Televisione

Fiorello: “Sto pensando a un nuovo varietà in prima serata. Sanremo 2024? Ci sarò per una sera soltanto, sarei felice di vedere Gerry Scotti insieme ad Amadeus”

Lo showman è stato ospite del Festival della Comunicazione di Camogli e si è raccontato a cuore aperto, non risparmiando una frecciata ad Andrea Giambruno: “Il maggior oppositore di Giorgia Meloni è suo marito”

di Simona Griggio

Un nuovo programma televisivo? “Sto pensando a un nuovo varietà in prima serata ma con tempi diversi dai soliti. Non di sabato e della durata di massimo un’ora e venti”. La presenza di Gerry Scotti con Amadeus al Festival di Sanremo? “Io ci sarò per una sera soltanto, ma sarei contentissimo di vedere insieme Scotti e Amadeus. Per Gerry sarebbe un grandissimo riconoscimento”. E aggiunge: “Veniamo da radio Dj tutti e tre. Gerry in verità l’ho incontrato sulle scale della redazione, io entravo e lui usciva per andare a Mediaset”.

Intervistato dal giornalista Aldo Grasso al Festival della Comunicazione di Camogli, Fiorello è un fiume in piena, entra ed esce da tutti gli argomenti possibili con la scioltezza dell’ironia. E soprattutto dell’autoironia. Imitazioni di personaggi, racconti personali, situazioni reali e immaginarie si mescolano fino a formare il ritratto di un artista dalla solarità contagiosa. Un uomo di varietà. “Quando lavoravo nei villaggi in Costa D’avorio mi facevo chiamare petite fleur e parlavo un francese inventato”. E via con la dimostrazione. Il pubblico ride. Sempre. E quella sua spontaneità riesce persino a scomporre la pacatezza dell’intervistatore.

Come fa? Improvvisa: “Ho imparato dalla gente. Da tutti i lavori che ho fatto prima di diventare uno showman. Dalle persone che ho incontrato”. Parte così la carrellata di aneddoti sui ruoli professionali che ha svolto da ragazzo in Sicilia, la sua terra d’origine. Il calcio, le coincidenze, le intuizioni: “Per spostarci da un campo all’altro si usava il furgoncino delle pompe funebri. Alla fine l’impresa mi ha offerto un lavoretto: portare le corone”. Ma quel lavoro si è esteso: “A un certo punto mi chiedono di andare in ospedale a svolgere un lavoro semplice. Stare fermo lì e avvisare il titolare dell’azienda sulle tempistiche del moribondo”. Poi la prima svolta: il titolare sa che lavora in una radio e gli si accende una lampadina: “Puoi farci uno spot?”. Fiorello si inventa una scenetta. Ed è uno dei primi successi. “Jack lo Squartatore era stato catturato e stava per essere giustiziato. Ma diceva (in accento siciliano) ‘sono molto contento perché sarò messo nella casse da morto di Antonio Cacciaguerra. Per un futuro paradisiaco”.

Il capitolo dei villaggi turistici non tarda ad arrivare. L’esperienza di ingaggio nel primo centro Valtur lo racconta così: “Servono tre giardinieri, quattro camerieri e un facchino di cucina. Presente: Rosario Fiorello”. Cosa fa un facchino di cucina? “Lavavo teglie incrostate di maiale e patate – spiega – ma poi sono diventato aiuto cuoco e le patate le pelavo tutto il giorno. Infine sono stato promosso a cameriere al bar e poi barista”. Avviso al pubblico: “Non fate mai gli s*****i con i baristi e i camerieri mi raccomando. Ci sono parole d’ordine nelle cucine per chi tratta senza rispetto. Avete presente il gutalax inodore e incolore?”.

Fiorello, dopo la parentesi del servizio militare nell’82 e il congedo da Caporale tornerà in quel villaggio con l’intento di riprendere le sue 8-900 mila lire fisse e comprensive di tutte le tutele. “Allora era tanta roba, meglio del salario minimo” ma Enzo Oliveri della Valtur, quello che lui chiama uomo della fortuna ed era nel frattempo diventato capo villaggio. Gli propose come unica condizione di fare l’animatore. “Avrei guadagnato solo 120 mila lire più vitto e alloggio non 800. All’inizio ho rifiutato. Ma poi mi sono incamminato triste fino al cancello e mi sono fermato. Ho visualizzato il mio futuro certo al bar del paesello e ho scelto l’incertezza”.

