Calcio

Per i posteri Mancini non sarà più colui che ha vinto l’Europeo, ma quello che se l’è svignata

di Trilussa

Forse sarò anche un poveraccio che non sa apprezzare il valore dei soldi, sono però in grado di apprezzare molto bene il valore della sincerità e della dignità. Solo pochi giorni di attesa dall’addio dell’ex mister della nazionale, nemmeno il tempo di aspettare che la notizia si sia sedimentata nella mente dei molti tifosi delusi, che ecco chiaro il vero motivo dell’abbandono. Un motivo molto semplice: dai 25 ai 30 milioni di euro a stagione al nuovo Mister per “fare la storia” della nazionale araba!

Dai sorrisi e dall’entusiasmo mostrato nella presentazione, appaiono così finalmente evidenti le tante scuse campate in aria per motivare l’abbandono come le aspettative tradite, i cattivi rapporti con la Federazione, i malumori sullo staff, da suscitare quasi un sentimento di pena per questo piccolo uomo. Alla base di tutto semplicemente e solamente i milioni sauditi.

Ma io dico, cosa se ne farà di tutti quei milioni! Forse non sono pratico di queste cifre ma credo che lo stipendio che percepiva di 4,5 milioni l’anno, per 5 anni oltre 20 milioni, se naturalmente ben gestiti (ma questo vale anche per i 100 sauditi) gli permetteva una vita ben più che dignitosa. Poteva cambiare l’auto senza problemi, comprarsi una villa in qualche località turistica, dare una mano a figli nipoti e parenti e gliene avanzava ancora. Gliene avanzava ancora insieme alla dignità e al vanto, nonché al valore intrinseco, di aver rifiutato, per impegno preso con la Federazione e con tutti gli sportivi italiani, di continuare a condurre la nazionale di fronte a un’offerta più che generosa.

Forse invece di una bella auto potrà averne due, e magari anche un paio di residenze sfarzose, ma queste lo compenseranno dai fischi che riceverà quando si presenterà in campo in una gara con l’Italia, dalle occhiate di riprovazione di tutti gli italiani che incontrerà sulla sua strada d’ora in poi? Non quelli ufficiali che dovranno, obtorto collo, fare finta di niente sorridere e dire che ha fatto bene. No, parlo di quegli italiani umili e tifosi che non capiranno e non accetteranno mai la decisione di lasciare la nazionale a distanza di un mese da incontri importanti per le qualificazioni agli Europei “per un pugno (generoso) di dollari”. Un brutto esempio di mercimonio per i nostri giovani in cerca di figure ideali cui ispirarsi, sempre più rare in questa società povera e impoverita culturalmente. Un dispiacere ancora maggiore perché venuto da un personaggio che non ti saresti mai aspettato: il ragazzo semplice e amato da tutti, tanto da essere perdonato anche quando i risultati sono stati così deludenti.

Voglio comunque, come gesto di generosità, pensare che oltre ai soldi per la sua scelta sia stato condizionato anche dal desiderio di una nuova avventura, di una impresa folle, di una scommessa difficile in un paese nuovo e tanto diverso dal nostro. E forse anche dal rischio concreto di una nuova brutta figura con la nostra nazionale.

Può avere solo una fortuna: che la nazionale del nuovo tecnico Spalletti giochi bene, vinca e superi il turno. Allora forse gli sarà perdonato ma solo in parte, perché la brutta figura rimarrà e per tutti i tifosi e i posteri rimarrà non il Mancini che ha condotto la Nazionale sulla vetta d’Europa, ma quello che se l’è svignata alla chetichella, dicendo molte bugie e inseguendo soprattutto i soldi.

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