Avevano assicurato che non si era parlato di nomi, ma solo di metodo. E quindi: “piena collaborazione” tra le forze del centrodestra per individuare le migliori candidature, programmi e coalizioni alle amministrative della prossima primavera. Ma nel primo vertice di maggioranza di lunedì mattina in vista delle elezioni del 2024 non tutto è filato liscio.
Fratelli d’Italia, rappresentato dal responsabile organizzazione Giovanni Donzelli e dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, ha messo sul tavolo degli alleati una proposta: non ricandidare il presidente della Regione Sardegna Christian Solinas in quota Lega e far correre un esponente di Fratelli d’Italia. Meloniani e leghisti hanno manifestato a Forza Italia dubbi anche su un secondo mandato di Vito Bardi, attuale governatore azzurro della Basilicata che vorrebbe ricandidarsi. Sicuri della riconferma invece sono Marco Marsilio in Abruzzo (Fratelli d’Italia) e Alberto Cirio in Piemonte (Forza Italia) che non si candiderà per le elezioni europee.
Una proposta che certifica la volontà di Fratelli d’Italia di espandere il proprio potere a Regioni – come la Sardegna – dove fino a pochi anni fa il partito di Meloni arrancava, ma anche di imporre i propri candidati alla guida degli esecutivi regionali anche rinunciando al secondo mandato per gli uscenti di centrodestra. Fratelli d’Italia, infatti, ritiene Solinas un candidato “debole” che ha “fatto poco in questi anni”, dice un dirigente meloniano di primo piano. Il rapporto tra il governatore – formalmente del Partito Sardo d’Azione ma in quota Lega – e Fratelli d’Italia si è incrinato non poco negli ultimi mesi: per questo i meloniani adesso chiedono una sua sostituzione. Anche su Bardi in Basilicata ci sono molte perplessità. Tanto più che in entrambe le Regioni Pd e M5s potrebbero scegliere candidati unitari dopo cinque anni di governo di destra.
Restano però da convincere i diretti interessati e soprattutto gli alleati. Sia Solinas che Bardi, infatti, vorrebbero correre per un secondo mandato, mentre Lega e Forza Italia invece non sono d’accordo con la sostituzione dei propri candidati. Al massimo – ma è un’ipotesi che non viene presa ancora in considerazione ufficialmente – i due partiti sarebbero disposti a cambiare cavallo ma esprimendo ancora il candidato in Regione. Lega e Forza Italia invece escludono l’ipotesi di passare la mano e lasciare Sardegna e Basilicata a Fratelli d’Italia.
Le regionali del 2024 saranno elezioni importanti come ultimo test per i partiti prima delle Europee: a febbraio si voterà in Sardegna mentre a marzo andranno alle urne i cittadini di Abruzzo, Piemonte e Basilicata. A meno che il governo non decida per l’election day accorpando le elezioni regionali con le europee di giugno.
Palazzi & Potere
Regionali 2024, Meloni vuole tutto. Boccia Solinas in Sardegna e Bardi in Basilicata. Inizia il braccio di ferro con Lega e Forza Italia
Avevano assicurato che non si era parlato di nomi, ma solo di metodo. E quindi: “piena collaborazione” tra le forze del centrodestra per individuare le migliori candidature, programmi e coalizioni alle amministrative della prossima primavera. Ma nel primo vertice di maggioranza di lunedì mattina in vista delle elezioni del 2024 non tutto è filato liscio.
Fratelli d’Italia, rappresentato dal responsabile organizzazione Giovanni Donzelli e dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, ha messo sul tavolo degli alleati una proposta: non ricandidare il presidente della Regione Sardegna Christian Solinas in quota Lega e far correre un esponente di Fratelli d’Italia. Meloniani e leghisti hanno manifestato a Forza Italia dubbi anche su un secondo mandato di Vito Bardi, attuale governatore azzurro della Basilicata che vorrebbe ricandidarsi. Sicuri della riconferma invece sono Marco Marsilio in Abruzzo (Fratelli d’Italia) e Alberto Cirio in Piemonte (Forza Italia) che non si candiderà per le elezioni europee.
