Tra i felini spariti, peraltro, anche quello della fotografa e influencer Nima Benati
Il mistero dei 30 gatti scomparsi senza lasciare traccia. Oramai alle pendici dell’Appennino bolognese, tra le località di Vado, Marzabotto e Monzuno, da giorni non si parla d’altro. Decine di felini, perlopiù non di razza, sono scomparsi dalle abitazioni dei loro proprietari, alcuni perfino da casa nel pieno centro del paese. A seguire la vicenda ci sono i Carabinieri di Vergato, ma di fondo è come cercare un ago in un pagliaio. Videocamere che hanno ripreso qualcosa? Zero. Testimonianze di vicini? Ancora zero. E come se non bastasse le segnalazioni di scomparsa di gatti si sono allargate verso Sud, che poi sull’Appennino significa ancor più in alta montagna: Gaggio Montano, Castel di Casio, Camugnano. Altri mici scomparsi nel nulla all’improvviso.
Tra i felini spariti, peraltro, anche quello della fotografa e influencer Nima Benati che per il ritrovamento del suo Bartolo, un chinchilla silver shaded sparito dall’abitazione di Monghidoro in questo momento occupata dai suoi genitori mentre lei è in vacanza, ha lanciato un appello social con ricompensa di 5mila euro a chi lo ritroverà. Sulle testate locali sono state vagliate alcune ipotesi con possibili colpevoli.
L’ipotesi predatori animali però va subito scartata, sia per la quantità improvvisa di sparizioni sia per le modalità. Infatti se aquile o volpi avessero improvvisamente avuto necessità di uccidere tutti questi felini per poi cibarsene almeno una carcassa o qualche traccia di uccisione dopo tutti questi giorni si sarebbe trovata. Invece nulla. Attorno ai gatti scomparsi c’è il vuoto. Al vaglio degli inquirenti ora, rimangono due possibilità: la sempiterna questione della setta satanica o un macabro rituale di morte orchestrato con diabolica perizia.