Il diavolo esiste. Parola di Papa Francesco. Anzi, parola di Gesù Cristo che nel Vangelo viene tentato più volte dal demonio nel deserto. Credere nel diavolo, dunque, è ugualmente un atto di fede. Nessuno è immune dalle sue tentazioni, neppure gli uomini di Chiesa e la stessa istituzione ecclesiale. Lo denunciò con fermezza san Paolo VI convinto che “da qualche fessura sia entrato il fumo di Satana nel tempio di Dio”. E come non pensare alla corruzione e alla pedofilia del clero. “Quanta sporcizia c’è nella Chiesa –, dirà molti anni più tardi l’allora cardinale Joseph Ratzinger – e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a lui! Quanta superbia, quanta autosufficienza!”.
Eppure, nella Chiesa è abbastanza radicato e diffuso il negazionismo sul demonio, soprattutto da parte delle gerarchie ecclesiastiche. Lo denuncia spesso Bergoglio, mettendo sempre in guardia i fedeli: “Il diavolo entra dalle tasche. Si comincia con l’amore per il denaro, la fame di possedere; poi viene la vanità: ‘Ah, io sono ricco e me ne vanto’; e, alla fine, l’orgoglio e la superbia. Questo è il modo di agire del diavolo in noi. Ma la porta d’entrata sono le tasche”. Ovvero i soldi, definiti anche dal Papa “sterco del diavolo”, la corruzione e le tangenti.
Lo dice Gesù: “Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza”. Passo evangelico che Francesco commenta spesso: “Mi viene in mente – ho parlato di denaro – un passo del Vangelo, quando Gesù dice che non si può servire due padroni: o tu servi Dio, un Signore, o tu servi – e io mi aspettavo che dicesse: il diavolo, ma non dice ‘il diavolo’ – dice: ‘i soldi’. O tu servi Dio o tu servi i soldi. Peggio del diavolo. Dobbiamo cercare di capire cosa vuol dirci Gesù in questo: c’è un messaggio. O servi Dio, o sei servo del denaro. Non sei libero”.
Il diavolo, dunque, esiste e continua ad agire. Ma chi è il demonio? Il Compendio del Catechismo della Chiesa cattolica spiega che “Satana e gli altri demoni, di cui parlano la Sacra Scrittura e la tradizione della Chiesa, da angeli creati buoni da Dio, si sono trasformati in malvagi, perché, con libera e irrevocabile scelta, hanno rifiutato Dio e il suo regno, dando così origine all’inferno. Essi tentano di associare l’uomo alla loro ribellione contro Dio; ma Dio afferma in Cristo la sua sicura vittoria sul maligno”.
Il demonio, infatti, è presente fin dall’origine del mondo: nell’allegoria della Genesi viene raffigurato nel serpente che tenta con successo prima Eva e poi Adamo. Ma non bisogna confondere il male, l’odio e la violenza, frutti sicuramente del maligno, con Satana. Egli, infatti, è una realtà che agisce continuamente e che la Chiesa non si stanca di combattere soprattutto attraverso gli esorcisti, sacerdoti che ricevono questo ministero dai loro vescovi e non ministri improvvisati.
Uno di essi, sicuramente quello più noto al grande pubblico, era padre Gabriele Amorth, nato a Modena nel 1925 e scomparso nel 2016, recentemente interpretato da Russell Crowe nel film L’esorcista del Papa di Julius Avery. Già Amorth si lamentava del negazionismo ecclesiale sull’esistenza del demonio: “La Chiesa, ancora oggi, fa poco per formare nuove leve di esorcisti”. E aggiungeva: “Io paura del diavolo? È lui che deve avere paura di me: io opero nel nome del Signore. E lui è solo la scimmia di Dio”.
Una cosa è certa: il demonio odia i papi. “L’invocazione a Giovanni Paolo II – raccontava padre Amorth – ha un impatto devastante sul diavolo”. E ancora: “Benedetto XVI è temutissimo da Satana. Le sue messe, le sue benedizioni, le sue parole sono come dei potenti esorcismi”. Fabio Marchese Ragona, vaticanista Mediaset e autore di due libri di grande successo su questo tema (Il mio nome è Satana ed Esorcisti contro Satana), ha chiesto a Bergoglio un commento sulla testimonianza di una suora indemoniata. Si legge che il demonio, parlando del Papa, abbia detto: “Lo odio, parla sempre male di me. Hai visto quanti guai gli creo?”. “Non conosco personalmente il caso – ha risposto Francesco – e non posso quindi dare una valutazione. Ma è davvero possibile che io rompa le scatole al demonio, perché cerco di seguire il Signore e fare ciò che dice il Vangelo. E questo gli dà fastidio. Allo stesso tempo è contento sicuramente quando commetto qualche peccato. Lui cerca il fallimento dell’uomo, ma non ha alcuna speranza se c’è la preghiera”.
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