Il treno che ha travolto e ucciso 5 operai a Brandizzo, nel Torinese, non avrebbe saputo nulla della loro presenza lungo i binari e sarebbe saltato qualcosa nei meccanismi di avviso e comunicazione sui lavori in corso. A poche ore dal disastro ferroviario, dai primi rilevi emerge già un punto fermo, secondo fonti investigative: “Chi conduceva il treno non sapeva della presenza degli operai”. È questo il primo elemento su cui indaga la procura di Ivrea che ha aperto un fascicolo per disastro e omicidio plurimo colposi contro ignoti: i magistrati stanno cercando di capire dove è saltata o c’è stato un errore di comunicazione. La pm Giulia Nicodemo è stata sul posto già nella notte per i primi rilievi e le indagini sono affidate alla polizia giudiziaria del compartimento di polizia ferroviaria di Torino. Poco dopo l’alba è stata informata dei fatti anche la procuratrice di Ivrea, Gabriella Viglione.

Tra i primi atti di indagine i magistrati hanno acquisito le immagini delle telecamere di sorveglianza e hanno ascoltato sommarie informazioni altri operai addetti alla manutenzione della ferrovia che stavano lavorando su un binario diverso. Gli inquirenti si sono anche fatti consegnare documentazione sui lavori in corso, come fossero stati disposti e quali disposizioni di sicurezza dovessero osservare gli addetti della società Sigifer di Borgo Vercelli. Secondo Rete ferroviaria italiana, il cantiere poteva essere attivato “soltanto dopo che il responsabile della squadra operativa del cantiere”, quindi in questo caso della Sigifer, “ha ricevuto il nulla osta formale ad operare, in esito all’interruzione concessa, da parte del personale abilitato” di Rete ferroviaria italiana. La “questione è altra”, sostiene Ferrovie nella sua ricostruzione: “I lavori – secondo procedura – sarebbero dovuti iniziare soltanto dopo il passaggio di quel treno”.

“È una tragedia, qualcuno dovrà dire cosa è successo e dare spiegazioni”, ha detto il sindaco di Brandizzo, Paolo Bodoni, giunto sul posto in cui attorno a mezzanotte cinque operai sono stati travolti e uccisi da un convoglio in transito alla stazione, sulla linea Torino-Milano. “Le prime informazioni che mi sono arrivate riferiscono di una scarsità di comunicazione tra la squadra e chi doveva segnalare il passaggio del treno, ma bisogna vedere che cosa veramente è successo – spiega il sindaco – C’è anche la questione della velocità del treno su cui si dovranno compiere verifiche”.

Che ha poi aggiunto: “Non sono un addetto ai lavori, ma credo che 160 km/h nei pressi di una stazione ferroviaria… non lo so se poi sia la velocità giusta. Questo me lo chiedo anche io come cittadino, mi chiedo se nei pressi di una stazione sia corretto andare a una velocità di 160 km/h. L’ho chiesto anche a Rfi questa notte, ma non mi hanno saputo rispondere”. La velocità del convoglio, tuttavia, non sembra essere uno degli elementi centrali dell’inchiesta, poiché – come apprende Ilfattoquotidiano.it da fonti – in quel tratto la velocità massima è proprio di 160 chilometri orari.

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Incidente ferroviario a Brandizzo, il sindaco: “Forse un errore di comunicazione tra la ditta dei lavori e Rfi”

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