Il partito Legge e Giustizia (PiS), schierato su posizioni di destra radicale e al governo della Polonia dal 2015, ha quattro assi nella manica che potrebbero consentirgli di vincere le elezioni legislative del prossimo 15 ottobre. Si tratta di quattro referendum, che vertono sul tema dell’immigrazione, della sicurezza nazionale e della sovranità economica, previsti per lo stesso giorno delle consultazioni e strutturati in maniera provocatoria. Agli elettori verrà chiesto, infatti, se intendono accettare migranti illegali, ridurre le difese lungo i confini, vendere compagnie statali e se sono in favore di un aumento dell’età pensionabile. Il PiS è ovviamente contrario a tutte le proposte e le sta sfruttando come strumento di propaganda per mettere in difficoltà le opposizioni moderate. Il partito nazionalista ha spiegato agli elettori che se voteranno per i movimenti europeisti si verificheranno proprio gli scenari presentati dai referendum mentre se daranno fiducia al Pis (nella foto il premier Mateusz Morawiecki, esponente del Pis) e gli garantiranno un terzo mandato non ci sarà alcun problema.
“I temi proposti dai referendum sono molto populisti – spiega al fatto.it Serena Giusti, analista Ispi ed esperta di Polonia -. Porre quesiti in questi termini all’opinione pubblica non ha molto senso. Del resto chi potrebbe essere favorevole ad accogliere più migranti oppure a ridurre i controlli al confine con la Bielorussia in un momento così delicato?”. Secondo Giusti il vero scopo dei quesiti è piuttosto “quello di mobilitare gli elettori del PiS cavalcando temi identitari” e “fermare l’ascesa del partito Confederazione, schierato a destra di Legge e Giustizia e che adotta posizioni liberiste in ambito economico molto simili a quelle del Partito Repubblicano americano”. Giusti ricorda inoltre che “Confederazione ha criticato sia il ruolo esercitato dallo Stato in ambito economico che i benefici sociali concessi dal governo del PiS ai cittadini” e quindi “Legge e Giustizia sente la necessità di rimarcare ciò che la contraddistingue rispetto ai rivali”.
Le opposizioni, in primis il movimento di centrodestra Piattaforma Civica guidato dall’ex Presidente della Commissione Europea Donald Tusk, si trovano in una posizione di debolezza perché non sono favorevoli a quanto proposto dai referendum ma sono costrette a difendersi per smentire ogni addebito. La tattica è efficace perché li costringe a muoversi su un terreno scomodo rendendoli sospetti agli occhi degli elettori meno informati. Legge e Giustizia ha vinto le elezioni del 2015 cavalcando il radicato risentimento dei polacchi contro l’immigrazione ed ha associato Tusk, che ha ricoperto la carica di Primo Ministro tra il 2007 ed il 2014, all’implementazione di politiche migratorie volute da Bruxelles. Il partito di governo ha poi dichiarato che l’ex Presidente della Commissione Europea ha tutelato più gli interessi della Germania che quelli della Polonia.
I sondaggi elettorali più recenti indicano che Legge è Giustizia è il primo partito polacco per quanto riguarda i voti stimati ma è lontano dall’ ottenimento della maggioranza assoluta dei seggi. Il PiS è stabile al 35-38 per cento mentre Piattaforma Civica è in seconda posizione con il 28-30 per cento dei consensi. Più indietro c’è Confederazione che dovrebbe ottenere l’11-14 per cento dei suffragi. Confederazione, come ricordato dal portale Notes from Poland, è popolare tra gli under-40 (27 per cento dei voti) ed in particolare modo tra i giovani uomini che vivono nelle città di medie e piccole dimensioni (37 per cento dei consensi). Il partito, che si oppone alle politiche stataliste di Legge e Giustizia ed in parte di Piattaforma Civica, è stato l’unico a definire eccessivo il supporto fornito da Varsavia a Kiev dopo l’invasione russa a ed a condannare l’accoglienza data ai profughi ucraini in Polonia. Due posizioni controverse che gli sono costate, per alcuni mesi, un temporaneo calo di voti potenziali. In quarta posizione ci sono i centristi di Polonia 2050 e Lewica, l’unico movimento progressista dello scacchiere. I due partiti oscillano tra l’8-9 per cento della sinistra ed il 5-11 per cento dei centristi, una variazione piuttosto ampia che impedisce di determinare chi potrebbe superare l’avversario. Lewica è ciò che resta di una sinistra che sino a vent’anni fa era forza di governo ma che è stata poi travolta dagli scandali sin quasi a sparire.