La Red Bull davanti, ma una Ferrari finalmente brillante e competitiva, almeno per il secondo posto. Le libere del venerdì di Monza dicono che la Rossa è molto più vicina ai rivali anglo-austriaci, dopo le tante difficoltà viste negli ultimi gran premi. Un ottimo inizio sul circuito italiano per il team di Maranello, che ha montato su entrambe le vetture la quarta power unit di stagione. Sul giro secco le prestazioni sono risultate ottime, con le SF-23 addirittura più veloci in fondo al rettilineo principale. Nel pomeriggio, poi, sia Charles Leclerc che Carlos Sainz (29 anni oggi) hanno testato gomma media e soft e cercato il giusto bilanciamento, necessario su una pista come Monza. Lo hanno fatto sperimentando due diverse ali posteriori, una dal profilo singolo e una doppio.

Di mattina, provando il passo-gara, la Ferrari era già parsa pimpante anche con gomma dura. Un bene, considerando che sabato tornerà il nuovo format delle qualifiche inaugurato in Ungheria (le gomme hard nel Q1, le gomme medie nel Q2, le gomme soft nel Q3). E se la Red Bull resta superiore nel passo — sfruttando la grande capacità di non far degradare le gomme — la Ferrari può dire la sua, con i piloti che hanno provato l’effetto-scia in più occasioni. Anche la scuderia campione del mondo ha cercato il giusto bilanciamento con diverse prove comparative: nelle FP1 Max Verstappen è sceso in pista con una monoposto “più carica”, alla ricerca di dati, mentre Sergio Pérez, più scarico, è stato più veloce sul dritto. L’assetto ha convinto l’olandese, poi sceso in pista nel pomeriggio con una nuova ala posteriore e una vettura alleggerita, mentre il suo compagno di squadra ha confermato le grandi difficoltà mentali di stagione, finendo sulla ghiaia in curva Alboreto.

Sono dunque vari i motivi che lasciano sperare in bene piloti, team e tifosi della Ferrari: in primis un comportamento nettamente differente della vettura rispetto a quello visto nel gp d’Olanda a Zandvoort, dove la mancanza di carico aerodinamico rendeva la SF-23 troppo nervosa nelle curve lente, provocando uno scivolamento e di un degrado accentuato alle gomme nella seconda parte di stint. Su una pista più atipica come quella di Monza — dai lunghi rettilinei e curve veloci e d’appoggio — le Ferrari hanno dunque tutto per stupire dietro all’imprendibile Verstappen. Per farlo, le rosse si sono presentate all’Autodromo nazionale con ale anteriori e posteriori scariche e un fondo modificato alla parte posteriore, per evitare il noto fenomeno del porpoising, il “saltellamento sul dritto”.

I risultati si sono visti sin da subito: una volta trovata la corretta altezza da terra a entrambe le vetture, i due piloti si sono potuti concentrare sul passo-gara mentre altri team hanno avuto più problemi: ad esempio le Aston Martin e le McLaren, oltre alla Williams di Alexander Albon — apparsa in forma nel pomeriggio sulle medie, ma finita sulla ghiaia di mattina alla Ascari —, l’AlphaTauri di Yuki Tsunoda ed entrambe le Mercedes di George Russell e Lewis Hamilton. Per il britannico — che venerdì ha ufficializzato il rinnovo con il team di Stoccarda fino al 2025 — è stata una giornata piena di difficoltà. La scelta di provare una configurazione più carica non ha pagato sia in inserimento curva che sui lunghi rettilinei (oltre che sul giro secco), tanto che il suo compagno è risultato più veloce.

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