Un nuovo aumento delle bollette del gas e dell’elettricità, seppure marginale e pari al 5-10%, è previsto nei prossimi mesi: lo annuncia nella trasmissione Fino a qui tutto bene (Radio Cusano Campus) il presidente di Nomisma Energia Davide Tabarelli, il quale spiega lo scenario più probabile sulle nostre bollette in vista dell’inverno.
“Siamo comunque a livelli enormemente più bassi rispetto a un anno fa – precisa Tabarelli – Nell’ultimo trimestre del 2022 abbiamo raggiunto 1,5 euro a metro cubo per il gas, oggi siamo ancora attorno a 0,9. Quindi, il prossimo rialzo si inserisce in questa situazione di fortissima instabilità per una crisi di carattere storico dovuta alla guerra in Ucraina. Questo ha riflessi continui e ora assistiamo a un assestamento. Naturalmente se scoppiasse la pace, come speriamo da mesi, avremmo un ribasso totale sia sul gas, sia sull’elettricità“.
E aggiunge: “Le nostre bollette del gas dipendono dal prezzo internazionale del gas, su cui l’Italia e l‘Europa può poco. Il prezzo del gas era mediamente media 10 euro per Megawattora durante la pandemia, nell’agosto di anno fa era stato 340, 20 a maggio scorso e adesso abbiamo un rialzo a 37″.
Tranchant è il parere di Tabarelli sulle antiche promesse della destra circa il taglio delle accise sulla benzina: “Io ho inventato una regola: tutte le volte che si nomina la parola ‘accisa’, bisogna dire che si tratta di 800 di spesa e di 600 di entrata: 800 è quello che spende lo Stato italiano, inclusi gli interessi, e 600 è quello che incassa di tasse. Tra le tasse più importanti ci sono le accise sugli oli minerali – continua – e chiunque parli di riduzione delle accise deve tener conto di questo. In ogni caso, anche io, quando diventerò un politico, prometterò di ridurre le tasse, altrimenti come faccio a diventare un politico? Però è assolutamente irresponsabile promettere la riduzione delle accise“.
E sottolinea: “La gente, tra l’altro, deve avere dei segnali: l’anno scorso, con la crisi del gas, c’è stato il panico per l’aumento delle bollette, ma è anche vero che molta gente ha consumato di meno. Il prezzo attuale della benzina è un segnale che deve indurre la gente ad andare più piano in auto, a consumare meno, a stare più a casa o usare di più la bicicletta, come faccio io. Ridurre le accise è impossibile innanzitutto per una questione di debito e poi per una questione di efficienza economica“.
Tabarelli conclude citando i tagli alla fornitura di petrolio da parte dell’Arabia Saudita e della Russia, il che ha scatenato il rialzo delle quotazioni del greggio sui mercati internazionali: “Noi usiamo tanta benzina e importiamo tanto petrolio che paghiamo oggi 87 dollari per barile (90 nelle prossime ore), mentre all’Arabia Saudita e la Russia costa 5 dollari per produrlo. A questo punto, spero che l’Italia oltre a fornire all’Arabia Saudita il migliore ct tecnico della Nazionale di calcio – chiosa ironicamente – prenda anche il miglior analista al mondo di mercati petroliferi ed energetici, cioè il sottoscritto, e lo coprano d’oro. Ma siccome è improbabile, continuerò a essere arrabbiato per questi paradossi, perché gli italiani si lamentano dell’aumento del prezzo della benzina ma non parlano mai di produzione nazionale di petrolio, che è possibile grazie al più grande giacimento che abbiamo in Basilicata“.