Serve un “bonus” cultura per tutti coloro che hanno la buona volontà di ascoltare, di incontrare uno scrittore, di andare a teatro, di partecipare a un festival come quello della letteratura a Mantova che si è appena concluso: una rassegna che da oltre vent’anni richiama nella città lombarda migliaia di persone. Sono quell’Italia che non capisci cosa voti (visto che la maggioranza è di destra) ma che ama sedersi a riflettere sulla scuola, sulle votazioni negli Usa, sull’intelligenza artificiale, sulla montagna, sul cambiamento climatico, sulla musica e tanto altro. Sono quegli italiani che non guardano (almeno si spera) il Grande fratello, ma che amano prendere in mano un libro, regalarlo, prestarlo. Sono quella parte di Paese che investe in cultura: gente che decide di spendere una buona parte del proprio stipendio per non essere indifferente, per cercare di comprendere la realtà, per pensare.

Occasioni come quelle del Festivaletteratura di Mantova sono incontri che non si limitano ad essere appuntamenti fine a se stessi, ma spesso in questi anni sono stati precursori di ciò che si sarebbe avverato anni dopo. Ricordo incontri a Mantova che annunciavo l’arrivo dell’epoca trumpiana o appuntamenti ove, già vent’anni fa, Gherardo Colombo e don Giovanni Nicolini parlavano dell’inutilità del carcere.

A Mantova sono passati Tiziano Terzani e Michela Murgia, Erri De Luca e tanti autori stranieri più o meno noti che hanno permesso di guardare oltre i confini. Anche quest’anno Domenico Starnone, Monica Guerra, così come Federico Batini hanno aperto un “dibattito” sulla scuola che da nessun’altra parte si ascolta, visto che nei talk show non si parla mai di istruzione – a meno che una professoressa venga presa di mira con dei pallini. A Mantova, con la giornalista scientifica Silvia Bencivelli, centinaia di persone si sono fermate per capire l’intelligenza delle macchine; così come si è parlato del fine vita nella tradizione occidentale e orientale, come non si fa da nessun’altra parte. Ma quanto costa investire in cultura? Gli incontri di Mantova hanno un costo di 6,50 euro l’uno, così come ha un costo andare a teatro, a vedere una mostra. Ed è giusto che la cultura sia “valutata”, “valorizzata”; ma questa spesa è a rischio.

L’aumento della benzina, dei costi della vita d’ogni giorno, può mettere in crisi anche chi fino ad oggi ha scelto di andare al Festivaletteratura o prendere l’auto e dirigersi a Modena per partecipare al Festival filosofia che si terrà la prossima settimana. Ecco perché serve iniziare a pensare che la cultura non può e non deve diventare un bene di lusso per pochi, ma deve restare un diritto di tutti.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

“Nino, ti presento Paola”, rivedi l’intervista di Alessandro Ferrucci a Nino Frassica. Con improvvisata di Marco Travaglio

next
Articolo Successivo

“Basta odio. Né con Vannacci, né con i generali del politicamente corretto”, il nuovo libro di Gianluca Barbera è una risposta alle derive contemporanee – L’ESTRATTO IN ANTEPRIMA

next