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Un anno fa moriva la regina Elisabetta: il toccante messaggio di re Carlo. Resta il giallo sulle cause del decesso: “Cancro alle ossa o una caduta”

A un anno di distanza in tanti si interrogano ancora su cosa sia accaduto negli ultimi giorni

di Simona Griggio

Un anno senza Elisabetta. L’8 settembre 2022 si concludeva la vita terrena della Regina d’Inghilterra. Non è stata la fine del mito. Quello si è perpetuato nella memoria del suo popolo. A un anno di distanza in tanti si interrogano ancora su cosa sia accaduto negli ultimi giorni. C’è chi sospetta che Elisabetta fosse devastata da tempo da una cancro alle ossa. Che fosse quasi cieca e sorda. Che sia caduta in casa. Che fosse afflitta e addolorata per le liti continue e gli scandali, da quelli che avevano colpito Andrea alla rivalità tra William e Harry, con Meghan sullo sfondo. Nessuna delle ipotesi, che analizzeremo, ha mai trovato conferme. Ma l’altra novità della giornata è l’intervento social dell’attuale monarca. A tutti i sudditi Re Carlo ha indirizzato un messaggio su Instagram. Parole commosse, firmate semplicemente “Charles R.”, senza altri titoli. La stessa sigla che concludeva il biglietto scritto a mano collocato tra i fiori il giorno delle esequie.

Che cosa scrive Carlo oggi sul social, nella pagina della Famiglia reale? Ecco le sue parole: “Nel celebrare il primo anniversario della morte di Sua Maestà e della mia ascesa al trono, ricordiamo con grande affetto la sua lunga vita, il suo servizio devoto e tutto ciò che ha significato per tanti di noi”. Ancora, un cenno all’oggi e a tutti gli abitanti del Regno Unito: “Sono profondamente grato anche per l’amore e il sostegno che è stato dimostrato a me e a mia moglie durante quest’anno mentre noi facciamo del nostro meglio per essere al servizio di tutti voi”.

Ancora oggi in molti si interrogano su quale sia stata la vera causa del decesso di Elisabetta. Certo, l’età avanzata. Ma si sono succedute nel tempo altre ipotesi, alle quali i documenti ufficiali non hanno dato risposta. Ricordiamo gli avvenimenti di quelle ore. Alle tre e dieci del pomeriggio il dottor Douglas Glass, nel suo ruolo di farmacista in Scozia della Casa Reale, ha redatto e firmato nel castello di Balmoral l’atto di morte. Certifica che Elizabeth Alexandra Mary Wilson è deceduta l’8 settembre “per vecchiaia” all’età di 96 anni.

Per tre ore la notizia rimane circoscritta all’entourage della Casa Reale, un pugno di persone. Solo tre ore dopo la notizia diventa pubblica. Elisabetta, la sovrana più longeva e amatissima non solo nel suo Paese ma in tutto il mondo, si era spenta. Le fonti riservate dicono che se n’è andata “in totale serenità”.
Come abbiamo constatato, i documenti ufficiali non fanno cenno ad altre cause. Nemmeno è sicurissima l’ora precisa della dipartita, perché l’orario riportato è quello in cui il certificato è stato firmato: si può dedurre che sia accaduto tutto prima delle 15. L’età molto avanzata di Elisabetta non ha fatto sorgere molti interrogativi sulla sua morte. Eppure è impossibile non ricordarsi di diverse circostanze che hanno preceduto quel momento. Era passato solo un mese e due giorni da quando la sovrana aveva conferito l’incarico, il numero 15 della sua vita, al primo ministro Liz Truss. Esperienza di governo rapidamente archiviata.

