“Il Ministero l’acquisterà! È certo! Non ho dubbi al riguardo”. Anita Guarnieri, Soprintendente Archeologia, Belle Arti, Paesaggio per le province di Barletta-Andria-Trani e Foggia contattata da ilfattoquotidiano.it esordisce con un’affermazione che rassicura. I resti dell’anfiteatro riutilizzati nella struttura della Masseria Garzia, nella contrada omonima di Siponto, quartiere di Manfredonia, in provincia di Foggia non finiranno nelle mani di un privato. Il prossimo 19 settembre il Ministero della Cultura eserciterà il diritto di prelazione sulla vendita all’asta, partendo da un’offerta di 16.897,50 euro, dell’immobile e del terreno che lo circonda.

“È una grande occasione. Perché la vendita della Masseria con i resti antichi, non permetterà soltanto l’acquisizione dell’area, ma anche l’avvio di una serie di ricerche finalizzate alla tutela e valorizzazione della città antica, della quale l’anfiteatro è indubitabilmente un elemento di straordinaria importanza”, spiega la Soprintendente, rispondendo alla domanda su quale sia la rilevanza di questa operazione. “Questo conferma l’attenzione che il Ministero e la Soprintendenza hanno posto da anni su questo centro antico. Basti pensare al nutrito numero di vincoli archeologici, sia diretti che indiretti, che insistono sull’area, a partire dal 1956”, aggiunge Anita Guarnieri. “Senza dimenticare”, conclude, “che tra gli interventi che la Soprintendenza attiverà ce ne sarà uno che riguarderà specificatamente la Masseria, la sua configurazione”.

Siponto, colonia romana dal 194 a. C. e tra i porti principali della regione antica, ha già un suo Parco archeologico, sul lato opposto di viale Giuseppe di Vittorio rispetto a quello nel quale si trova la Masseria Garzia. Fiore all’occhiello è senza ombra di dubbio la Basilica medievale di Santa Maria Maggiore. L’estensione areale del Parco a comprendere l’anfiteatro sarebbe una bella notizia. Non solo per gli addetti ai lavori. A questo lavorano Università e Soprintendenza, con un progetto di largo respiro. I resti in opera reticolata inglobati nelle murature della Masseria, non sono gli unici riferiti all’anfiteatro presumibilmente da riferirsi all’età augustea.

La campagna di scavi del settembre 2022, nel quadro del progetto pluriennale, “Sipontum: archeologia globale di una città portuale”, condotto dalle Università di Bari e di Foggia, in collaborazione con il Parco archeologico di Siponto, ha infatti rivelato la presenza di una parte del muro esterno dell’anfiteatro. Conservato per un’altezza massima di 3 metri. “Circostanza questa che lascia ben sperare anche per altre porzioni del monumento”, ha spiegato Giuliano Volpe dell’Università di Bari, direttore degli scavi insieme a Roberto Goffredo e Maria Turchiano dell’Università di Foggia. Come peraltro ha indiziato la prima campagna di indagini geofisiche, realizzate nel settembre 2020, dall’Università di Foggia, l’Università di Bari e la McGill University – Montrèal, su autorizzazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Bari-Andria-Trani e di Foggia e la Direzione Regionale Musei della Puglia.

Insomma sembra proprio che la questione della vendita, resa nota il 19 agosto scorso dalla consigliera comunale di Manfredonia, Maria Teresa Valente, costituisca una pura formalità. E che dunque il suo richiamo a Comune e Soprintendenza “ad agire in questa delicata situazione”, sia stato ascoltato. Anche se è chiaro che “non si tratta solo di conservare pietre antiche, ma di dar loro nuova vita attraverso la fruizione pubblica”. Soldi pubblici ed impegno profuso dalle diverse istituzioni e dagli studenti che scavano dal 2021 la città di Siponto meritano un risultato “importante”.

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