Si tratterebbe della formica “invincibile”, ma anche questa volta ci pieghiamo alla narrazione generale, e terroristica, che la vuole “di fuoco”. Parliamo della Solenopsis invicta, una formica della sottofamiglia delle Myrmicinae, dal colorito bruno rossastro, con una lunghezza per le operaie che va dai 2 ai 4 millimetri. La peculiarità di queste formiche è però quella da cui deriva il suo nuovo nome, perché questi insetti sono dotati di un pungiglione velenoso che provoca punture dolorose simili alla scottatura di quella che viene definitiva una piccola fiamma. Da qui, l’appellativo “di fuoco”.
Quando invece la peculiarità di queste formiche, sorta di rango elevato della loro sottofamiglia, è il fatto che siano notevolmente tenaci e forzute tanto da devastare non solo campi coltivati, ma addirittura fili e macchinari elettrici nel caso vi si infilino dentro. Insomma, per la sua funzione naturale una formica pronta geneticamente a farsi largo e permanere nei secoli; mentre per gli esseri umani del nostro evo in disfacimento un pericolo mostruoso. Infatti, tracce enormi della formica di fuoco sono state rilevate definitivamente nell’area attorno a Siracusa, in Sicilia, quando invece sono originarie del Sud America.
In meno di un secolo grazie al commercio umano sono arrivate in Australia, Cina, Caraibi, Messico e Stati Uniti. Che apparissero anche in Europa era questione di poco tempo. Le cronache locali siciliane parlano infatti di 88 diversi nidi di formica di fuoco trovati in circa 5 ettari di campagna e area suburbana. Ora che la questione si sta facendo seria, riemergono dal passato – come sempre capita nell’ambito medico-sanitario – casi di punture di formica di fuoco ad un essere umano fin dal 2019. Il danno peggiore riguarda però l’impatto sull’ecosistema locale e soprattutto sull’agricoltura. Gli scienziati segnalano che questa diffusione esponenziale riguarda la creazione di “supercolonie” che prevedono la presenza di più formiche regine.
Lo scienziato Mattia Menchetti, dell’Istituto spagnolo di Biologia evoluzionistica (IBE), ha spiegato all’Ansa che la formica di fuoco “è un predatore generalista, e nei luoghi in cui si insedia causa la diminuzione della diversità di invertebrati e piccoli vertebrati”. Ancora altri dati. La formica di fuoco sarebbe la “la quinta specie invasiva per danni economici causati nel mondo” e solo negli Stati Uniti si stimano ogni anno danni per “6 miliardi di dollari”. Tocca ora, soprattutto alla regione Sicilia, mettere mano al portafoglio per forme di eradicazione non semplici, e non ancora collaudate, nonché richiamare in servizio dal Sudamerica qualche affamato formichiere.