Navarro-Valls rivoluzionò la comunicazione pontificia. Oggi non sembra per nulla rimpianta
“Santo Padre, questo lavoro si può svolgere soltanto se si ha un accesso diretto al Papa. Se si è potuto fare qualcosa in questi anni, è stato per questo: sia nella normalità, sia nei giorni della malattia e della morte di Giovanni Paolo II. La mentalità della Curia non è facile: ‘Non dica niente se i giornalisti non domandano, e se domandano, allora dica…’. Però è una condotta molto reattiva, mai propositiva. L’opinione pubblica è come un grande contenitore: il primo che lo riempie può proporre i propri argomenti e gli altri lo seguono. Se altri propongono gli argomenti, allora non resta che procedere con delle smentite”. È in questo passaggio della prima udienza di Benedetto XVI con l’allora direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Joaquín Navarro-Valls, scomparso nel 2017, la chiave della rivoluzione comunicativa attuata dal giornalista e medico spagnolo in Vaticano con il pieno sostegno di san Giovanni Paolo II.
L’udienza si svolge a Casa Santa Marta, la residenza provvisoria di Ratzinger, due giorni dopo la sua elezione al pontificato, il 21 aprile 2005. Navarro-Valls racconta l’incontro: “Una volta seduti, gli spiego: ‘Santo Padre, varie volte ho parlato con Giovanni Paolo II di lasciare questo lavoro, perché sono già molti anni. Lui scherzava dicendo: ‘Ricordamelo fra cinque anni…’. Ora farò assolutamente quello che il Papa mi dirà’. Lui risponde: ‘No, almeno durante il primo anno, continui a fare questo lavoro’”. È quanto si legge nel libro di memorie di Navarro-Valls, pubblicato postumo, intitolato I miei anni con Giovanni Paolo II (Mondadori) e curato da Diego Contreras, professore straordinario di analisi e pratica dell’informazione della Pontificia Università della Santa Croce. Un testo voluminoso che ripercorre, con una cronaca puntuale e quotidiana, il mandato del giornalista come portavoce del Papa, dal 1984 al 2006, quando ha lasciato il testimone al gesuita padre Federico Lombardi.
Un libro che contribuisce a scrivere pagine importanti del pontificato di san Giovanni Paolo II, della Sede Vacante che si è svolta dopo la sua morte, avvenuta dopo ventisette anni di regno, dell’elezione di Benedetto XVI e del suo primo anno di governo della Chiesa. Navarro-Valls si accorge subito, però, che l’intesa diretta tra lui e Wojtyla non avrà un seguito con Ratzinger. Davanti alle proposte fatte dal portavoce vaticano in quella prima udienza con Benedetto XVI, il Papa, riporta il giornalista, annuisce: “Mi assicura che potrò avere accesso a lui in caso di bisogno, di chiamarlo al telefono. Che mi darà il suo sostegno. Tutto questo mi tranquillizza un po’”.
Eppure, le cose non vanno come previsto. Già dopo le prime settimane del nuovo pontificato, il 4 giugno 2005, Navarro-Valls scrive: “Noto una tendenza involutiva nell’azione informativa della Santa Sede. Mancano le informazioni. Ma sono consapevole che alla fine di quest’anno lascerò il mio incarico e non mi sembra opportuno condizionare il lavoro del mio successore”. Il portavoce, però, non si arrende ed esprime le sue forti perplessità al segretario di Benedetto XVI: “Georg vuole parlare con me e chiacchieriamo durante due lunghe passeggiate. Gli spiego la mia visione delle cose che si riferiscono al lavoro: il problema della mancanza di informazioni e la quasi impossibilità di organizzare una strategia informativa. Georg è molto esplicito. Senza fare nomi, mi spiega ciò che alcuni hanno detto al Papa: che io ero molto amico di Dziwisz e questo aveva fatto sì che io scavalcassi la struttura. Hanno detto che c’era mancanza di collaborazione, che in definitiva era conveniente un cambio. Georg si rende conto che, in realtà, quello che alcuni cercano è di recuperare ‘il potere perduto’, per così dire. Comprendo la situazione e anche queste reazioni. Sinceramente, non vi attribuisco grande importanza”.
