Un segnale di tregua rivolto ai “gabbiani” di Fabio Rampelli: i vertici di Fratelli d’Italia hanno annunciato a iscritti e dirigenti la volontà di fare i congressi, a partire da quelli comunali e provinciali. La decisione, che il Fatto è in grado di anticipare, è stata presa negli ultimi giorni dai vertici del partito – il responsabile organizzazione Giovanni Donzelli e la neo responsabile adesioni e segreteria politica Arianna Meloni -­ dopo averne parlato con la premier Giorgia Meloni. Donzelli ha mandato pochi minuti fa a iscritti, dirigenti, parlamentari e amministratori locali la convocazione dell’Assemblea nazionale per il 12 settembre, l’organo presieduto dal presidente del Senato Ignazio La Russa che deve decidere e votare per far partire la macchina dei congressi.

Una mossa che serve ai vertici del partito per provare a placare i dissensi interni: dopo la nomina di Arianna Meloni come nuovo capo della segreteria politica di Fratelli d’Italia, diversi dirigenti vicini a Rampelli – la senatrice Lavinia Mennuni e il deputato Maurizio Milani – avevano chiesto di convocare un congresso nazionale, ricevendo un “no” come risposta dallo stesso Donzelli perché non c’è “una leadership alternativa” a Meloni.

Adesso, però, i vertici del partito decidono di far partire la macchina dei congressi. L’obiettivo è di svolgere entro pochi mesi quelli locali, comunali e provinciali, soprattutto nei luoghi commissariati. Il caso più emblematico è quello di Roma dove a gennaio, alla vigilia delle elezioni regionali, il coordinatore rampelliano Milani era stato proprio sostituito da Meloni che gli aveva imposto il commissario Donzelli.

In teoria l’assemblea nazionale potrebbe decidere anche di convocare il congresso nazionale ma fonti di primo piano nel partito escludono questa possibilità: nessuno è convinto che alla fine Rampelli lo chiederà espressamente e anche se dovesse farlo verrebbe sconfitto nel voto a maggioranza semplice dell’assemblea.

La decisione di non celebrare il congresso nei giorni scorsi aveva provocato qualche malumore in Fratelli d’Italia: l’ultimo a livello nazionale si era svolto il 2-3 dicembre 2017 e secondo lo statuto dovrebbe tenersi ogni tre anni. Rinunciando ai congressi, dunque, Fratelli d’Italia starebbe violando il proprio stesso statuto. Ora la mossa di Meloni per provare ad attenuare i dissensi interni.

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