Luca Mercalli: "Lo scarto di circa mezzo grado è così elevato, da trattarsi di un dato eclatante"
“Il nostro pianeta ha appena sopportato l’estate più calda mai registrata. Il collasso climatico è iniziato”. Con queste parole il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha commentato i dati del Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus (implementato dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine per conto della Commissione europea) secondo cui l’estate appena trascorsa è stata la più calda mai vissuta nell’emisfero settentrionale. La temperatura media europea per l’estate è stata di 19.63 gradi Celsius, che con 0.83°C sopra la media risulta la quinta più calda per la stagione estiva. I dati, diffusi dall’Organizzazione meteorologica mondiale, dicono che l’ultimo agosto, in particolare, è stato il più caldo mai registrato dalle moderne attrezzature ed il secondo mese più torrido in assoluto di quest’anno, superato solo dal luglio 2023. Ad agosto, infatti, le temperature medie hanno superato di 1,5 gradi le medie preindustriali con ondate di calore in diverse regioni dell’emisfero settentrionale, tra cui l’Europa meridionale, gli Stati Uniti meridionali e il Giappone. Temperature ben superiori alla media si sono registrate anche in Australia, in diversi Paesi del Sud America e in gran parte dell’Antartide, mentre gli oceani, che occupano più del 70% della superficie terrestre, hanno fatto registrare temperature di quasi 21 gradi.
Il 2023 potrebbe essere l’anno più caldo della storia – “Dato che più si va indietro nel passato e più faceva freddo, anche prendendo in esame gli ultimi 150 anni, ossia da quando abbiamo i dati e gli ultimi trent’anni di rilievi satellitari, è ragionevole dire che è l’estate più calda di sempre” spiega a ilfattoquotidiano.it il climatologo e divulgatore scientifico Luca Mercalli, sottolineando che “lo scarto di circa mezzo grado è così elevato, da trattarsi di un dato eclatante”. “Tenuto conto del calore in eccesso sulla superficie degli oceani, è probabile che il 2023 sarà l’anno più caldo ha confermato all’agenzia France Presse, Samantha Burgess, vice responsabile del servizio per i cambiamenti climatici di Copernicus. Così, mentre attualmente è ancora il 2016 l’anno più caldo della storia, il 2023 – già al secondo posto – si avvia a superare anche questo record.
L’effetto della combustione delle fonti fossili. E lo zampino El Nino – In effetti, la stagione giugno-luglio-agosto del 2023 è stata di gran lunga la più calda mai registrata a livello globale, con una temperatura media di 16.77°C, 0.66°C sopra la media. Per gli scienziati i record di temperature sono la conseguenza del riscaldamento globale dovuto all’attività dell’uomo e alla combustione di carbone, petrolio e gas naturale. E c’è anche l’opera di El Niño, fenomeno climatico che comporta il riscaldamento del Pacifico tropicale centrale e orientale, fino alle coste di Perù ed Ecuador e che si ripete con intervalli da 2 a 7 anni e dura da 9 a 12 mesi, portando ondate di calore, siccità e alluvioni in varie aree del mondo. Tanto che l’Organizzazione meteorologica mondiale quest’anno aveva lanciato l’allarme già alla fine della primavera. “Il 2023 è attualmente al secondo posto tra gli anni più caldi, a soli 0.01ºC dal 2016, quando mancano ancora quattro mesi alla conclusione dell’anno” ha commentato Samantha Burgess. E ha sottolineato: “Le prove scientifiche sono schiaccianti, continueremo ad assistere a nuovi record climatici e a eventi meteorologici estremi più intensi e frequenti che avranno un impatto sulla società e sugli ecosistemi, fino a quando non smetteremo di emettere gas serra”.
Il climatologo Mercalli: “Aspettiamo i dati italiani, ma probabilmente sarà tra le 5 estati più calde” – In Italia non abbiamo ancora i dati. “Il Cnr impiega solitamente una decina di giorni a fare i calcoli dell’estate italiana, quindi tra qualche settimana dovremmo avere i numeri che riguardano il nostro Paese, ma sappiamo che probabilmente l’estate 2023 sarà tra le prime cinque più calde di sempre (confermando il dato europeo, ndr)” aggiunge Mercalli. Saranno dati molto importanti, considerando che l’Italia è al centro dell’hotspot climatico del bacino Mediterraneo. Dunque tra i Paesi che subiscono gli effetti della crisi del clima con maggior intensità. Ma l’estate 2023 ha segnato diversi Paesi in tutto il mondo, con precipitazioni superiori alla media nell’America settentrionale, occidentale e nord-orientale, in alcune parti dell’Asia, del Cile e del Brasile, nell’Australia nordoccidentale e in gran parte dell’Europa occidentale e della Turchia. Al contrario, l’Islanda, l’arco alpino, la Scandinavia settentrionale, l’Europa centrale, gran parte dell’Asia, il Canada, il Nord America meridionale e la maggior parte del Sud America hanno registrato condizioni più secche della media. In alcune regioni, queste condizioni di siccità hanno persino portato a significativi incendi boschivi.