La situazione non migliora e il 1 dicembre 2005 si svolge un’udienza che per il giornalista prelude al congedo finale. Navarro-Valls la ripercorre sempre nelle sue memorie: “Vado a trovare il Papa. Secondo il nuovo stile, mi ha convocato con una lettera ufficiale della Prefettura della Casa Pontificia. La mia udienza è alle sei e un quarto del pomeriggio. Prima, il Papa ne aveva un’altra con il cardinale Etchegaray. Si svolge nel suo appartamento, nella sala grande dell’ingresso. Il Santo Padre è solo. Non ci sono fogli sul suo tavolo. È rilassato, seduto con le gambe incrociate. Ho l’intenzione di chiedergli se è venuto il momento del ricambio alla Sala Stampa. Ma non posso affrontare l’argomento, perché lui comincia a sollecitare il mio parere sull’informazione della Santa Sede. Gli dico che, senza esprimere alcun giudizio sulle persone, il clima attuale – dal mio punto di vista – non è positivo, fondamentalmente per la mancanza di informazione preventiva. Gli porto qualche esempio concreto”.
Il 1 febbraio 2006 Navarro-Valls scrive a Benedetto XVI la sua lettera di dimissioni. Appena due giorni dopo, il 3 febbraio, il segretario del Papa, monsignor Gänswein, lo chiama per dirgli che Ratzinger ha accettato le sue dimissioni, ma gli chiede di restare al suo posto fino all’estate. L’11 luglio seguente viene pubblicata la nomina del suo successore. L’era di Navarro-Valls in Vaticano si conclude, ma la sua rivoluzione comunicativa, come emerge chiaramente anche dalle sue memorie, si era già archiviata con la fine del pontificato wojtyliano. Una stagione lungimirante e ricca di numerosi successi, non solo nel campo comunicativo, del Papa e della Santa Sede che oggi nei sacri palazzi non sembra per nulla rimpianta. Un’epoca che ha segnato sicuramente una pagina molto luminosa nella storia della comunicazione ecclesiale e che si è potuta realizzare per la totale sintonia tra Wojtyla, Dziwisz e Navarro-Valls. Una triade difficilmente ripetibile.
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico
La Redazione
Roma, 27 feb (Adnkronos) - "Trump dice, metto dazi al 25%. L''Italia deve stare con Europa e l'Europa deve rimenare. Ma ci vuole l'Europa, non sovranisti da quattro soldi e provinciali alle vongole". Lo ha detto Matteo Renzi a L'aria che tira, su La7.
Parigi, 27 feb. (Adnkronos/Afp) - L'Unione Europea "farebbe lo stesso" se gli Stati Uniti mettessero dazi del 25 percento, come annunciato dal presidente Donald Trump. Lo ha dichiarato il ministro delle Finanze francese Eric Lombard. "È chiaro che se gli americani aumenteranno i dazi, come annunciato dal presidente Trump, l'Ue farà lo stesso", ha affermato Lombard a margine della riunione dei ministri delle finanze del G20 a Città del Capo. "Anche se non è nell'interesse generale, anche noi dobbiamo proteggere i nostri interessi e quelli dei paesi dell'Unione", ha aggiunto.
Roma, 27 feb (Adnkronos) - "Oggi vediamo che Giorgia Meloni non tocca palla, gli interlocutori americani sono Merz, Macron e Starmer. Giorgia Meloni si sta rivelando una influencer abbastanza inconsistente e lo dico con dispiacere". Lo ha detto Matteo Renzi a L'aria che tira, su La7.
