Cronaca

Covid, + 44% di nuovi casi in una settimana e +39% di reinfezioni. Lieve crescita dei ricoveri, l’Iss: “l’infezione si mantiene bassa”

I numeri non mentono e chissà quante sono le infezioni sommerse. Il Covid, complice la cancellazione o quasi di ogni misura e le vacanze, sta dilagando come ogni fine estate da 3 anni a questa parte. Non si tratta dei grandi numeri degli anni passati, ma le percentuali sono impressionanti. Crescono a 21.309 i nuovi casi, in aumento rispetto agli 14.866 della scorsa settimana (+44%) secondo quanto emerge dal bollettino settimanale del ministero della Salute e dell’ISS dove si legge che “l’infezione si mantiene bassa seppur in aumento da tre settimane”. Sale anche l’incidenza a 31 casi per 100 mila abitanti rispetto ai 24 della scorsa settimana. Lieve crescita dei ricoveri in Area medica al 3% rispetto al 2,7% della scorsa settimana con un totale di 1.872 posti letto occupati. Cresce lievemente l’occupazione delle terapie intensive (0,6% rispetto allo 0,4% della precedente rilevazione) dove sono ricoverate 49 persone.

La fascia di età che registra il più alto tasso di incidenza settimanale per 100.000 abitanti è la fascia degli anziani con più di 90 anni (69 casi per 100.000 abitanti), “in aumento rispetto alla settimana precedente” e “l’incidenza è in aumento anche in tutte le altre fasce d’età. L’età mediana alla diagnosi è di 56 anni, sostanzialmente stabile rispetto alle settimane precedenti”.
La percentuale di reinfezioni è in aumento e intorno al 39%. Un trend che appare in linea con il nuovo scenario che vede EG.5, alias Eris, quale variante di Sars-CoV-2 prevalente in Italia (41,9%) nell’ultima flash survey diffusa dall’Iss e relativa al periodo 21-27 agosto. “Gli studi ad oggi effettuati – spiegava la relazione tecnica sui risultati dell’indagine – evidenziano che EG.5 è caratterizzata da un elevato tasso di crescita che, insieme ad una diminuita capacità neutralizzazione da parte di anticorpi verso altre varianti, giustificherebbe la sua prevalenza in diversi Paesi”. Tuttavia, “ad oggi non si evidenziano rischi addizionali per la salute pubblica rispetto ai lignaggi co-circolanti”.