Una proposta che certifica la volontà di Fratelli d’Italia di espandere il proprio potere a Regioni – come la Sardegna – dove fino a pochi anni fa il partito di Meloni arrancava, ma anche di imporre i propri candidati alla guida degli esecutivi regionali anche rinunciando al secondo mandato per gli uscenti di centrodestra. Fratelli d’Italia, infatti, ritiene Solinas un candidato “debole” che ha “fatto poco in questi anni”, dice un dirigente meloniano di primo piano. Il rapporto tra il governatore – formalmente del Partito Sardo d’Azione ma in quota Lega – e Fratelli d’Italia si è incrinato non poco negli ultimi mesi: per questo i meloniani adesso chiedono una sua sostituzione. Anche su Bardi in Basilicata ci sono molte perplessità. Tanto più che in entrambe le Regioni Pd e M5s potrebbero scegliere candidati unitari dopo cinque anni di governo di destra.
Restano però da convincere i diretti interessati e soprattutto gli alleati. Sia Solinas che Bardi, infatti, vorrebbero correre per un secondo mandato, mentre Lega e Forza Italia invece non sono d’accordo con la sostituzione dei propri candidati. Al massimo – ma è un’ipotesi che non viene presa ancora in considerazione ufficialmente – i due partiti sarebbero disposti a cambiare cavallo ma esprimendo ancora il candidato in Regione. Lega e Forza Italia invece escludono l’ipotesi di passare la mano e lasciare Sardegna e Basilicata a Fratelli d’Italia.
Le regionali del 2024 saranno elezioni importanti come ultimo test per i partiti prima delle Europee: a febbraio si voterà in Sardegna mentre a marzo andranno alle urne i cittadini di Abruzzo, Piemonte e Basilicata. A meno che il governo non decida per l’election day accorpando le elezioni regionali con le europee di giugno.
I nuovi Re di Roma
di Il Fatto Quotidiano 6.50€ AcquistaArticolo Precedente
Meloni a cena in un palazzo “luxury” con lo stato maggiore di FdI per compattarsi in vista della Manovra: selfie finale ma niente discorso
Articolo Successivo
Meloni “blinda” Fratelli d’Italia e affida la commissione per i congressi alla sorella e ai sui fedelissimi. Esclusi i rampelliani
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Politica
Commissione inchiesta Covid, la fuga in avanti di FdI sulle mascherine irrita Forza Italia: “Non è uno strumento a uso di un gruppo”
Mondo
Trump scarica Zelensky: “Protesta? Ha avuto tre anni per fare la pace”. La replica: “Vive di disinformazione russa”. E Mosca: “Aspettiamo le sue proposte di pace”
Cronaca
Terzo giorno di attacchi hacker russi a siti italiani: giù Mediobanca, Nexi e Fiocchi munizioni
Mosca, 19 feb. (Adnkronos) - "E' necessario ripulire l'eredità dell'amministrazione Biden, che ha fatto di tutto per distruggere anche i primi accenni alle fondamenta stesse di una partnership a lungo termine tra i nostri Paesi". Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov parlando alla Duma all'indomani dei colloqui di Riad, commentando la possibilità di una cooperazione strategica tra Russia e Stati Uniti e aggiungendo che potrebbero essere create le condizioni per colloqui sulla sicurezza e sulla stabilità strategica tra i Paesi.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - "Il partito di Giorgia Meloni é nei guai fino al collo e la maggioranza spaccata platealmente come dimostra la dissociazione di Forza Italia dalla conferenza stampa dei suoi alleati. Dagli assetti europei alla guerra in Ucraina allo spionaggio con Paragon, dalle parti di Fratelli d’Italia non sanno dove girarsi e allora attaccano l’ex presidente Conte. Era evidente fin dall’inizio l’intento da parte della destra di usare a fini politici la commissione parlamentare sul Covid, ora il re è nudo”. Così Luana Zanella, capogruppo di Avs alla Camera.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - “Stamane alcuni ragazzi sulle scale di Montecitorio hanno gettato dei sacchetti con del cibo che la Gdo cestina ogni giorno per richiamare la nostra attenzione sul Giusto Prezzo e sul fatto che il cibo di qualità sia un privilegio per pochi, al contrario di quello che il Ministro dell’agricoltura Lollobrigida sostiene". Così il capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera
"Mentre solo pochi giorni fa dichiaravano sullo spreco alimentare e sull’importanza di evitarlo, oggi che fanno i Presidenti di Camera e Senato? Fontana li accusa di atti vandalici e La Russa lo ha definito un atto vile. Ma ci rendiamo conto? Questi sarebbero atti vili e vandalici? E cosa facciamo noi per alleviare le sofferenze di quei produttori che nonostante l’inflazione e il caro prezzi non ricevono soldi in più? Cosa facciamo per quei consumatori costretti a rinunciare a proteine e carboidrati, al cibo sano e sostenibile perché troppo costoso? E soprattutto cosa diciamo a dei ragazzi che ci richiamano con parole pulite e striscioni corretti a dare delle risposte concrete senza offendere nessuno?".
"La maggioranza e il governo, il ministro Lollobrigida che oggi attendiamo in Aula dovrebbero rispondere su questo non offendere dei giovani innocenti che si preoccupano giustamente del nostro e loro futuro!”.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - "Picierno è una signora che ogni mattina si sveglia pensando a una sciocchezza da dire sul Movimento 5 Stelle. Picierno è un'infiltrata dei fascisti nella sinistra. Chiede più guerra, più armi, più povertà, più morti: non ha nulla a che vedere con la sinistra. E' un'infiltrata dei fascisti. Cosa ha in comune con la sinistra chi chiede più armi e più povertà? Picierno lo chiede in ogni situazione". Lo ha detto l'eurodeputato M5S, Gaetano Pedullà, a L'Aria che Tira su La7.
Palermo, 19 feb. (Adnkronos) - E' stato solo momentaneo lo stop della colata lavica di ieri pomeriggio sull'Etna. Come conferma all'Adnkronos Giuseppe Salerno, dell'Osservatorio etneo dell'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, "la colata lavica è attiva" e prosegue, "e attualmente c'è una eruzione in corso". La colata lavica continua così ad avanzare lentamente lungo il fianco occidentale dell'Etna in direzione Sud-Ovest, attestandosi intorno a 1.800 metri di quota.
Intanto, sui paesini intorno al vulcano continua a 'piovere' cenere lavica. È l'effetto dell'eruzione sommitale in corso sul vulcano attivo più alto d'Europa con una bocca effusiva che si è aperta, l'8 febbraio scorso, a quota 3.050 metri, alla base del cratere Bocca Nuova.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - "Non so se è chiara la gravità di quello che sta accadendo, ma temo proprio di no. Provo a mettere brevemente in fila i fatti per spiegarlo". Lo scrive Matteo Orfini del Pd sui social.
"Come noto, un software spia (Graphite, prodotto dalla azienda Paragon) è stato utilizzato per spiare attivisti politici e giornalisti come il direttore di Fanpage, Francesco Cancellato. Quando è emersa la notizia il governo ha negato ogni responsabilità. Ul Guardian ha scritto che a causa dell'uso improprio l'azienda Paragon aveva sospeso il contratto col nostro paese. Il ministro Ciriani ha detto in parlamento che non era vero, e che il software era ancora pienamente operativo. Due giorni dopo le dichiarazioni di Ciriani una nota del governo comunicava la sospensione dell'uso del software stabilita d'intesa con la società che lo produce per consentire approfondimenti sulle violazioni. In realtà a quanto pare la sospensione è stata voluta dalla società produttrice a fronte di un uso improprio del software (quindi Ciriani aveva mentito al Parlamento)".