Roma, 27 feb. (Adnkronos Salute) - "Anche quest'anno siamo felici e onorati di aver partecipato alla campagna che Uniamo ha svolto in questo periodo, in termini di eventi, di momenti di incontro ben organizzati e ben ideati. Sono passati più di vent'anni e Uniamo ha fatto un egregio lavoro per sensibilizzare sempre di più non solo gli addetti ai lavori, ovviamente, ma l'intera società sui temi delle malattie rare. Ecco, le malattie rare hanno ancora tanti ambiti aperti, la diagnosi, che dovrebbe essere quanto più precoce possibile, la disponibilità dei trattamenti e, ovviamente, la ricerca. Chiesi sta portando avanti diversi progetti in termini di ricerca, sia a livello nazionale, con studi clinici locali, che a livello globale, per cercare di portare terapie o anche solo sviluppi di terapie che possono essere fondamentali per i pazienti, per migliorare e facilitare la vita delle persone con malattie rare e dei loro familiari/caregiver". Lo ha detto all'Adnkronos Salute Enrico Piccinini, responsabile europeo delle Malattie rare Chiesi Global Rare Diseases, in occasione del convegno finale, oggi a Roma, della campagna #UNIAMOleforze promossa per la Giornata mondiale delle malattie rare che si celebra domani, 28 febbraio.
Roma, 27 feb. (Adnkronos Salute) - "Non finirò mai di ringraziare la Federazione Uniamo per tutto ciò che fa, perché chi soffre di una malattia rara, oltre allo sconforto, vive anche un senso di impotenza e di solitudine legato proprio alla condizione di rarità della malattia. L'impegno delle istituzioni è fondamentale, io ci tengo sempre a ricordare un aspetto, sottolineato recentemente anche dal presidente Mattarella, ovvero che 'bisogna arrivare a un'equità di accesso alle cure su tutto il territorio nazionale', quindi bisogna lavorare e combattere gli squilibri territoriali". Così all'Adnkronos Salute il presidente della Commissione Affari sociali e Salute della Camera, Ugo Cappellacci (Fi), in occasione del convegno finale, oggi a Roma, della campagna #UNIAMOleforze promossa per la Giornata mondiale delle malattie tare che si celebra domani, 28 febbraio.
"Su questo tema - sottolinea - c'è anche il grande lavoro del ministero della Salute e del sottosegretario Marcello Gemmato, che con grande impegno ha approvato e rifinanziato il nuovo Piano nazionale delle malattie rare che non veniva aggiornato dal 2016, strumento essenziale per garantire un'assistenza più equa ed efficace a chi ne è affetto. E' fondamentale proseguire su questa strada" e intervenire "con misure concrete, come l'abolizione dei prontuari terapeutici regionali che troppo spesso allungano i tempi di accesso ai trattamenti, e il potenziamento della disponibilità dei farmaci. Altrimenti, pazienti e caregiver continueranno a essere costretti al cosiddetto 'turismo sanitario', un altro male che dobbiamo eradicare", conclude Cappellacci.
Roma, 27 feb (Adnkronos) - Una "informativa urgente della presidente Meloni" è stata chiesta in aula alla Camera da Avs, Pd e M5s sulla questione dei Dazi sui prodotti europei annunciati da Donald Trump. "Meloni venga in aula a dirci cosa intende fare per difendere la nostra economia, le fabbriche, i lavoratori e le lavoratrici. Meloni scappa da settimane, non pronuncia una parola", ha detto Elisabetta Piccoloti, di Avs.
"Mi pare non ci sia percezione dell'eccezionalità e gravità della situazione, a maggior ragione quando è stata data notizia dalla decisione degli Stati Uniti di dazi al 25% nei confronti di prodotti dell'Ue -ha spiegato Federico Fornaro, del Pd-. E' necessaria una sessione straordinaria del Parlamento dedicata alla politica estera, è in gioco un pezzo importante del nostro futuro".
"La minaccia fatta all'Europa, al Paese, al nostro tessuto industriale è concreta. E' assolutamente necessario che la presidente Meloni, che vanta una amicizia e vicinanza politica al presidente Trump, venga a spiegarci cosa intende fare il suo governo per evitare questa che sarebbe una sciagura", ha detto Marco Pellegrini, del M5s.
