superiore a 5 t) le limitazioni partono dall’ottobre 2024 e potranno circolare avendo anche solo ordinato il sistema di sensori fino al 31 dicembre del 2025.

“Non si più più aspettare” – Il perché di questa deroga è spiegato nella stessa delibera: “È necessario tenere in considerazione, nell’applicazione di una nuova disciplina, una gradualità dei tempi di eventuale adeguamento con riferimento alla necessità di approvvigionamento e installazione di specifici dispositivi”, si legge nel testo approvato dalla giunta. “Tempi molto lunghi” per le associazioni di Milano. Alla luce dell’ultimo incidente mortale “non si può aspettare così tanto ma servono provvedimenti immediati, da parte sia del Ministero ai Trasporti sia del Comune“. Come spiegano Tommaso Goisis e Paola Bonini di Sai che puoi? è urgente pensare alla formazione obbligatoria per i conducenti, al limite di velocità a 30km/h in tutta Milano e a limitazioni orarie. “Altrimenti nelle strade di Milano – concludono – le persone a piedi e in bicicletta continueranno a rischiare la vita nella inquietante sensazione di assenza delle istituzioni“.

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“Basta morti in strada”, a Milano i ciclisti protestano dopo l’ennesimo incidente: “Sensori per i camion? Non basta. Limite a 30 all’ora”

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