Il governo di Giorgia Meloni, Tajani, Salvini & C. rischia di sacrificare al consueto insopportabile servilismo nei confronti di Stati Uniti e NATO l’importante occasione di cooperazione a tutto tondo offerta dal Memorandum sulla Via della Seta firmato dal governo Conte I con quello cinese il 12 marzo 2019.
La consueta stantia scusa dei diritti umani, invocata come sempre a sproposito colla deplorevole conseguenza di svilire questa fondamentale tematica, non c’entra ovviamente assolutamente nulla, ma funge solo da penosa foglia di fico per mascherare motivazioni di tutt’altra natura. Infatti, proprio in queste ore Meloni & C. si accingono a stipulare un accordo analogo coll’Arabia Saudita e continuano a fornire armamenti di ogni genere a questo e altri regimi impegnati nel massacro degli oppositori e in guerre sanguinose, mentre violano i diritti umani anche i nostri alleati (o per meglio dire padroni) come gli Stati Uniti, dove, per fare solo un recente esempio, una giovane donna incinta è stata assassinata a sangue freddo dalla polizia pochi giorni fa solo perché sospettata di aver rubato una bottiglia di liquore e, soprattutto, perché nera.
Per quanto riguarda la Cina popolare, non contano davvero nulla le centinaia e centinaia di milioni di persone sottratte alla povertà (altro che reddito di cittadinanza)? Certamente si tratta di un modello lontano per vari aspetti da quello occidentale, ma non è detto che sia quest’ultimo ad essere il migliore, nonostante quanto sostengono certi pretesi intellettuali o strateghi di scarsa lungimiranza e pronto inchino ai poteri costituiti, che a quanto pare proliferano soprattutto nelle redazioni dei giornali e di media in genere. Certamente esistono problemi, in Cina come altrove, ma si tratta in buona misura di problemi comuni a tutti gli Stati e che vanno quindi affrontati con spirito cooperativo e non redigendo assurde pagelle di buoni e cattivi, sport nel quale invece eccellono i suddetti “intellettuali” anche perché meno faticoso e meglio remunerato di ogni sforzo serio di approfondimento e ricerca in materia.
Paradossalmente oggi è la Cina a chiedere confronto, cooperazione ed apertura, mentre l’Occidente si arrocca a difesa del suo primato in declino e dei suoi privilegi costruendo i suoi muri e riproponendo il logoro schema della Guerra Fredda che potrebbe lasciare spazio a quella calda. Il rifiuto di prorogare e rilanciare il Memorandum colla Cina rientra a pieno in questa strategia fallimentare. Giova sottolineare che l’aspetto economico, per quanto importante, dato che sono in ballo i destini di molte aziende italiane fra le migliori, costituisce solo una delle dimensioni dell’accordo. Nei considerandi ad esso premessi si parla infatti fra l’altro di “comune patrimonio storico” e “del tradizionale ruolo dell’Italia quale terminale della Via della Seta marittima”, nonché “degli scopi e dei principi espressi nella Carta delle Nazioni Unite”, “dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e “dell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici”.
Il Memorandum contiene del resto un progetto di amplissimo respiro che prevede, al paragrafo II, ben sei ambiti di collaborazione: 1. Dialogo sulle politiche. 2. Trasporti, logistica e infrastrutture. 3. Commercio ed investimenti senza ostacoli. 4. Collaborazione finanziaria. 5. Connettività people-to-people. 6. Cooperazione per lo Sviluppo verde.
Si tratta quindi di un’occasione da non perdere per promuovere un ruolo internazionale dell’Italia maggiormente incisivo ed adeguato al nuovo quadro multipolare che si va definendo. Non si tratta certo di capovolgere la tradizionale fedeltà perinde ac cadaver del nostro Paese agli Stati Uniti e alla NATO (anche se a mio avviso anche questo è un tema da discutere senza pregiudiziali), ma semplicemente di far capire, non solo alla Cina ma al mondo intero, che l’Italia non è del tutto un servo sciocco dell’Occidente, ma un Paese provvisto di una civiltà millenaria (anche se attualmente con prodotti di penultima generazione alquanto difettosi come Lollobrigida, Salvini, Tajani, Letta e simili) che intende sviluppare in modo indipendente rapporti cooperativi proficui e nel mutuo interesse sui problemi che l’intera umanità ha di fronte.
La signora Meloni che, nonostante i suoi limiti, è dotata di una sua certa, sia pure rudimentale, intelligenza, nonché di un altrettanto rudimentale ma efficace carisma che le consente di affascinare le anime semplici, lo ha certamente capito, tanto è vero che si barcamena ancora tra il sì e il no al rinnovo dell’importante accordo e ha dichiarato che l’Italia non si farà condizionare dagli Stati Uniti. Un’affermazione di questo genere appare naturalmente assolutamente incredibile. Eppure occorre sperare e insistere affinché gli interessi del popolo italiano e di tante aziende prevalgano sull’assuefazione al servaggio e la paura di esistere e, pertanto, il Memorandum sulla via della Seta sia non solo rinnovato ma anche rilanciato al fine di mietere gli importanti frutti e risultati ad esso connessi. Forza Giorgia, stupiscici!