Catania, 27 feb. (Adnkronos) - Dall’ambiente all’industria, dall’energia al welfare, dai servizi alla formazione, dall’università alla sanità, dalla cultura all’economia e al lavoro. Ogni settore della vita sociale, economico e produttivo della Sicilia è stato analizzato da tutte le federazioni, dalle Unioni sindacali territoriali e dalla Unione sindacale regionale della Cisl, per dare vita "al primo piano di proposte del sindacato, condiviso ed elaborato con metodo partecipativo". Destinatari del piano il governo regionale, l’Ars e gli eurodeputati eletti in Sicilia, “interlocutori principali per una visione complessiva del presente e del futuro della Sicilia”, come ha ribadito il segretario generale della Cisl Sicilia, Leonardo La Piana, presentando il piano oggi all’Hotel Sheraton di Aci Castello (Catania). Sono intervenuti l’assessore regionale al Bilancio, Alessandro Dagnino, il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, il presidente della Cesi, Antonino Raspanti, gli eurodeputati Marco Falcone, Giuseppe Lupo, Ruggero Razza e Gianfranco Caccamo in rappresentanza di Sicindustria.
“L’errore principale che viene fatto nella programmazione delle scelte è quello di immaginare i settori come slegati l’uno dall’altro. Invece è esattamente il contrario perché ogni segmento è interconnesso con l’altro. Da qui la decisione di elaborare un piano che fosse di tutta la Cisl siciliana, perché per noi la partecipazione è davvero un principio fondante da replicare come fondamentale metodo e strumento di lavoro”, ha detto il numero uno della Cisl Sicilia La Piana, sottolineando che non servono misure di assistenzialismo, mentre occorre pianificare e progettare, per non essere costretti poi ad affrontare le emergenze.
“Non siamo né saremo mai professionisti del No - ha aggiunto La Piana - perché abbiamo scelto di partecipare ai percorsi e ai processi, analizzandoli con approccio propositivo e criticamente costruttivo”. Ogni Federazione e ogni Unione Sindacale Territoriale della Cisl siciliana ha elaborato una scheda di approfondimento con proposte tematiche, una sintesi delle quali è poi stata inserita in una relazione complessiva elaborata dalla Confederazione regionale del sindacato. La Cisl Sicilia oltre al piano complessivo ha presentato 6 proposte di immediata realizzazione che non gravano sulle casse regionali, perché la loro copertura finanziaria è legata all’utilizzo efficace e totale dei fondi comunitari e regionali, alla razionalizzazione delle risorse e alla capacità di investire su aree ancora non valorizzate.
Le proposte sono: Creazione di un centro d’eccellenza per la formazione relativa all’intelligenza artificiale, che abbia sede a Castello Utveggio a Palermo e che sia propedeutico alla creazione di un Hub sull’AI nell’isola; Sottoscrizione di un Accordo di Programma Quadro sulla legalità fra governo regionale, associazioni datoriali, parti sociali, Anci, Inps e Inail che abbia come focus la centralizzazione delle informazioni delle aziende attraverso la creazione di una centrale digitale di tutte le informazioni, un database delle aziende siciliane; Piena attuazione della continuità territoriale, in relazione della condizione di insularità riconosciuta dal Parlamento Europeo; Riforma del Welfare che doti i Distretti Socio Sanitari di effettiva personalità giuridica; Avvio di un percorso legislativo finalizzato alla piena attuazione dello Statuto siciliano, relativamente all’obbligo del versamento dell’ imposta sui redditi delle società (Ires) per le imprese che operano in Sicilia ma hanno sede legale altrove e costituzione di un fondo per l’occupazione da realizzare attraverso le risorse reperite; istituzione della giornata regionale delle vittime del dovere, per onorare la memoria dei morti sul lavoro e incentivare le azioni di sensibilizzazione e pianificazione di interventi dedicati.
“Con questo lavoro si pongono le basi per l’avvio di un confronto permanente a livello regionale e territoriale fra le Federazioni e le Unioni territoriali con le istituzioni di riferimento- ha detto La Piana - per dare valore al coraggio delle idee e tradurre le proposte in atti concreti”.
