La Procura generale della Cassazione ha esercitato l’azione disciplinare nei confronti di Cuno Tarfusser, sostituto procuratore generale di Milano e già vicepresidente della Corte penale internazionale, per le modalità con cui ha proposto la revisione del processo sulla strage di Erba del 2006. In base alla segnalazione della procuratrice generale milanese Francesca Nanni, Tarfusser è accusato di aver “violato i doveri di correttezza, riserbo ed equilibrio” e di non essersi attenuto al documento organizzativo dell’ufficio, nonché di aver tenuto, senza alcuna delega, contatti con i difensori di Olindo Romano e Rosa Bazzi (i coniugi condannati in via definitiva per la strage) ricevendo da loro consulenze scientifiche. Gli atti sono stati trasmessi alla Sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura, che dovrà fissare una data per la prima udienza.
Al centro della vicenda c’è lo scontro andato in scena nei mesi scorsi tra Tarfusser e i vertici del suo ufficio, dopo che il 31 marzo il sostituto ha depositato di propria iniziativa in cancelleria la richiesta di revisione del processo diretta alla Procura generale di Brescia, ritenendo un errore giudiziario l’ergastolo inflitto a Romano e Bazzi. In questo modo, secondo Nanni, il magistrato altoatesino ha agito “in palese violazione del documento organizzativo dell’ufficio che assegna all’avvocato generale” (la “vice-pg”, Lucilla Tontodonati) o alla stessa procuratrice generale (che in caso di dissenso ha l’ultima parola) “la facoltà di richiedere la revisione di sentenze”. La procuratrice Nanni ha comunque inoltrato la richiesta a Brescia, accompagnata però da un parere negativo: secondo la dirigente, non esistono prove “né nuove, né decisive”, e dunque, in base alla legge, “non ci sono gli elementi, i requisiti e i presupposti per la revisione”.