Cronaca

Kevin Laganà, parla il fratello: “Quel video è un testamento. Così si è fatto giustizia da sé”. E il padre dice: “Come ha fatto a uscire fuori?”

“Questo video si commenta da solo. Per me ha il valore di un testamento. È come se mio fratello avesse voluto farsi giustizia da sé”. Così dice, dalle pagine del Corriere della Sera, Antonino, il fratello maggiore di Kevin Laganà, il 22enne rimasto ucciso assieme a quattro colleghi che erano con lui la notte del 30 agosto scorso nell’incidente ferroviario di Brandizzo. Ha 25 anni e tre figli e, come suo fratello, anche lui lavora come saldatore per la Sigifer ed è abituato ad operare tra le rotaie. Il video di cui parla è quello che Kevin ha registrato poco prima di morire, un filmato di sei minuti ritrovato nel cellulare del 22enne in cui è ripresa tutta la tragica conversazione avvenuta sui binari un attimo prima della tragedia. “Ragazzi, sei vi dico ‘treno’ andate da quella parte”, si sente dire.

“Certo è incredibile, quel video – commenta ora Antonino -. Kevin lo ha lasciato come si può lasciare un’eredità: un filmato che non lascia dubbi e fa giustizia. Ha girato quelle immagini che gli mancava mezz’ora a morire, e quella stessa sera aveva mandato a mio padre il messaggio ‘ti amo’. Da una parte un testamento per far conoscere la verità, dall’altra un saluto per la persona che amava di più“. E’ stato proprio lui, Antonino, a trovare per primo quel filmato sull’account del fratello: il telefonino del 22enne è andato infatti distrutto nell’incidente ma Kevin aveva lasciato i codici d’accesso alla famiglia per sicurezza. “Oggi sono stato convocato in Procura come testimone e su questo punto non voglio anticipare quello che dirò. Ma dirò la verità, come ho sempre fatto”, puntualizza al Corriere.

Le immagini sono state rese pubbliche nelle scorse ore e, fanno sapere gli avvocati Enrico Calabrese e Marco Bona, legali delle famiglie di Kevin Laganà e Giuseppe Lombardo, sono state “divulgate a loro totale insaputa nonché all’insaputa della famiglia Laganà” ed erano depositate in Procura perché “utili alla ricostruzione della vicenda”. Per i legali dal video “sembrerebbe emergere un modus operandi non occasionale con direttive impartite ai lavoratori assai pericolose per la sicurezza” degli operai e “sorgere dubbi anche sull’adeguatezza tecnica dei sistemi di comunicazione e di sicurezza”. Per questo Massimo Laganà, padre di Kevin e Antonino, condanna la pubblicazione: “Quel video proprio adesso no, è un colpo al cuore. Mi fa morire“, ha detto alla Stampa. “Sì che lo sapevo del video di Instagram, subito pensavano tutti che fosse in diretta e invece no – dice -. È finito in mano ai magistrati, ma come ha fatto a uscire fuori? Perché proprio adesso? Certo che sarebbe stato meglio far esplodere questa cosa dopo, più avanti. Adesso è presto”.