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Francesco Antonio Grana
Vaticanista
Società - 3 Settembre 2023
Navarro-Valls rivoluzionò la comunicazione pontificia. Oggi non sembra per nulla rimpianta
“Santo Padre, questo lavoro si può svolgere soltanto se si ha un accesso diretto al Papa. Se si è potuto fare qualcosa in questi anni, è stato per questo: sia nella normalità, sia nei giorni della malattia e della morte di Giovanni Paolo II. La mentalità della Curia non è facile: ‘Non dica niente se i giornalisti non domandano, e se domandano, allora dica…’. Però è una condotta molto reattiva, mai propositiva. L’opinione pubblica è come un grande contenitore: il primo che lo riempie può proporre i propri argomenti e gli altri lo seguono. Se altri propongono gli argomenti, allora non resta che procedere con delle smentite”. È in questo passaggio della prima udienza di Benedetto XVI con l’allora direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Joaquín Navarro-Valls, scomparso nel 2017, la chiave della rivoluzione comunicativa attuata dal giornalista e medico spagnolo in Vaticano con il pieno sostegno di san Giovanni Paolo II.
L’udienza si svolge a Casa Santa Marta, la residenza provvisoria di Ratzinger, due giorni dopo la sua elezione al pontificato, il 21 aprile 2005. Navarro-Valls racconta l’incontro: “Una volta seduti, gli spiego: ‘Santo Padre, varie volte ho parlato con Giovanni Paolo II di lasciare questo lavoro, perché sono già molti anni. Lui scherzava dicendo: ‘Ricordamelo fra cinque anni…’. Ora farò assolutamente quello che il Papa mi dirà’. Lui risponde: ‘No, almeno durante il primo anno, continui a fare questo lavoro’”. È quanto si legge nel libro di memorie di Navarro-Valls, pubblicato postumo, intitolato I miei anni con Giovanni Paolo II (Mondadori) e curato da Diego Contreras, professore straordinario di analisi e pratica dell’informazione della Pontificia Università della Santa Croce. Un testo voluminoso che ripercorre, con una cronaca puntuale e quotidiana, il mandato del giornalista come portavoce del Papa, dal 1984 al 2006, quando ha lasciato il testimone al gesuita padre Federico Lombardi.
Un libro che contribuisce a scrivere pagine importanti del pontificato di san Giovanni Paolo II, della Sede Vacante che si è svolta dopo la sua morte, avvenuta dopo ventisette anni di regno, dell’elezione di Benedetto XVI e del suo primo anno di governo della Chiesa. Navarro-Valls si accorge subito, però, che l’intesa diretta tra lui e Wojtyla non avrà un seguito con Ratzinger. Davanti alle proposte fatte dal portavoce vaticano in quella prima udienza con Benedetto XVI, il Papa, riporta il giornalista, annuisce: “Mi assicura che potrò avere accesso a lui in caso di bisogno, di chiamarlo al telefono. Che mi darà il suo sostegno. Tutto questo mi tranquillizza un po’”.
Eppure, le cose non vanno come previsto. Già dopo le prime settimane del nuovo pontificato, il 4 giugno 2005, Navarro-Valls scrive: “Noto una tendenza involutiva nell’azione informativa della Santa Sede. Mancano le informazioni. Ma sono consapevole che alla fine di quest’anno lascerò il mio incarico e non mi sembra opportuno condizionare il lavoro del mio successore”. Il portavoce, però, non si arrende ed esprime le sue forti perplessità al segretario di Benedetto XVI: “Georg vuole parlare con me e chiacchieriamo durante due lunghe passeggiate. Gli spiego la mia visione delle cose che si riferiscono al lavoro: il problema della mancanza di informazioni e la quasi impossibilità di organizzare una strategia informativa. Georg è molto esplicito. Senza fare nomi, mi spiega ciò che alcuni hanno detto al Papa: che io ero molto amico di Dziwisz e questo aveva fatto sì che io scavalcassi la struttura. Hanno detto che c’era mancanza di collaborazione, che in definitiva era conveniente un cambio. Georg si rende conto che, in realtà, quello che alcuni cercano è di recuperare ‘il potere perduto’, per così dire. Comprendo la situazione e anche queste reazioni. Sinceramente, non vi attribuisco grande importanza”.