"Ma chi è in possesso del software? I servizi segreti e le varie polizie giudiziarie che operano per conto delle procure. I servizi hanno smentito risolutamente di aver utilizzato illegalmente il software per spiare giornalisti. Le procure possono utilizzarlo solo per reati gravissimi e onestamente pare assai poco realistico che il direttore di Fanpage sia sotto indagine per terrorismo internazionale. Resta dunque una sola ipotesi, ovvero che sia stato utilizzato illegalmente e autonomamente da un corpo di polizia giudiziaria. Ma quale? Praticamente tutti i corpi di polizia hanno smentito di aver utilizzato lo spyware per intercettare giornalisti e attivisti. A parte uno: la polizia penitenziaria".
"Le opposizioni hanno chiesto chiarimenti al governo che non ha risposto. Oggi alla Camera era previsto il question time, ovvero la sessione in cui i gruppi parlamentari interrogano il governo e i ministri hanno l'obbligo di rispondere. Pd e Iv avevano previsto di chiedere se la polizia penitenziaria avesse accesso o meno allo spyware in questione. Il quesito era stato ritenuto ammissibile dalla presidenza della Camera. Ieri il governo ha fatto sapere che non intende rispondere perché le informazioni sono "classificate", ovvero non divulgabili".
"E' falso -prosegue Orfini-, perché non c'è nulla di classificato nel rispondere si o no a una domanda semplice e trasparente come quella che abbiamo fatto. Sapere se la penitenziaria ha in dotazione il software è una domanda lecita a cui basta rispondere si o no. La polizia penitenziaria dipende dal ministero di giustizia di Nordio. E la delega specifica la ha Delmastro. Voi capite che visti i precedenti dei due la vicenda diventa ancora più inquietante. Un software in dotazione al governo è stato utilizzato illegalmente per spiare giornalisti e attivisti".
"Il governo invece di fare chiarezza e difendere chi è stato spiato illegalmente, sta utilizzando tutti gli strumenti possibili per insabbiare questa vicenda gravissima. E per evitare di rispondere. Il che, in tutta onestà, non fa che aumentare i dubbi e i sospetti. Ah, ovviamente la Meloni è sparita anche in questo caso".
Seul, 19 feb. (Adnkronos/Dpa/Europa Press) - Le autorità di Seul si sono dette disponibili ad accogliere i soldati nordcoreani che sono stati catturati sul territorio ucraino mentre combattevano assieme alle truppe russe e che intendono disertare. Lo ha annunciato il ministero degli Esteri della Corea del Sud in un comunicato in cui precisa che "i soldati nordcoreani sono cittadini sudcoreani secondo la Costituzione. Rispettare la volontà di questi individui è conforme al diritto internazionale".
Secondo le ultime informazioni, numerosi soldati nordcoreani sono rimasti feriti durante il conflitto, dopo essere stati schierati a sostegno della Russia nel quadro dell’accordo di difesa strategica raggiunto l’anno scorso tra il presidente russo Vladimir Putin e il leader nordcoreano Kim Jong Un. Le autorità ucraine hanno annunciato la cattura di due soldati nordcoreani che combattevano a fianco delle truppe russe nella provincia russa di Kursk, dove Kiev ha lanciato un'operazione militare l'estate scorsa. Il governo di Kiev ha proposto di restituirli alla Corea del Nord nel caso Pyongyang fosse disposta a facilitare uno scambio con i soldati ucraini attualmente detenuti in Russia.
Da parte sua, il presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky, ha stimato che circa 4.000 soldati nordcoreani siano stati uccisi o feriti a Kursk, anche se il numero non è stato verificato. L'annuncio del governo sudcoreano arriva dopo che un soldato ha dichiarato in un'intervista al quotidiano 'Chosun Ilbo' l'intenzione di chiedere asilo alla Corea del Sud. Il ministero sostiene adesso che "non dovrebbero essere rimandati in un luogo dove potrebbero essere perseguitati".