Attualità

“Giù la maschera”, Marcello Foa su Rai Radio1 per comprendere le sfide dei giorni nostri “oltre la superficie e senza pregiudizi”

L'ex presidente Rai si prepara al debutto del nuovo programma radiofonico "Giù la maschera. Persone, fatti, notizie alla ricerca della verità". Ecco come sarà

di Emanuele Corbo

Al via lunedì 11 settembre alle 9 del mattino su Rai Radio1 Giù la maschera. Persone, fatti, notizie alla ricerca della verità, il nuovo programma di Marcello Foa. L’ex presidente Rai rientra a Viale Mazzini per dare al pubblico una chiave di lettura dei grandi temi dei giorni nostri grazie anche al contributo di alcuni ospiti fissi che si alternano giorno dopo giorno: dal direttore del Fatto.it Peter Gomez a Giorgio Gandola de La Verità, dalla sondaggista e analista Alessandra Ghisleri al sociologo e politologo Luca Ricolfi. “Il titolo nasce dalla sensazione piuttosto diffusa che l’attuale ciclo delle informazioni sia troppo frenetico per consentire una vera comprensione delle grandi sfide della nostra epoca, persino dell’attualità” spiega Foa a FQMagazine. “Vediamo come gli argomenti durino spesso pochi giorni se non poche ore e l’impressione è che tutto resti sulla superficie. Noi invece vogliamo andare oltre”. Pure le personalità intervistate, come i politici, si toglieranno la maschera: “Capire che persona c’è oltre il ruolo che bisogna ricoprire nella vita professionale è molto importante” sottolinea Foa. Oggetto di discussione saranno tutti i temi ritenuti interessanti per l’opinione pubblica, “senza pregiudizi di alcun tipo e con uno spirito aperto”. Il dovuto grado di approfondimento è garantito dalla natura stessa del mezzo radiofonico, che sgombra il campo da “quello stress dell’intervento di 1 minuto che caratterizza quasi sempre i talk show. Avremo un solo tema per puntata – continua il giornalista – proprio per permettere agli ospiti di sviscerare l’argomento”.

Presidente Rai dal 2018 al 2021, Marcello Foa parla di una “fase delicata” per il servizio pubblico: “In tutti i paesi occidentali vediamo come la digitalizzazione dei media stia portando a un cambiamento di fruizione mediatica da parte del pubblico. Questo significa saper adattare il linguaggio giornalistico alle nuove abitudini, e cambiare anche i canali di contatto. Perciò la grande sfida del servizio pubblico è riuscire da un lato ad adeguarsi alle nuove tecnologie e ai nuovi canali di informazione, e dall’altro a conquistare (o riconquistare) la stima dell’opinione pubblica come baluardo di un’informazione autenticamente pluralista”. A tal proposito, e alla luce delle polemiche che hanno investito l’azienda di Viale Mazzini dopo che, già lo scorso febbraio, il sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi aveva parlato della necessità di una nuova “narrazione del Paese” a partire dai vertici Rai, Foa osserva: “Sono convinto da sempre che la Rai debba essere la spugna di tutti i valori, le idee e le forme di culture che animano l’Italia. Secondo me il servizio pubblico deve diventare veramente pluralista, e garantire uno specchio di interpretazione nell’informazione e nello spettacolo che dia voce a tutte le sensibilità”.

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