La situazione non migliora e il 1 dicembre 2005 si svolge un’udienza che per il giornalista prelude al congedo finale. Navarro-Valls la ripercorre sempre nelle sue memorie: “Vado a trovare il Papa. Secondo il nuovo stile, mi ha convocato con una lettera ufficiale della Prefettura della Casa Pontificia. La mia udienza è alle sei e un quarto del pomeriggio. Prima, il Papa ne aveva un’altra con il cardinale Etchegaray. Si svolge nel suo appartamento, nella sala grande dell’ingresso. Il Santo Padre è solo. Non ci sono fogli sul suo tavolo. È rilassato, seduto con le gambe incrociate. Ho l’intenzione di chiedergli se è venuto il momento del ricambio alla Sala Stampa. Ma non posso affrontare l’argomento, perché lui comincia a sollecitare il mio parere sull’informazione della Santa Sede. Gli dico che, senza esprimere alcun giudizio sulle persone, il clima attuale – dal mio punto di vista – non è positivo, fondamentalmente per la mancanza di informazione preventiva. Gli porto qualche esempio concreto”.
Il 1 febbraio 2006 Navarro-Valls scrive a Benedetto XVI la sua lettera di dimissioni. Appena due giorni dopo, il 3 febbraio, il segretario del Papa, monsignor Gänswein, lo chiama per dirgli che Ratzinger ha accettato le sue dimissioni, ma gli chiede di restare al suo posto fino all’estate. L’11 luglio seguente viene pubblicata la nomina del suo successore. L’era di Navarro-Valls in Vaticano si conclude, ma la sua rivoluzione comunicativa, come emerge chiaramente anche dalle sue memorie, si era già archiviata con la fine del pontificato wojtyliano. Una stagione lungimirante e ricca di numerosi successi, non solo nel campo comunicativo, del Papa e della Santa Sede che oggi nei sacri palazzi non sembra per nulla rimpianta. Un’epoca che ha segnato sicuramente una pagina molto luminosa nella storia della comunicazione ecclesiale e che si è potuta realizzare per la totale sintonia tra Wojtyla, Dziwisz e Navarro-Valls. Una triade difficilmente ripetibile.
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Parigi, 27 feb. (Adnkronos/Afp) - L'Unione Europea "farebbe lo stesso" se gli Stati Uniti mettessero dazi del 25 percento, come annunciato dal presidente Donald Trump. Lo ha dichiarato il ministro delle Finanze francese Eric Lombard. "È chiaro che se gli americani aumenteranno i dazi, come annunciato dal presidente Trump, l'Ue farà lo stesso", ha affermato Lombard a margine della riunione dei ministri delle finanze del G20 a Città del Capo. "Anche se non è nell'interesse generale, anche noi dobbiamo proteggere i nostri interessi e quelli dei paesi dell'Unione", ha aggiunto.
Roma, 27 feb (Adnkronos) - "Oggi vediamo che Giorgia Meloni non tocca palla, gli interlocutori americani sono Merz, Macron e Starmer. Giorgia Meloni si sta rivelando una influencer abbastanza inconsistente e lo dico con dispiacere". Lo ha detto Matteo Renzi a L'aria che tira, su La7.
