Gli azzurri vedono di nuovo i fantasmi, che per l’Italia del pallone ormai hanno il color rosso sgargiante della divisa della Macedonia del Nord. La stessa squadra che aveva buttato fuori dai Mondiali la Nazionale di Mancini ferma sul pareggio, uno striminzito 1 a 1, la nuova Italia targata Luciano Spalletti, che per il suo esordio sulla panchina della Nazionale sognava un epilogo diverso. Ora il neo ct non ha più tempo: martedì a San Siro arriva l’Ucraina, che in questo momento è davanti agli azzurri di tre punti (con una partita in più) nel girone di qualificazione agli Europei 2024. In testa c’è l’Inghilterra, che però ieri ha pareggiato proprio contro gli ucraini. A dimostrazione che la gara di Milano non sarà una passeggiata. Senza una vittoria, però, il cammino verso la Germania diventerebbe tutto in salita.

Prestazione non brillantissima per l’Italia, che non riesce a concretizzare il vantaggio trovato da Immobile in avvio di ripresa subendo nel finale il pareggio di Bardhi su punizione, complice un Donnarumma non esattamente impeccabile. A Spalletti, saltato in sella alla Nazionale dopo il clamoroso addio di Mancini a Ferragosto, non si potevano certo chiedere miracoli. C’è tanto da lavorare e di tempo ce ne è davvero poco. In più, come sempre a settembre, l’Italia paga una condizione fisica e atletica ancora insufficiente rispetto al resto d’Europa, dove ormai da tempo i campionati cominciano almeno con una settimana d’anticipo rispetto alla Serie A.

Il ct Spalletti schiera il 4-3-3 a lui caro e viste le assenze di Chiesa e Pellegrini rilancia dall’inizio il laziale Zaccagni. A completare il tridente il capitano Immobile e l’esterno del Napoli Politano. A metà campo, Spalletti schiera Barella, Cristante e Tonali mentre in difesa, davanti al portiere Donnarumma, spazio a Di Lorenzo, Mancini, Bastoni e Dimarco. Si gioca su un autentico campo di patate, un altro fattore che non aiuta gli azzurri a sviluppare quelle trame che hanno reso vincente il gioco di Spalletti. Qualche occasione arriva, ma a onor del vero anche la Macedonia sfiora clamorosamente il vantaggio in almeno un paio di occasioni. All’intervallo Spalletti lascia in panchina Politano e manda in campo Zaniolo, per dare maggior vivacità alla manovra offensiva. Il gol di Immobile, dopo un gran tiro di Barella respinto dalla traversa, sembra scacciare i fantasmi. Invece poi gli azzurri si spengono – complice la stanchezza – e pagano dazio a 10 minuti dal novantesimo: una punizione dal limite di Bardhi trova impreparato Donnarumma, che si fa infilare sul suo palo. L’Italia torna a casa con un misero punto.

“Pagato il peso emotivo? Non possiamo avere pesi di nessun genere, dobbiamo avere la faccia tosta di voler fare vedere dove vogliamo arrivare. Altrimenti diventa tutto più difficile”, dichiara Spalletti nel corso della conferenza stampa post-match. “Noi siamo una squadra forte, con una storia fortissima, una nazione che genera calciatori di continuo e dobbiamo tornare a quel livello che ci è stato donato dalla storia e dalla qualità che abbiamo in Italia. Tutte quelle cose che ci permettono di tornare a quei livelli”, aggiunge. Che gli azzurri siano spaesati lo testimoniano però le parole di Immobile, quasi in lacrime a fine gara: “Le lacrime? E’ un momento in cui bisogna stare più uniti, ci gira un pò così. Eravamo riusciti ad avere qualche occasione nonostante il campo brutto, ma in questo momento dobbiamo stare più uniti”, dice ai microfoni della Rai.

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