“Boicottiamo gli zainetti scolastici della Folgore e degli Alpini prodotti dal marchio Esercito e distribuiti da Giochi preziosi. Le aule non sono una caserma”. A lanciare una vera e propria contro campagna pubblicitaria è l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole, che da qualche giorno ha scoperto che quest’anno accanto alle cartelle di Barbie, Turtles o Shaman King, la nota azienda di giocattoli e di materiale didattico ha sponsorizzato la linea dell’Esercito italiano con sei prodotti: lo zaino blu con il marchio Folgore (75 euro su Amazon), quello verde con la scritta Alpini (stesso prezzo), quello con la stampa ufficiale Esercito (medesimo costo) e gli astucci simili al costo di 13,99 euro, sempre su Amazon. Il tutto con tanto di slogan: “Che tu sia fan dell’esercito, della Folgore o degli Alpini, potrai trovare il modello più adatto a te!”.
Parole che hanno fatto indignare Michele Lucivero e gli altri dell’Osservatorio, che da qualche mesi stanno monitorando la presenza di una deriva militarista tra i banchi. “La campagna – spiega Lucivero a ilfattoquotidiano.it – fatta da Giochi preziosi è imbarazzante. Sui social dell’azienda sono state pubblicate (e poi rimosse) le immagini degli zainetti con parole quali “Tutti sull’attenti!”, che rievocano nella memoria collettiva il periodo più buio del nostro recente passato. E che dire poi della presentazione della collezione zaini esercito “per sentirsi sempre in missione”? La strategia del linguaggio pubblicitario raggiunge livelli di sorprendente ambiguità e scivolosità. Presentare le attività scolastiche come ‘missione’ lascia presupporre, infatti, una pericolosa frana culturale che trasforma la scuola in caserma e gli alunni e le alunne in militari in erba”. L’Osservatorio ora è pronto a scendere in piazza: nei prossimi giorni sono previsti dei flash mob davanti ai negozi di Milano e Verona. Intanto è stato lanciato un boicottaggio social: “Chi vorrà aderire potrà farlo postando una foto con uno slogan a cui aggiungere nel post gli hashtag:#boicottagiochipreziosi, #giochipreziosigiochipericolosi, #nogiochipreziosi, #nogiochidiguerra e taggando l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università”, dice Lucivero.
Eppure anche la società milanese ha un codice etico che all’art. 1.2 recita: “ll gruppo Giochi Preziosi opera altresì nell’ambito dei principi posti a tutela della libertà e dignità dell’uomo dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani dell’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite)”. Ed è proprio l’impresa di giocattoli, contattata da ilfattoquotidiano.it, a spiegare la sua scelta: “Abbiamo iniziato questa collaborazione – dice Dino Canuti, chief commercial officer del Gruppo – con la volontà di sottolineare quanto l’esercito sia a servizio della popolazione quando c’è bisogno nel nostro Paese e non solo. Pensiamo al Covid, alla loro attività di protezione civile così come al supporto alla polizia. È parte di un lavoro più grande che stiamo facendo con tutte le forze dell’ordine del nostro Paese”. Nessun timore ad ammettere l’errore sul primo messaggio lanciato nella campagna pubblicitaria: “E’ uscito – spiega Canuti – quel testo in maniera affrettata, su proposta di un’agenzia ed è stato subito rimosso perché nemmeno noi siamo allineati con quel messaggio. Ci rendiamo conto che è un tema delicato in questo momento, tant’è che anche le scelte di stile sono ben lontane dalla collezione militare o mimetica o dalla raffigurazione di armi. Non spingiamo verso militarizzazione e la guerra. Noi dal 1978 abbiamo a cuore solo i bambini”. L’Osservatorio, tuttavia, si appella anche ai genitori: “La ditta che distribuisce questi zaini ha fiutato il clima che c’è nel Paese: una retorica di guerra che va avanti da un po’ ed è già entrata nelle scuole. Dietro questa loro campagna non c’è alcun messaggio educativo e pedagogico. Chiediamo a mamme e papà di non cadere nell’equivocità”.