Quella era già la sua strada. Poi Fiorello come un fiume in piena racconta di personaggi che ha conosciuto e ammirato. Mike Buongiorno, che non coglieva mai le battute, Franco Battiato, che non sapeva come presentarlo al filosofo Manlio Sgalambro e disse con voce bassa e pensosa “lui fa del pop”. Avrebbe potuto dire è il re del karaoke? E ce l’ha con il giornalista, in prima fila, Beppe Severgnini: “Tutto quello che la Rai dà a noi lo toglie a lui”. Infine non risparmia una frecciata ad Andrea Giambruno: “Il maggior oppositore di Giorgia Meloni è suo marito. Tanto che lei ogni giorno chiede ‘cosa ha detto oggi?”. Il Camogli show, dopo il Techetechetè Show. “Hanno la puntata pronta per quando sarò morto”, ha scherzato.

Dall’esperienza della tv in bianco e nero che vedeva da piccolo al suo programma di oggi in piazza, Viva Rai2! (il 6 novembre nella nuova location del Foro Italico dopo le proteste degli abitanti di Via Asiago a Roma), dagli incontri con i personaggi dello spettacolo famosi a quelli con la gente comune, Fiorello ha condiviso con il pubblico del Festival l’idea che tutti siano persone da cui apprendere. Che il suo essere artista nasca proprio dall’ascolto. “Non sapete cosa può raccontarvi un lavapiatti”, ha detto riferendosi al suo lavoro nelle cucine dei villaggi. Su questo appuntamento, che è uno dei tantissimi della kermesse, il Festival ideato da e con Umberto Eco e oggi diretto da Rosangela Bonsignorio e Danco Singer, rinnova la sua volontà di andare avanti sempre meglio: “Sono i nostri primi dieci anni”. L’anniversario è arrivato con qualche batticuore.

Che cosa è accaduto? Il Festival ha sempre ospitato una parte consistente di ospiti orientati a sinistra. Nessun problema finché l’amministrazione è stata dello stesso colore e i malumori arrivavano solo dalle opposizioni. Ma nell’ultima tornata elettorale è arrivato il ribaltone e per Camogli è stato un vero colpo di scena. Qualcuno ha pensato che la nuova amministrazione di centrodestra potesse meditare di mettere i bastoni tra le ruote alla manifestazione. Non è andata così. Il neo sindaco Giovanni Anelli ha spazzato via tutti i dubbi. “Il Festival non è in discussione”, ha spiegato. Anche se ha aggiunto: “Ci siederemo con gli organizzatori per fare delle proposte “. Il presidente della Regione Giovanni Toti ha incitato il primo cittadino a “portare avanti almeno per altri cinque anni una manifestazione di grande successo”.

Il Festival quindi va avanti. Con il suo programma che ogni anno ospita un’eccezionale quantità di ospiti e di specializzazioni. Esperti di comunicazione, giornalisti del web e della carta stampata, blogger, youtuber, divulgatori informatici; il mondo delle imprese con presidenti, amministratori delegati e responsabili della comunicazione; economisti, giuristi e avvocati; storici, semiologi, linguisti, sociologi e psicologi; grandi nomi della letteratura, della filosofia e dell’antropologia; personalità di primo piano della fisica, della geologia, della matematica e della bioingegneria; musicisti, registi, scrittori e artisti.

Ad arricchire il palinsesto di eventi del Festival della Comunicazione ci sono anche contributi dal mondo del teatro, della musica e della poesia. Tra gli spettacoli in calendario la messa in scena dello spettacolo La Misteriosa Fiamma della regina Loana di Giuseppe Dipasquale, con Ninni Bruschetta e Viola Graziosi, musiche di Giorgio Conte. Concetto cardine è in questo caso la memoria, o meglio la sua perdita improvvisa e la conseguente perdita d’identità, tratto dall’omonimo romanzo di Umberto Eco edito da Bompiani. Fra le presenze invitate Monica Guerritore con la conferenza-performance dal titolo Anna. La nascita di un film, dove viene raccontata l’ideazione del film Anna, opera prima alla regia per il cinema di Guerritore, e la prima pellicola in assoluto sulla vita di Anna Magnani. E Souvenir Novecento di Stefano Massini, con una carrellata di racconti sui momenti salienti del Novecento costruita appositamente per i 10 anni del Festival.

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