“Venezia può essere decadente, ma spesso la decadenza porta a galla i sentimenti”, ha detto Armani incontrando i giornalisti poche ore prima del grande evento. Un momento molto intimo, in cui lo stilista si è raccontato a cuore aperto, confidando un episodio che l’ha toccato nel profondo
“Molti anni fa, quando ero all’inizio della mia carriera e i miei abiti iniziavano ad avere i primi flash sul red carpet del Festival, per me Venezia è stata una promessa, una speranza. Oggi quel sogno si è avverato e per questo essere qui è per me una grandissima emozione”. È un Giorgio Armani commosso fino alle lacrime quello che sabato sera, nei suggestivi spazi delle Tese delle nappe all’Arsenale, ha tenuto la sua One Night Only, una serata speciale – oltre che super esclusiva – per celebrare il suo legame con il cinema in occasione dell’80esima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. Prima la sfilata della collezione Giorgio Armani Privé che lo scorso gennaio aveva presentato a Parigi, ispirata proprio all’Arlecchino e alla tradizione veneziana, poi la grande festa con circa 700 invitati, tra star di Hollywood e amici di una vita, come Sophia Loren, che lo ha applaudito seduta in prima fila. E poi Jessica Chastain, Benicio del Toro, Gabriele Salvatores, Giuseppe Tornatore, Ang Lee, Luca Guadagnino, Ferzan Özpetek, Isabella Ferrari, Kerry Washington, Claudia Gerini, Regé-Jean Page, Miriam Leone con il pancione, Raoul Bova con la moglie, Luca Argentero e Cristina Marino, Matilde Gioli, Margherita Buy, Barbara Palvin e tanti, tantissimi altri.
L’atmosfera era quella dei grandi balli veneziani, con i rondò di Mozart e le sonate di Bach in sottofondo. Le luci soffuse e le grandi geometrie a losanghe – motivo portante della collezione – decoravano i muri di mattoni rossi delle Tese, addolcendo la loro imponenza. Lo specchio d’acqua dell’Arsenale era affollato di barche, un via vai continuo per portare alla “corte” di Re Giorgio, moderno Doge per una notte, le tante persone arrivate in Laguna apposta per rendergli omaggio.
Gli ospiti scendevano dalle barche e poi si mettevano in fila per la tradizionale pioggia di flash. E nel mentre che attendevano il loro turno per la passerella, tutti a salutarsi e chiacchierare proprio come si fa alle feste tra amici. Potevi ritrovarti accanto Louis Garrel o Sergio Castellitto e non accorgertene (quasi). Quando finalmente tutti hanno preso posto sugli spalti ed è iniziata la sfilata, nella sala non volava una mosca. L’attenzione era completamente catalizzata dagli abiti. E anche per noi, questi capi li avevamo già visti mesi fa nella settimana dell’Alta Moda parigina, è stato come se fosse la prima volta. Un colpo di fulmine. Gli abiti tempestati di cristalli e paillettes irradiavano nella sala riflessi colorati all’incedere delle modelle, diventavano quasi magici. Il rosa cipria, il verde chiaro, il lilla e l’azzurro sono i colori portanti della palette acquerellosa che caratterizza la collezione ma i toni sgargianti della veste a losanghe di Arlecchino si fanno qui più intimi e sofisticati, smorzati da veli neri che ne catturano lo spirito più composto, introspettivo, a tratti malinconico.
“Venezia può essere decadente, ma spesso la decadenza porta a galla i sentimenti”, ha detto Armani incontrando i giornalisti poche ore prima del grande evento. Un momento molto intimo, in cui lo stilista si è raccontato a cuore aperto, confidando un episodio che l’ha toccato nel profondo: “Sono qui con la mia barca e mi ha davvero colpito vedere tutta la gente che si ferma a salutarmi, chiama il mio nome e mi applaude dalla banchina. Sì, mi emoziono ancora alla mia età. Proprio stamattina tra questa folla c’era una signora di 85 anni che voleva fotografarmi con il telefonino. Allora sono sceso dalla barca e ho fatto una foto con lei: si è commossa dalla felicità, mi fa ringraziato fino alle lacrime. Ecco, questo mi ha ripagato di tutte le difficoltà e di tutte le fatiche della mia vita”, ha ammesso con la voce incrinata dall’emozione e gli occhi lucidi. E poi ancora, lo stilista è un fiume in piena e parla del suo legame con il mondo del cinema, da American Gigolò al docufilm di Scorsese Made in Milan che ha rivisto proprio pochi giorni fa, spiegando perché ha voluto essere qui ora: “Sono nato con il cinema dentro perché i miei genitori lo amavano e mi hanno trasmesso la passione. Invidio i registi che riescono a fare film che restano nel tempo e amo gli attori che sanno dare il volto a certi sentimenti”.
E molti di quegli attori l’hanno applaudito calorosamente quando, al termine della sfilata, ha fatto la sua comparsa in passerella, con completo scuro e papillon. E se il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro gli ha consegnato il Leone d’Oro in vetro di Murano come “omaggio sincero di un’intera Città patrimonio del mondo”, i tanti ospiti presenti si sono stretti a lui in un forte applauso che in realtà era un grande abbraccio collettivo. Poi tutti fuori per il party, tra calici di champagne e balli sulle note delle canzoni di Roisin Murphy. Qui le star del cinema si sono concesse per i selfie con gli invitati, prima di defilarsi con discrezione. “Questa serata esula dal rigido sistema delle sfilate, non ha nulla a che fare con il mondo della moda – ha chiosato Giorgio Armani. Me la sono concessa per provare a togliere quell’immagine di Armani troppo severo. Mi sono lasciato andare al divertimento, l’ho fatto di proposito per scardinare l’idea che io sia rigoroso. Ho voluto regalare al pubblico un’emozione e mi auguro che questa emozione arrivi”. E noi possiamo dirvi che sì, è arrivata. Forte e potente.