Invitato in Italia per assistere ad una riunione pugilistica, Rocky Marciano ne approfitta per spostarsi da Roma a Ripa Teatina, il borgo abruzzese da dove tanto tempo prima il padre era partito per gli Stati Uniti in cerca di fortuna. Da anni l’eroe degli americani ha il desiderio di andare a scoprire le sue radici, già nel 1943 quando si trovava in Galles con l’esercito statunitense aveva scritto alla sorella una lettera piena di nostalgia per una terra di cui aveva sentito tanto raccontare in famiglia. Nel 1964 il sogno si realizza. A Ripa Teatina accolgono il campione, di cui il primo settembre ricorre il centenario della nascita, con tutti gli onori del caso. Gli preparano una porchetta talmente buona che quando gliene prospettano una seconda per l’indomani, cambia i programmi e si ferma un’altra notte in zona. Nel borgo trascorre delle ore liete, brindando con i paesani, prendendo un caffè, addirittura provando a fare il talent scout con un ragazzone alto quasi due metri lì accorso per vedere il campione. Promise che sarebbe ritornato presto e con più ore a disposizione. Succede invece che il 31 agosto 1969, il giorno prima del suo quarantaseiesimo compleanno, precipita a bordo del suo aereo a causa di brutte condizioni atmosferiche. E così Marciano in Italia non farà più ritorno.
A Ripa Teatina, circa quattromila abitanti in provincia di Chieti, c’è oggi una statua dell’artista Luciano Primavera che lo ricorda. Ogni anno viene organizzata una manifestazione culturale, il “Premio Rocky Marciano”, la cui direzione artistica è del giornalista Dario Ricci, il quale da pochi giorni è uscito con un libro in cui si mette alla ricerca di ciò che il pugile è stato e tuttora è. Rocky Marciano. Sulle tracce del mito 1923-2023 è edito da lab DFG e si legge tutto d’un fiato. Il comune di Ripa Teatina è gemellato con San Bartolomeo in Galdo, dove è nata la mamma e dove Rocky avrebbe voluto andare in pellegrinaggio, e con Sequals, che ha dato i natali ad un altro campione del mondo dei pesi massimi come Primo Carnera. Ripa è detto anche il “Borgo dei Campioni” perché qui è venuto al mondo il pugile Rocky Mattioli, campione del mondo dei medi junior nel 1977.
Rocky Marciano nasce a Brockton nel Massachusetts come Rocco Marchegiano il primo settembre 1923 da Pierino (Quirino) Marchegiano, appunto originario di Ripa Teatina e Pasqualina Picciuto di San Bartolomeo in Galdo, in provincia di Benevento. Non inizia subito con la boxe, sport che lo ha reso mito in America e in tutto il mondo, ma la sua grande passione è il baseball. Poi nel 1943, arruolato nell’esercito, inizia a boxare, esordisce nel professionismo il 17 marzo 1947, vittoria per ko alla quarta ripresa. È la prima di 49 in carriera, senza l’ombra di una sconfitta. Quarantatré sono arrivate per ko. Il suo pugno era micidiale, il colpo preferito il destro. Aveva una tecnica pugilistica basica ma una potenza devastante e una resistenza quasi senza limiti. Il 23 settembre 1952 al Municipal Stadium di Filadelfia batte, per ko alla tredicesima ripresa, il campione in carica Jersey Joe Walcott, conquistando il titolo mondiale dei pesi massimi. Nella rivincita il 13 maggio 1953 al Chicago Stadium Walcott va ko già alla prima ripresa. L’ultimo match di una carriera splendida è nel 1955. Vittoria (ovviamente) con Archie Moore, sconfitto per ko alla nona ripresa. “Non voglio essere ricordato come un campione battuto”, dice nella conferenza stampa d’addio. E diversamente da tanti, troppi, suoi colleghi non avrà mai ripensamenti. Nel 1964 c’è il viaggio in Italia con visita a Ripa Teatina e udienza da papa Paolo VI. Nel frattempo i pesi massimi hanno un nuovo campione, Muhammad Ali, che nel febbraio di quell’anno, battendo Sonny Liston, si è preso il titolo che fu di Marciano.
Diciannove anni di differenza, Marciano e Ali non si sono mai affrontati su un ring eppure in rete si può trovare il loro “Superfight”. Rocky e Muhammad lavorano insieme prima per tre giorni nell’inverno del 1969 e poi, sempre in segreto, per altri due nel luglio dello stesso anno. Nella palestra-studio di Miami registrano 75 round della durata di un minuto ciascuno. Tutto questo per creare un match virtuale e designare chi è il più forte tra i due. Il 20 gennaio 1970 il film viene proiettato nelle sale. Ali lo vede in un cinema di Filadelfia, con accanto i suoi fan disperati per il ko subito. Rocky invece non fa in tempo a vedere il risultato dei mesi precedenti per via del suo Cessna 172 precipitato a Newton nello Iowa. Il suo mito, come succede solo ai grandissimi, gli sopravvive a distanza di decenni. Negli Stati Uniti come a Ripa Teatina.