Ci pensa Melissa Vargas a spegnere i sogni dell’Italia di giocarsi la finale degli Europei di pallavolo. Ci sarà la Turchia a contendersi il titolo continentale detenuto dalle azzurre. La giocatrice cubana naturalizzata turca (ha ottenuto la cittadinanza nel 2021 direttamente dal presidente Recep Tayyip Erdogan), attaccante potente e temibile, si sveglia sul finire del quarto set, quando le italiane guidate da Miriam Sylla sembrano a un passo dalla vittoria, e ribalta l’esito della partita. Vince quasi da sola il quarto set, porta tutte al quinto set decisivo e trascina le turche, che si aggiudicano il tie-break con un netto 15-6. Le ragazze allenate da Davide Mazzanti si giocheranno la finale per il 3°-4° posto domenica contro la vincente della sfida Serbia-Olanda in programma in serata. Una finalina amarissima per le campionesse uscenti, che rischia di far traballare la panchina di Mazzanti dopo il disastro olimpico del 2021 e la mancata finale dei mondiali dello scorso anno. Cosa deciderà la Federazione in vista dei Giochi di Parigi 2024?
L’Italia, che in questi europei non aveva perso neanche un set contro avversarie molto modeste, comincia il match a testa alta contro la squadra più in forma del momento, quella allenata dall’italiano Daniele Santarelli. Il 13 luglio, nel corso della Volley Nation League (vinta proprio dalla Turchia), le anatoliche avevano liquidato l’Italvolley con un secco tre a zero nel giro di un’ora. La formazione azzurra, però, era molto diversa da quella a disposizione di Mazzanti oggi. In campo, poche settimane fa, c’era una sorta di Italia B, mentre oggi c’erano le titolari e, nel ruolo di opposto solitamente riservato a Paola Egonu, Ekaterina Antropova, giocatrice di 2,02 metri che ha ottenuto la cittadinanza italiana pochi giorni prima dell’Europeo. L’atteggiamento è molto diverso rispetto a luglio. Le azzurre rimangono incollate alle avversarie fino al 10-10 del primo set. Appena la situazione si complica, Mazzanti chiama il time-out ed effettua un doppio cambio: schiera in campo Egonu al posto della palleggiatrice Alessia Orro e poi l’alzatrice Francesca Bosio al posto di Antropova. L’Italia si sblocca e prende slancio, contenendo le bordate di Vargas (soprattutto grazie ai muri di Anna Danesi). Si aggiudica il primo set lasciando le giocatrici di Santarelli a 17 punti.
Alcune distrazioni segnano l’inizio del secondo set, Antropova è in difficoltà e sul 7-3 per la Turchia esce lasciando il posto a Egonu. La capitana turca Eda Erdem e compagne sembrano essersi galvanizzate. Spicca su tutte Ebrar Karakurt (ex giocatrice dell’Igor Novara), incontenibile sia sul piano fisico, sia caratteriale, al punto che l’arbitro è costretto a richiamarla a una tenuta corretta mostrandole un cartellino giallo: è Santarelli ad avvicinarla per calmare le esultanze. L’Italia va in blackout, accumula uno svantaggio che fatica a colmare. La Turchia può amministrare facilmente il gioco e pareggiare i conti dei set. La terza frazione di gara, con Egonu titolare in campo, è speculare alla seconda nel senso che stavolta sono le azzurre ad acquisire un netto vantaggio di quasi dieci punti, giocano in scioltezza e si portano sul risultato di due set a uno. Il quarto sembra andare a senso unico per Sylla e compagne, la finale è lì a un passo, ma quando si arriva alla soglia dei 20 punti, qualcosa si inceppa e sale in cattedra la turco-cubana Vargas. Fino a quel momento i suoi attacchi non erano stati efficaci, si imbattevano nel muro azzurro o venivano rigiocati dalla difesa italiana. Quando invece vede la finale sfuggire, l’opposto tira fuori la grinta e – chiamata in causa dall’alzatrice – si fa trovare sempre pronta. Grazie a lei, la Turchia agguanta e supera l’Italia, pareggiando il conteggio dei set.
Nel tie-break, nel campo italiano nulla sembra funzionare: le azzurre smettono di giocare ben prima del quindicesimo e ultimo punto delle turche. L’Italia, senza il libero Monica De Gennaro e la schiacciatrice Caterina Bosetti (lasciate a casa da Mazzanti), è apparsa meno efficace in difesa e in ricezione (in questo fondamentale di gioco solo il 16% di precisione) e così la palleggiatore Alessia Orro non ha potuto smistare gli attacchi al meglio. Elena Pietrini, che la prossima stagione giocherà nella Dinamo Kazan, ha fatto quel che poteva in difesa (in ricezione, un catastrofico 9%), ma ha dato un grosso contributo in attacco (suoi 17 punti). Egonu ha dimostrato le sue qualità mettendo a segno 25 punti, mentre Antropova manca l’appuntamento decisivo: soltanto 4 punti, di cui due in attacco (su 10 palloni attaccati). Molto su cui lavorare in vista di Parigi.