È iniziato oggi negli Usa il processo antitrust contro Google, accusata di monopolio. È il più importante degli ultimi 25 anni e il primo di questa portata nei confronti di uno dei colossi del web. A presiedere è il giudice Amit P. Mehta mentre a sostenere le accuse del Dipartimento di Giustizia è il legale Kenneth Dintzer. Proprio Dintzer, in apertura, ha affermato che “Questo caso riguarda il futuro di internet e se mai Google affronterà una significativa concorrenza”. Il legale ha spiegato che Google paga ogni anno 10 miliardi di dollari per gli accordi che le consentono di essere il motore di ricerca di default sugli smartphone e sui computer e difendere così la sua posizione monopolistica. “Le prove dimostreranno che ha chiesto l’esclusività dell’uso in default per bloccare i rivali. La società ha pagato miliardi per assicurarsi il default perché ha una forza unica. Negli ultimi 12 anni Google ha abusato del suo monopolio nella ricerca“. Dintzer ha ricordato come oggi Google detenga una quota dell’89% nel mercato dei motori di ricerca.
“Gli utenti hanno oggi più opzioni che mai nella ricerca e nelle modalità di accesso all’informazione online”, ha ribattuto il legale di Google John Schmidtlein argomentando che il Dipartimento di Giustizia ha dipinto un quadro non accurato della posizione di Google sul mercato. Molte delle politiche adottate dalla società, e oggetto delle accuse del Dipartimento di Giustizia, aumentano infatti la concorrenza, mette in evidenza Schmidtlein. Fra queste gli accordi per caricare le app di Google sugli smartphone Android così da bilanciare il sistema operativo di Apple. “Questo caso è su Microsoft”, afferma Schmidtlein riferendosi a un altro gigante di dimensioni paragonabili che ha un suo motore di ricerca, Bing. Non è popolare per “varie ragioni”, spiega il legale di Google, e fra queste il fallimento di Microsoft nell’investire e nell’innovare. È poi necessario tenere presente che nella ricerca di servizi e contenuti Google ha la concorrenza di molti servizi specializzati, quali Walmart e Amazon per lo shopping, Expedia e Booking.com per i viaggi e Uber e Grubhub per la consegna di pranzi e cene.
Il processo è senza giuria e dovrebbe durare 10 settimane, almeno fino a novembre, poi il giudice Metha deciderà. Le autorità americane non hanno ancora diffuso la lista dei testimoni che chiameranno, ma fra questi potrebbero esserci l’amministratore delegato di Microsoft Satya Nadella e Eddie Cue di Apple. Attesa anche la testimonianza del numero uno di Google Sundar Pichai. Se il giudice Metha si pronuncerà contro Google si aprirà un secondo procedimento, sempre sotto la sua supervisione, per decidere i rimedi alla condotta illegale. Il Dipartimento di Giustizia non ha ancora fatto sapere cosa potrebbe chiedere, ma secondo diversi osservatori potrebbe spingersi fino a chiedere uno spezzatino della società oltre che sanzioni pesanti.