Roma, 27 feb. (Adnkronos Salute) - "Anche quest'anno siamo felici e onorati di aver partecipato alla campagna che Uniamo ha svolto in questo periodo, in termini di eventi, di momenti di incontro ben organizzati e ben ideati. Sono passati più di vent'anni e Uniamo ha fatto un egregio lavoro per sensibilizzare sempre di più non solo gli addetti ai lavori, ovviamente, ma l'intera società sui temi delle malattie rare. Ecco, le malattie rare hanno ancora tanti ambiti aperti, la diagnosi, che dovrebbe essere quanto più precoce possibile, la disponibilità dei trattamenti e, ovviamente, la ricerca. Chiesi sta portando avanti diversi progetti in termini di ricerca, sia a livello nazionale, con studi clinici locali, che a livello globale, per cercare di portare terapie o anche solo sviluppi di terapie che possono essere fondamentali per i pazienti, per migliorare e facilitare la vita delle persone con malattie rare e dei loro familiari/caregiver". Lo ha detto all'Adnkronos Salute Enrico Piccinini, responsabile europeo delle Malattie rare Chiesi Global Rare Diseases, in occasione del convegno finale, oggi a Roma, della campagna #UNIAMOleforze promossa per la Giornata mondiale delle malattie rare che si celebra domani, 28 febbraio.
Roma, 27 feb. (Adnkronos Salute) - "Non finirò mai di ringraziare la Federazione Uniamo per tutto ciò che fa, perché chi soffre di una malattia rara, oltre allo sconforto, vive anche un senso di impotenza e di solitudine legato proprio alla condizione di rarità della malattia. L'impegno delle istituzioni è fondamentale, io ci tengo sempre a ricordare un aspetto, sottolineato recentemente anche dal presidente Mattarella, ovvero che 'bisogna arrivare a un'equità di accesso alle cure su tutto il territorio nazionale', quindi bisogna lavorare e combattere gli squilibri territoriali". Così all'Adnkronos Salute il presidente della Commissione Affari sociali e Salute della Camera, Ugo Cappellacci (Fi), in occasione del convegno finale, oggi a Roma, della campagna #UNIAMOleforze promossa per la Giornata mondiale delle malattie tare che si celebra domani, 28 febbraio.
"Su questo tema - sottolinea - c'è anche il grande lavoro del ministero della Salute e del sottosegretario Marcello Gemmato, che con grande impegno ha approvato e rifinanziato il nuovo Piano nazionale delle malattie rare che non veniva aggiornato dal 2016, strumento essenziale per garantire un'assistenza più equa ed efficace a chi ne è affetto. E' fondamentale proseguire su questa strada" e intervenire "con misure concrete, come l'abolizione dei prontuari terapeutici regionali che troppo spesso allungano i tempi di accesso ai trattamenti, e il potenziamento della disponibilità dei farmaci. Altrimenti, pazienti e caregiver continueranno a essere costretti al cosiddetto 'turismo sanitario', un altro male che dobbiamo eradicare", conclude Cappellacci.
Roma, 27 feb (Adnkronos) - Una "informativa urgente della presidente Meloni" è stata chiesta in aula alla Camera da Avs, Pd e M5s sulla questione dei Dazi sui prodotti europei annunciati da Donald Trump. "Meloni venga in aula a dirci cosa intende fare per difendere la nostra economia, le fabbriche, i lavoratori e le lavoratrici. Meloni scappa da settimane, non pronuncia una parola", ha detto Elisabetta Piccoloti, di Avs.
"Mi pare non ci sia percezione dell'eccezionalità e gravità della situazione, a maggior ragione quando è stata data notizia dalla decisione degli Stati Uniti di dazi al 25% nei confronti di prodotti dell'Ue -ha spiegato Federico Fornaro, del Pd-. E' necessaria una sessione straordinaria del Parlamento dedicata alla politica estera, è in gioco un pezzo importante del nostro futuro".
"La minaccia fatta all'Europa, al Paese, al nostro tessuto industriale è concreta. E' assolutamente necessario che la presidente Meloni, che vanta una amicizia e vicinanza politica al presidente Trump, venga a spiegarci cosa intende fare il suo governo per evitare questa che sarebbe una sciagura", ha detto Marco Pellegrini, del M5s.
