La storia del dibattito sulla riforma del Patto di stabilità europeo incontra un tornante non da poco. A investire il vertice dei ministri dell’Economia Ue in programma a Santiago di Compostela a metà mese è la pagella che la Corte dei Conti tedesca ha presentato al governo di Berlino con l’accusa di conti pubblici per così dire “truccati”. La magistratura contabile ha giudicato come poco solido e non trasparente il ricorso ai fondi straordinari introdotti dall’esecutivo durante e dopo la pandemia e poi ancora allo scoccare della guerra russa-ucraina: “Pianificare spese crescenti – scrivono i magistrati – senza chiarirne il finanziamento non è indice di solidità di bilancio”. Per la Corte dei Conti i risparmi previsti si riducono “per lo più a spostamenti di spese in fondi straordinari, riduzioni di cautele, e voci scoperte” e dal 2020 “la regola del controllo del debito è resa a poco a poco sempre più inefficace”, i fondi speciali non sono altro che debiti straordinari che indeboliscono il controllo contabile del Parlamento. Un giudizio annichilente per il ministro delle Finanze Christian Lindner, liberale, che si erge a paladino del rigore e per questo tra i più critici sulle nuove regole in discussione all’interno dell’Ue. Ma che senza gli accorgimenti contabili non avrebbe potuto affrontare le situazioni di crisi.
E inevitabilmente la questione travolge il dibattito tedesco sulla legge di bilancio che ha iniziato il suo percorso in Parlamento. Secondo le previsioni del governo Scholz la manovra 2024 prevede spese per 445,7 miliardi di euro, circa 30 miliardi in meno rispetto a quest’anno (476,3), ma pur sempre circa 90 di più rispetto al 2019. Il nuovo debito ufficialmente è di 16,6 miliardi, in realtà per effetto dei fondi straordinari (di stabilizzazione economica, per l’ammodernamento delle forze armate e la tutela del clima) si devono aggiungere altri 85,7 miliardi, cioè il 2,4% del Pil, con un costo per lo Stato tedesco di 37 miliardi di euro di interessi passivi (il decuplo rispetto al 2021). Numeri che fanno dire alla presidente della commissione parlamentare bilancio Helge Braun (della Cdu, il principale partito di opposizione) che la maggioranza simula la volontà di risparmio coprendo il debito in 29 bilanci ombra, con l’effetto che il nuovo indebitamento effettivo è il quintuplo di quanto indicato.
Il governo per contro rivendica di avere ereditato una situazione compromessa dall’azione inefficace dell’amministrazione precedente (l’ultimo governo Merkel). Lindner si è difeso al Bundestag ha detto tra l’altro che “se non si trova un’uscita dalla politica di crisi, si mette a repentaglio la stabilità del nostro benessere”. Ha aggiunto che il progetto di bilancio ritorna in realtà al principio costituzionale del freno al debito ed “a finanze sostenibili nel lungo termine”. D’altronde, ha avvisato, quando nel 2028 i crediti sottoscritti durante la pandemia dovranno essere ripagati ed il fondo straordinario per la difesa sarà esaurito, la Germania si troverà di fronte ad un iceberg. Lo sviluppo dello stato sociale dev’essere perciò assolutamente frenato, non riducendo le prestazioni – ma è ben questo un effetto inevitabile dai tagli a bilancio – bensì accrescendo gli incentivi all’occupazione; ed a questo riguardo ha fatto riferimento alla maggioranza dei rifugiati siriani che percepiscono ancora il reddito di cittadinanza.
Quasi tutti i dicasteri sono dunque richiamati a maggiore rigore; in testa quelli della Sanità e della Famiglia, un po’ meno per Lavoro e Affari sociali. L’unico a segnare un aumento è la Difesa, ma arriva comunque solo all’1,7% del Pil e mancano (almeno per ora) 14 miliardi per far fede agli impegni Nato del 2%.
Mentre il cancelliere Olaf Scholz appoggia il rigore di Lindner, la Spd (che è il partito del capo del governo) e i Verdi auspicano ancora di strappare delle correzioni nel dibattito parlamentare, sostenendo che i mancati investimenti di oggi si trasformerebbero in ritardi ben più gravi un domani. Tanto che l’esperto contabile della Cdu Mathias Middelberg, intervenendo al Bundestag, ha evidenziato come Lindner abbia ricevuto applausi solo dal gruppo della Fdp – i suoi compagni di partito – a rimarcare quanto il governo in realtà sia disunito. “Non è il programma di bilancio del Governo – ha ironizzato Middelberg – bensì quello della Fdp. Pare quasi che Christian sia da solo a casa”. “Per Spd e Verdi c’è solo una soluzione che è sempre discussa, cioè fare debiti” ha attaccato il parlamentare cristianodemocratico. Ha quindi rincarato la dose ricordando al ministro delle Finanze una sua affermazione del passato quando disse che “è meglio non stare al governo, che governare male”, invitandolo ad abbandonare la coalizione. Lindner di rimando ha scosso la testa, negando, con un sorriso. Anche la AfD ha parlato di “acrobazie contabili”. I Linke hanno invece censurato le spese militari: “Questo Governo ha un cuore per i Panzer e non per i bambini” ha tuonato Gesine Lötzsch, riferendosi alle liti appena chiuse sull’assicurazione contro la povertà infantile.
Il progetto di bilancio è accompagnato da critiche anche delle associazioni economiche, tra l’altro, perché il governo intende cancellare le compensazioni dei picchi nella tassazione dell’elettricità e lascia incerto il prolungamento oltre l’anno della riduzione dell’Iva per le consumazioni in bar e ristoranti. All’apertura della fiera dell’auto IAA a Monaco di Baviera anche la presidente dell’associazione degli autocostruttori (la Vda) Hildegard Müller ha reiterato l’appello per un miglioramento delle condizioni agli investimenti in Germania. Tra queste la Vda auspica un tetto temporaneo al prezzo dell’energia, sul quale però il cancelliere è scettico.
***
Nella foto in alto | Il cancelliere Scholz con il ministro Lindner durante il dibattito sulla manovra di bilancio al Bundestag