La app dedicata agli incontri LGBTQ+ ha licenziato 80 persone su 170 dopo aver dato loro un ultimatum
Grindr ha perso quasi la metà dei propri dipendenti. La app dedicata agli incontri LGBTQ+ ha licenziato 80 persone su 170 dopo aver dato loro un ultimatum. Il mese scorso, come riporta Vice.com, l’azienda aveva chiesto ai dipendenti statunitensi di lavorare almeno due giorni a settimana in uno degli uffici di Chicago, Los Angeles e San Francisco o di accettare, in caso contrario, il licenziamento. Molti di coloro che vivono lontani dai grandi centri, dove trovare casa non è facile e il costo della vita è molto alto, si sono trovati a dover scegliere la seconda opzione, perdendo così il lavoro. Il sindacato dei lavoratori di Grindr teme però che la decisione aziendale sia stata presa come ritorsione per la loro decisione di sindacalizzarsi. Per questo motivo ha presentato due accuse di pratiche di lavoro sleali al National Labor Relations Board, che tutela i diritti dei dipendenti del settore privato. Dal canto suo l’azienda nega la natura punitiva del cambiamento delle proprie politiche. Si sarebbe anzi offerta di coprire parte delle spese di trasloco di coloro che hanno deciso di spostarsi, e avrebbe concesso sei mesi di paga a quanti sono stati licenziati.