L’Islanda ha dato il via libera alla ripresa della caccia alle balene venerdì con nuove regole più rigorose, dopo più di due mesi di sospensione. L’annuncio arriva dal ministero dell’Agricoltura e della Pesca, affermando che “la caccia alle balene potrà riprendere domani. Se il titolare della licenza lo decide, dovrà seguire le norme stabilite oggi dal ministero”. L’Islanda è uno degli ultimi tre Paesi del mondo, insieme a Norvegia e Giappone, a consentire la caccia alle balene. Eppure nell’aprile 2022 Reykjavík aveva annunciato che dal 2023 non avrebbe più permesso la caccia perché sebbene i grandi cetacei siano stati uno dei pilastri della sopravvivenza della popolazione dell’isola per molti secoli, oggi questa attività non rende più , non vale più lo sforzo né la disapprovazione del mondo.
“Ci sono ormai poche giustificazioni per autorizzare la caccia alle balene oltre il 2023″, ha scritto aveva scritto sul quotidiano Morgunsbladid, la ministra islandese per la Pesca, ricordando che quando nel 2006 Reykjavik decise di interrompere la moratoria internazionale in vigore dal 1986, anno dopo anno divenne evidente che non si trattava più di un’attività importante per l’Islanda, che ha un’economia altamente diversificata e redditizia. Inoltre lo scioglimento accelerato dei ghiacci nell’Artico, come dimostra uno studio pubblicato sulla rivista Nature Climate Change, oltre a foche e orsi polari minacce anche le balene con la distruzione dell’habitat e con la scarsità di cibo: meno ghiaccio vuol dire più luce che penetra in profondità nell’oceano, modificando il comportamento dei minuscoli animaletti che costituiscono lo zooplancton, causando un rischio più elevato di soffrire la fame anche per gli animali più grandi.