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Giuliana De Sio si sfoga: “Mi hanno calunniato in maniera non meno grave di come è successo a Mia Martini. Una diceria che mi ha fatto male”

“Questa diceria che sono una persona impossibile è una calunnia. Una calunnia non meno grave di quella che ha subito Mia Martini sul fatto che portava sfortuna. Ed è una cosa che mi ha fatto molto male. Davvero molto male”, ha spiegato l'attrice a Repubblica. Voci che, spiega, le hanno rovinato la carriera

di Francesco Canino

Giuliana De Sio ne è convinta: le voci sul fatto che abbia un carattere difficile, le hanno rovinato la carriera. Negli anni ’80 era corteggiata da tutti i registi, poteva permettersi di dire di no a un maestro come Jean-Luc Godard (“sono andata fino a casa sua in Svizzera e dopo mezza giornata sono fuggita”), poi però è accaduto qualcosa che ha trasformato il cinema da sua più grande passione a grande delusione. Colpa del fattore estetico – “non dimostro l’età che ho” – ma soprattutto su una serie di dicerie che, come racconta lei stessa, hanno frenato la sua corsa verso il successo.

GIULIANA DE SIO E LA CALUNNIA CHE LA ROVINATO LA CARRIERA
In una lunga intervista a Repubblica, Giuliana De Sio racconta la sua grande ascesa, dagli sceneggiati tv da 20 milioni di spettatori ai film con i grandi registi, tra cui Elio Petri, cui fu poi legata da un amore straordinario, fino all’indimenticabile Scusate il ritardo, con Massimo Troisi. Negli anni ’80 sembrava che tutto il grande cinema fosse ai suoi piedi, poi però qualcosa si ruppe. “Ero convinta che certi miei film, per cui ero stata anche premiata, fossero un trampolino per fare del cinema più importante che poi non ho fatto. Credo di essere una delle poche che dopo aver ricevuto il secondo David di Donatello per Cattiva di Lizzani ha visto la sua carriera interrompersi. Di solito si spicca il volo, invece hanno iniziato a dirmi quella cosa insopportabile che dicono alle donne”, rivela. Colpa della sua avvenenza, spiega: “Dicono che sono difficile da collocare in qualche ruolo importante cinematografico o televisivo perché non dimostro l’età che ho. E di questo me ne fanno una colpa. Non mi possono collocare, dicono. Ma mi pare una grande stronzata. Alla fine, c’è sempre questo problema per le donne, sempre quello: ‘Quanti anni ha?’”. Ma a farle davvero male è stato un altro tipo di pettegolezzi: “Questa diceria che sono una persona impossibile è una calunnia. Una calunnia non meno grave di quella che ha subito Mia Martini sul fatto che portava sfortuna. Ed è una cosa che mi ha fatto molto male. Davvero molto male”.

LE BOTTE CON GIANNI AMELIO E IL VAFFA A GODARD
Ma non nega di avere un carattere determinato, come dimostrano due episodi avvenuti in passato. A cominciare dallo scontro fisico con Gianni Amelio, durante le riprese di un film per la tv: “Mentre eravamo in sala prove lui deve aver pensato che lo stessi guardando male e mi ha detto due tre cose davvero stupide. In pochi secondi siamo venuti alle mani con ceffoni e calci con tutti gli ingombri del set che cadevano. Una roba quasi da Bud Spencer e Terence Hill che poi è finita lì. Sono passati 40 anni ma purtroppo questo episodio mi ha segnata. Da quel momento è partita la voce del mio carattere impossibile”. Stracult invece il racconto dell’incontro con Jean-Luc Godard, che la voleva in Nouvelle Vague, il film che stava preparando con Alain Delon: lui la riceve nel buio totale di casa sua, inizia a parlare male di Delon e poi di una sua collega: “Prima di vedere delle mie foto lui voleva un’altra attrice, Domiziana Giordano, ma aveva scoperto che aveva la cellulite e quindi non poteva prenderla perché, testuali parole, ‘era diventata una vacca’”. A quel punto le spiega che se avesse fatto il film avrebbe dovuto firmare una clausola per non lavorare con nessun altro regista per altri cinque anni: “In pochi secondi l’ho salutato e mi sono precipitata giù dalle scale. Il giorno dopo mi ha chiamato il mio agente francese dicendomi che Godard l’aveva chiamato chiedendogli di farmi tornare ma io non ne volevo sapere. Il mio agente mi ha implorato ‘Ma sei folle, puoi lavorare con Godard’. E io ‘Vaffanculo te e Godard’”.

IL RAPPORTO CON LA FAMIGLIA E IL TENTATO SUICIDIO A 13 ANNI
Ma nell’intervista c’è spazio anche per il privato, con una rivelazione molto forte sul tentato suicidio. “Parlare della mia famiglia è doloroso perché si tratta di una famiglia inesistente”, ammette. I suoi genitori si separano molto presto, lei vede il padre fino ai 12 anni poi riallaccia i rapporti solo da adulta e dunque vive con sua madre, con la quale però il rapporto è stato a dir poco molto contorto. “Mia madre era alcolista e c’erano davvero pochi orari in cui era accessibile. Da bambina non capivo perché dopo una certa ora non potevo parlare con lei. Diventava aggressiva, chiusa, malinconica”, spiega. In tutta questa situazione complicata, in piena adolescenza tenta il suicidio: “A 13 anni ho preso delle pillole e mi hanno salvato per il rotto della cuffia. Non so perché l’ho fatto, probabilmente cercavo attenzione rischiando di morire. Sicuramente c’era un disagio di cui però non ho un grande ricordo”.

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