Non aveva mai creato alcun problema all’uomo, eppure per mano dell’uomo ha trovato la morte. L’orsa Amarena è stata uccisa a fucilate nella serata di giovedì 31 agosto a San Benedetto dei Marsi, fuori dal Parco e dall’area contigua. La notizia è stata postata dal Parco nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise sulla sua pagina Facebook, sottolineando come a sparare sia stato un 56enne residente della zona, subito identificato. Solo pochi giorni fa le immagini della sua passeggiata nel centro del vicino paesino di San Sebastiano dei Marsi avevano fatto il giro del web, emozionando per la tenerezza con cui aspettava i suoi cuccioli e faceva loro strada nell’attraversare il paese in cerca di cibo. Sul posto sono intervenute le Guardie del Parco insieme al veterinario, che però ha potuto accertare solo il decesso dell’animale, vista la gravità della ferita. L’uomo che ha sparato è stato sottoposto ai rilievi a cura dei Carabinieri della locale stazione, intervenuti a seguito della chiamata dei Guardaparco: nei suoi confronti la Procura di Avezzano (L’Aquila) ha aperto un’indagine per il reato di cui all’articolo 544-bis del codice penale, che punisce chiunque procuri per crudeltà o senza necessità la morte di animali. Per tutta la notte sono stati eseguiti i rilievi per accertare la dinamica, mentre più di cento uomini sono impegnati delle ricerche dei due cuccioli con l’aiuto di droni.

“La notizia dell’uccisione a colpi di fucile dell’orsa Amarena rappresenta un atto gravissimo nei confronti dell’intera Regione che lascia dolore e rabbia per un gesto incomprensibile”, ha detto il governatore dell’Abruzzo Marco Marsilio (FdI). “In tutti questi anni le comunità fuori e dentro ai parchi hanno sempre dimostrato di saper convivere con gli orsi senza mai interferire con le loro abitudini. Mai un orso ha rappresentato in Abruzzo un qualunque pericolo per l’uomo, neanche quando si è trovato a frequentare i centri abitati”, ha sottolineato. “Confidiamo nelle indagini che sono state avviate dalle forze dell’ordine e dai vertici del parco, che hanno già individuato il responsabile, affinché la giustizia faccia il suo corso. Sono pronto a costituire la Regione come parte civile contro questo delinquente per tutelare l’immagine e l’onorabilità della nostra gente. Invito le comunità locali e tutti i turisti a continuare ad osservare tutte le norme prescritte affinché gli animali presenti sul territorio possano vivere indisturbati nel loro habitat”.

Anche le Guardie del Parco hanno confermato che non vi era alcun motivo per uccidere l’animale: “I rilievi per accertare la dinamica dei fatti sono in corso. L’episodio è un fatto gravissimo, che arreca un danno enorme alla popolazione che conta una sessantina di esemplari, colpendo una delle femmine più prolifiche della storia del Parco. Ovviamente non esistono motivazioni di nessuna ragione per giustificare l’episodio visto che Amarena, pur arrecando danni ad attività agricole e zootecniche, sempre e comunque indennizzati dal Parco anche fuori dai confini dell’area contigua, non aveva mai creato alcun tipo di problema all’uomo”. Amareggiato anche il direttore del Parco Luciano Sammarone, che ai microfoni dell’Ansa non ha nascosto la sua rabbia: “Abbiamo detto e ridetto “siamo modello, l’Abruzzo è modello”… Non siamo modello di niente. Davanti agli omicidi che sentiamo al telegiornale, l’uccisione di un’orsa sempre niente a confronto, ma non è così. Chiediamoci quanti pollai abusivi ci sono nel territorio, con baracche e baracchini”, le sue parole. “Comunque, io ho difficoltà a credere che si sia trattato di difesa”, ha concluso.

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