“Non conoscono il tema e lo affrontano con retoriche di odio e di repressione dei corpi”. Lux Callari, membro dell’esecutivo dell’Unione degli studenti Lombardia, ha partecipato al presidio davanti alla sede della Regione Lombardia contro la mozione Fdi che vuole impedire le carriere alias nelle scuole. E a ilfattoquotidiano.it parla delle richieste concrete che fanno alla politica. “Vogliamo l’approvazione e la tutela delle carriere alias nelle nostre scuole e in tutta la Regione”. Ma non solo. Gli studenti chiedono: l’istituzione di bagni neutri e un’educazione sessuale al piacere, al consenso e all’affettività. Ma anche il congedo mestruale, nuovi codici contro molestie e discriminazioni e sportelli psicologici gratuiti e accessibili. Gli studenti saranno ancora in piazza in tutte le città della Lombardia per la manifestazione per il diritto allo studio del 17 novembre, in occasione della Giornata internazionale degli studenti, e promettono un “autunno caldo di mobilitazioni”. “I nostri corpi”, conclude Callari, “saranno i primi strumenti ad agire per la messa in sicurezza degli spazi scolastici”.
Sotto al grattacielo Pirelli, sede del Consiglio regionale, a Milano, hanno protestato i collettivi studenteschi di alcuni istituti cittadini e regionali, alcune realtà universitarie e trans femministe, e i rappresentanti del sindacato Unione degli studenti, gli organizzatori del presidio. Si sono mobilitati per rivendicare l’ottenimento delle carriere alias nelle scuole, profili burocratici alternativi a tutela degli studenti trans. Si tratta del meccanismo che permette a chi non si riconosce nell’identità di genere assegnata alla nascita, di utilizzare un nome elettivo diverso da quello anagrafico. In Italia non esistono linee guide ministeriali sull’argomento. Quindi i singoli istituti possono muoversi in questa zona grigia e introdurre autonomamente il dispositivo. In Lombardia le scuole che lo hanno attivato sono 29 (sulle 242 in Italia). Una delle regioni più avanti in questo percorso. E questo a Fratelli d’Italia non sta bene, tanto che il consigliere meloniano, Giacomo Zamperini, a luglio ha presentato una mozione per annullare l’attivazione delle carriere alias nelle scuole lombarde.
“È stato un momento forte”, racconta ancora Callari. “Collettivamente abbiamo dato una risposta chiara alla Regione che continua a giocare sui nostri corpi, proponendo e ritirando mozioni”. Il riferimento è all’iter travagliato che sta avendo la proposta di Fdi. Presentata per la prima volta a luglio, la mozione non è stata mai depositata a causa di fratture interne alla stessa maggioranza di centrodestra. E dopo essere stata annunciata per il 12 settembre, la calendarizzazione è stata di nuovo rinviata. Tra le voci contrarie c’è quella dell’assessora forzista all’Istruzione, Formazione e Lavoro, Simona Tironi, che si è detta a favore delle carriere alias come strumento per “evitare alle persone di soffrire”. Una posizione opposta rispetto a quella dell’alleato Pietro Macconi – ex Alleanza Cattolica e Popolo della famiglia, ora in Fdi – che, in un’email inviata a fine agosto, ha chiesto al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara di “intervenire in ragione del contrasto alla diffusione della carriera alias nelle scuole, che desta giusta preoccupazione nelle famiglie, attesa l’innaturale ideologia volta alla fluidità di genere”. “Quella mail di Macconi – dice Callari – è la dimostrazione di una debolezza. Il tema è sconosciuto e quindi affrontato con retoriche di odio e di repressione dei corpi. Viene demonizzato”. Un approccio, prosegue il rappresentante, che “cerca di portare il potere decisionale fuori dalle mani delle persone”. Lo scontro con le forze politiche di centrodestra è palese. Ma, allo stesso tempo, gli studenti non accettano di vedere la loro lotta “strumentalizzata dall’opposizione di centrosinistra”. “Non abbiamo bisogno di parole vuote. A oggi non è stata fatta alcuna proposta concreta che voglia tutelarci e legittimarci”, chiude il rappresentante. Per questo gli studenti annunciano che continueranno a mobilitarsi per chiedere risposte dalla Regione.