Il potere di Kiev se la prende di nuovo con Papa Francesco, una delle pochi voci che si levano con continuità a favore di una trattativa e di una sospensione delle ostilità tra Russia e Ucraina. La scorsa settimana il pretesto per attaccarlo era stata una frase pronunciata dal pontefice sulla cultura russa. Oggi non è dato sapere il motivo di un attacco che sale – se possibile – ulteriormente di tono. A parlare non è l’ultimo della catena di comando nelle istituzioni ucraine, ma il capo consigliere del presidente Volodymyr Zelensky, Mykhailo Podolyak. In una lunga e polemica conversazione con Oksana Kharkovska sul Canale 24 dell’Ucraina – rilanciata dal sito di informazione vaticana Il Sismografo – Podolyak respinge un possibile ruolo della Santa Sede in un negoziato di pace: “Nessun ruolo di mediazione per il Papa, è filorusso, non è credibile”. Kiev esclude quindi la possibilità di una mediazione vaticana per risolvere il conflitto militare in territorio ucraino. Podolyak ha fatto cenno anche ad investimenti della Russia nella Ior.
Podolyak, ancora secondo quanto riporta il sito di Canale 24, ha ribadito che “il Vaticano non può avere alcuna funzione di mediazione, perché sarebbe una funzione che ingannerebbe l’Ucraina o la giustizia”, aggiungendo che Kiev, in questa situazione, non riceverà una “giusta valutazione” dal Vaticano. Il braccio destro del capo di Stato ucraino ha criticato l’appello del Papa ai giovani cattolici in Russia. “Non ha senso parlare di un mediatore chiamato Papa Francesco se questi assume una posizione filorussa che è del tutto evidente a tutti“, ha detto Podolyak. Inoltre ha fatto anche allusioni rispetto agli investimenti della Federazione Russa nella banca vaticana: “Dobbiamo guardare agli investimenti che la Russia sta facendo nella Banca Vaticana, dobbiamo analizzare questo in modo un po’ più dettagliato”.
Solo due giorni fa Jorge Mario Bergoglio aveva ripetuto che la guerra è “una cosa del diavolo” e lo aveva fatto durante un’udienza in Vaticano con i vescovi del Sinodo della Chiesa greco-cattolica ucraina. Un confronto, durato quasi due ore, che aveva come obiettivo la fine delle polemiche che le stesse autorità di Kiev avevano sollevato dopo le parole del Papa sulla cultura russa: “La cultura russa è di una bellezza, di una profondità molto grande; e non va cancellata per problemi politici”. Parole che le autorità ucraine avevano bollato sbrigativamente come “propaganda imperialista”. L’udienza in Vaticano era nata proprio come occasione per ribadire il magistero sulla pace di Bergoglio anche in relazione alla guerra in Ucraina. Ai vescovi il Papa ha nuovamente spiegato il senso delle sue parole sulla storia russa: “Io non pensavo all’imperialismo quando ho detto quello, ho parlato della cultura, e la trasmissione della cultura mai è imperiale, mai; è sempre dialogare, e parlavo di questo”.
Ancora oggi – in un messaggio inviato all’Unesco nella Giornata dell’alfabetizzazione – il Papa ha sottolineato tra le altre cose che una delle sfide è quella della “alfabetizzazione per la pace“. “In un mondo lacerato da conflitti e tensioni – afferma – è fondamentale non abituarsi al vocabolario della guerra e della discordia. Man mano che si impara a ferire con armi sempre più ignobili, si può rinunciare a farlo. Come si può ferire una persona, un parente, un amico con parole dure e gesti vendicativi, così si può rinunciare a farlo. Apprendere il lessico della pace significa restituire il valore del dialogo, della pratica della gentilezza e del rispetto dell’altro”.