In politica non esiste gratitudine. È in questo modo che Matteo Renzi reagisce all’addio di Elena Bonetti, la deputata che ha lasciato Italia viva e ora punta a un ticket con Carlo Calenda. Una perdita importante per il piccolo partito dell’ex rottamatore visto che Bonetti è stata ministra sia nel governo di Giuseppe Conte che in quello di Mario Draghi. Renzi, però, evoca dietro all’addio presunti maldipancia per le future nomine dentro a Italia viva. “Dopo quattro anni – scrive nella Enews – stiamo finalmente facendo i congressi: non possiamo continuare a nominare ministri e deputati senza democrazia interna. Qualche amico che non condivide il percorso di democrazia interna ha annunciato di lasciare Italia Viva. Mi spiace ma non sarà né il primo né l’ultimo. È fisiologico che qualcuno vada e altri arrivino: nella nostra storia è sempre stato così. Non chiedo riconoscenza per ciò che in tanti hanno ricevuto perché so benissimo che la gratitudine non è una categoria della politica. Chiedo anzi il massimo rispetto”.
Archiviato in questo modo l’addio di Bonetti, dunque, Renzi si dedica a una serie di annunci: l’uscita di un suo nuovo libro “(Si chiamerà Palla al Centro”), il ritorno della kermesse che ha accompagnato la sua ascesa politica (“La Leopolda si terrà dopo due anni e mezzo di rinvii, spero che saremo in tanti anche l’8, il 9 e il 10 marzo”). Poi l’ex segretario del Pd ha pure annunciato che alla prossima festa d’Italia viva a Santa Severa, sulla costa romana, sarà presente mezzo governo Meloni: quattro ministri tra quelli cone le deleghe più importanti. “Il programma definitivo è in arrivo. Intanto vi segnalo la presenza del ministro Nordio giovedì alle 21. Tra i ministri ci saranno anche Piantedosi, Calderone e Schillaci. Io parlerò domenica alle 11 in contemporanea a Salvini/Le Pen: Santa Severa contro Pontida, due visioni diverse dell’Europa e della politica”. Resta da capire se ci saranno più esponenti del governo di Giorgia Meloni alla festa della Lega, secondo partito della maggioranza, o a quella di Italia viva, che formalmente sta ancora all’opposizione.