di Paolo Guidetti *
In questi giorni non si parla altro che di granchio blu. Se non avesse causato immediati ed evidenti danni economici non ne avrebbe parlato nessuno. Così è per quasi tutte le altre specie non native ormai presenti in Mediterraneo. Rispetto alla questione ‘granchio blu’ si propone con allegria, quasi come unica soluzione, di mangiarlo, con foto di politici e chef sorridenti che ce lo propongono al vapore piuttosto che al sugo. Sembra quasi sia una benedizione. Sì, va bene, non ci resta che fare questo nell’immediato per cercare di contenere le sue popolazioni e quindi i suoi danni. Poi però, guardando il quadro generale e non il dettaglio, mi chiedo: “Il pianeta sta cambiando e noi ci facciamo una spaghettata?”.
Il pianeta terrà è sempre cambiato? Si, certo. Dalla sua formazione ad oggi vi sono stati sconvolgimenti incredibili. I primi vegetali fotosintetici hanno introdotto in atmosfera enormi quantità di ossigeno, sconvolgendone la chimica e permettendo lo sviluppo della vita per come la conosciamo oggi. Ci sono stati molti eventi di estinzioni massive e fenomeni che hanno comportato la scomparsa di intere flore e faune. Animali stranissimi sono esistiti ed hanno dominato il pianeta per migliaia di anni prima di sparire, lasciando tracce che oggi scopriamo nei fossili. Ci sono stati periodi glaciali e interglaciali, innalzamenti ed abbassamenti dei mari e così via. E allora questa storia dei cambiamenti climatici è tutta una bufala? Eh no, non lo è, purtroppo.
Che il pianeta cambi è normale, ma che cambi così velocemente e in relazione alle attività umane normale non è. È un problema per il pianeta? No, assolutamente. Il pianeta ha passato momenti peggiori tra vulcanismo planetario, glaciazioni, megameteoriti, etc. ed ogni volta la vita ‘precedente’ è stata semplicemente sostituita ‘da altre forme di vita’. Una scrollatina e il pianeta si libera di noi… e la vita va avanti. La natura e la vita hanno una potenza straordinaria. Non è escluso che tra milioni di anni forme di vita diverse dagli umani ci troveranno fossilizzati e studieranno le nostre discariche. La tecnologia è la soluzione per la crisi in corso? Viene da ridere. La tecnologia ci dà soluzioni limitate e momentanee. Ci illude che sopperirà ‘in qualche modo’, ma se cominceranno a mancare cibo ed acqua, questi saranno ‘generi’ che solo pochi potranno permettersi perché per ottenerli ‘la tecnologia’ richiederà costi insostenibili per i più. E poi la forza della natura rispetto alla tecnologia è come un incontro di box tra Mike Tyson e Paperino.
Che c’entra questo col granchio blu? C’entra, eccome. Ciò che non si sta considerando è il quadro nel quale bisognerebbe leggere la questione ‘granchio blu’. A causa di un modello di sviluppo socio-economico globalizzato e totalmente disequilibrato ed insostenibile ci troviamo di fronte a scompensi enormi che inducono il pianeta (e le nostre vite) a cambiare. Il granchio blu lo abbiamo sotto il naso, ora. Ma sono centinaia le specie ‘aliene’ (o meglio ‘non-native’) entrate nel Mar Mediterraneo e verranno, almeno molte di esse, a chiederci il conto. C’entra l’uomo? Accidenti se c’entra.
Il granchio blu è arrivato con le acque di zavorra delle navi. Sta arrivando da noi, rapidamente, il pesce leone, una specie di scorfano del Mar Rosso entrato attraverso il recentemente raddoppiato Canale di Suez. E’ bellissimo, buonissimo e velenosissimo se si viene punti. Anche questo lo risolveremo con cucinieri creativi, pomodorini e patate? E poi sta arrivando il pesce palla maculato… questo morde la carne viva, anche degli umani, e se viene mangiato è letale… ahi ahi, qui la padella non ci salva! Sono centinaia le specie che stanno entrando in Mediterraneo rendendolo irriconoscibile, cosa che già sta avvenendo lungo le sue coste sud-orientali, ormai ridotte a deserti in molti tratti. Tutto ciò avviene perché bisogna creare ‘ricchezza’ a tutti i costi, altro che etichette green da tutte le parti.
Se a mare non va benissimo, a terra va peggio. Stanno diminuendo gli insetti. Ah, bene, così non ci scocciano, non ci pungono e non danneggiano le colture. Peccato che gli insetti dannosi siano pochi, mentre molti permettono le colture attraverso l’impollinazione o il controllo predatorio dei parassiti fitofagi. Cosa ancor più importante gli insetti, insieme al resto della ‘biodiversità’ terrestre a marina, contribuiscono a far sì che la natura funzioni. Se il motore della natura si ferma, non ci saranno cibo ed acqua a sufficienza… elementi vitali, altro che tik-tok e connessioni varie. Così come in mare, vi è un processo di desertificazione di ampi territori emersi e gli ecosistemi cambiano sotto i nostri occhi… e noi ne siamo parte.
Il pianeta cambia certamente, ma male, velocemente e per colpa nostra… ma noi ci facciamo una spaghettata e via.
*Dirigente di Ricerca della Stazione Zoologica Anton Dohrn e Coordinatore del Genoa Marine Center (Ente Pubblico di Ricerca). Sono un ricercatore in biologia e socio-ecologia marina, mi interesso di biodiversità, conservazione e sviluppo sostenibile legato al mare