Catania, 27 feb. (Adnkronos) - Dall’ambiente all’industria, dall’energia al welfare, dai servizi alla formazione, dall’università alla sanità, dalla cultura all’economia e al lavoro. Ogni settore della vita sociale, economico e produttivo della Sicilia è stato analizzato da tutte le federazioni, dalle Unioni sindacali territoriali e dalla Unione sindacale regionale della Cisl, per dare vita "al primo piano di proposte del sindacato, condiviso ed elaborato con metodo partecipativo". Destinatari del piano il governo regionale, l’Ars e gli eurodeputati eletti in Sicilia, “interlocutori principali per una visione complessiva del presente e del futuro della Sicilia”, come ha ribadito il segretario generale della Cisl Sicilia, Leonardo La Piana, presentando il piano oggi all’Hotel Sheraton di Aci Castello (Catania). Sono intervenuti l’assessore regionale al Bilancio, Alessandro Dagnino, il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, il presidente della Cesi, Antonino Raspanti, gli eurodeputati Marco Falcone, Giuseppe Lupo, Ruggero Razza e Gianfranco Caccamo in rappresentanza di Sicindustria.
“L’errore principale che viene fatto nella programmazione delle scelte è quello di immaginare i settori come slegati l’uno dall’altro. Invece è esattamente il contrario perché ogni segmento è interconnesso con l’altro. Da qui la decisione di elaborare un piano che fosse di tutta la Cisl siciliana, perché per noi la partecipazione è davvero un principio fondante da replicare come fondamentale metodo e strumento di lavoro”, ha detto il numero uno della Cisl Sicilia La Piana, sottolineando che non servono misure di assistenzialismo, mentre occorre pianificare e progettare, per non essere costretti poi ad affrontare le emergenze.
“Non siamo né saremo mai professionisti del No - ha aggiunto La Piana - perché abbiamo scelto di partecipare ai percorsi e ai processi, analizzandoli con approccio propositivo e criticamente costruttivo”. Ogni Federazione e ogni Unione Sindacale Territoriale della Cisl siciliana ha elaborato una scheda di approfondimento con proposte tematiche, una sintesi delle quali è poi stata inserita in una relazione complessiva elaborata dalla Confederazione regionale del sindacato. La Cisl Sicilia oltre al piano complessivo ha presentato 6 proposte di immediata realizzazione che non gravano sulle casse regionali, perché la loro copertura finanziaria è legata all’utilizzo efficace e totale dei fondi comunitari e regionali, alla razionalizzazione delle risorse e alla capacità di investire su aree ancora non valorizzate.
Le proposte sono: Creazione di un centro d’eccellenza per la formazione relativa all’intelligenza artificiale, che abbia sede a Castello Utveggio a Palermo e che sia propedeutico alla creazione di un Hub sull’AI nell’isola; Sottoscrizione di un Accordo di Programma Quadro sulla legalità fra governo regionale, associazioni datoriali, parti sociali, Anci, Inps e Inail che abbia come focus la centralizzazione delle informazioni delle aziende attraverso la creazione di una centrale digitale di tutte le informazioni, un database delle aziende siciliane; Piena attuazione della continuità territoriale, in relazione della condizione di insularità riconosciuta dal Parlamento Europeo; Riforma del Welfare che doti i Distretti Socio Sanitari di effettiva personalità giuridica; Avvio di un percorso legislativo finalizzato alla piena attuazione dello Statuto siciliano, relativamente all’obbligo del versamento dell’ imposta sui redditi delle società (Ires) per le imprese che operano in Sicilia ma hanno sede legale altrove e costituzione di un fondo per l’occupazione da realizzare attraverso le risorse reperite; istituzione della giornata regionale delle vittime del dovere, per onorare la memoria dei morti sul lavoro e incentivare le azioni di sensibilizzazione e pianificazione di interventi dedicati.
“Con questo lavoro si pongono le basi per l’avvio di un confronto permanente a livello regionale e territoriale fra le Federazioni e le Unioni territoriali con le istituzioni di riferimento- ha detto La Piana - per dare valore al coraggio delle idee e tradurre le proposte in atti concreti”.