Le telecamere avevano rimandato l’immagine di una Elisabetta affaticata. Ma nessuno in quel momento sospettava che la fine fosse imminente.
Era stata un’occasione impegnativa. Era arrivata la Truss, era arrivato anche il premier uscente Boris Johnson. La cerimonia del passaggio delle consegne era stata impegnativa. Quasi due ore. Il passaggio delle consegne era stato un appuntamento faticoso che l’aveva impegnata per quasi due ore. In più, Elisabetta aveva voluto nell’occasione conferire anche le insegne dell’Ordine reale Vittoriano al suo storico e fedele segretario alla comunicazione Donald McCabe.
Il giorno successivo era stata annullata una riunione importate, quella con il Privy Council e il segretario privato della regina Sir Edward Young. Tutti avevano pensato a un normale sovraffaticamento seguito dalla necessità di prendersi qualche giorno di riposo, dopo aver indicato il nome di chi avrebbe dovuto guidare il Paese dopo Johnson. Ripartiamo da quel giorno. Le voci che hanno iniziato a rincorrersi non sono mai state ufficiali. Si sussurrava che Elisabetta fosse già malata. Che il suo udito e la vista fossero ormai al lumicino. Che avesse momenti di confusione, peraltro normali in una persona dall’età molto avanzata. Ancora, si diceva che fosse afflitta dai dolori e ormai si spostasse solo con la sedia a rotelle.

Il biografo Gyles Brandreth ha poi ripreso queste voci, ma sempre raccontandole come tali: brusii che circolavano a Corte, mai avvalorati da comunicazioni ufficiali. Gli insider rivelavano che Elisabetta assumesse robuste terapie di antidolorifici per contrastare gli effetti di una grave malattia alle ossa. Nessuno però pensava che le cose stessero scivolando rapidamente verso l’epilogo. Solo qualche segnale. Poche ore prima della fine la premier Truss aveva mandato a ritirare un abito nero per la Regina, rimasto nella casa di Greenwich.

Però la Corte non aveva rimandato nessun impegno. La principessa Anna era a Balmoral, impegnata in un appuntamento di beneficenza. Carlo ospitava Jenna Bush, la figlia dell’ex presidente Usa a Dumfries House, una villa palladiana nell’Ayrshire. Cena serena e gioisosa, racconterà poi il marito della Bush Henry Hager.
Il giorno successivo, ricorderà ancora Hager, arrivò poco dopo mezzogiorno una telefonata a Carlo. Lui non disse nulla, ma chiese a tutti di rimanere in silenzio. Un elicottero era già arrivato per prelevarlo con la consorte Camilla. Nel frattempo, si ricorderà, all’aeroporto militare di Northolt si consumava l’ennesima lite familiare. Uno di quei dissidi che, dicono i biografi, aveva tanto addolorato Elisabetta.

Il jet aveva già imbarcato il principe William, il principe Andrea, Edoardo e Sofia di Wessex. Doveva partire all’una e mezza, si alzerà più di un’ora dopo. Harry era a Londra con Meghan. Voleva un passaggio. Re Carlo aveva telefonato ad Harry per dirgli che lui era benvenuto. Ma Meghan no. A Corte nessuno la voleva vedere.
Ne seguì una clamorosa lite tra i fratelli. Harry alla fine noleggiò un volo privato e arrivò in grave ritardo. La notizia della morte della sovrana fu data quando non era ancora arrivato a Balmoral.

Accanto a Elisabetta nel momento dell’addio c’erano solo Carlo e Anna. Qualcuno ha ancora raccontato che quella mattina, poche re prima, Elisabetta fosse rovinosamente caduta in casa. Un trauma che avrebbe accelerato la sua dipartita. Ancora questa volta, però, sono solo voci che non hanno mai trovato conferme ufficiali.
A raccogliere le ultime parole di Elisabetta, nei giorni precedenti, Iain Greenshields della Chiesa scozzese. Il reverendo era a Balmoral. La Regina gli parlò della Fede. Quella che avevano i suoi genitori, la sua personale. Poi si era affacciata alla finestra per contemplare il paesaggio verso il fiume Dee. Aveva sospirato: “Chi non vorrebbe essere qui?”.

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