“Grazie Procuratore, questa audizione è stata utile a tutti”, con queste parole la presidente Colosimo ha da poco congedato il Procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri, dopo due ore di audizione davvero intense. Chissà che mal di testa avrà la presidente, ancora una volta sollecitata dalla difficilissima impresa di tenere insieme quanto consegnato dall’audito con le proprie traiettorie politiche.
Faccio un paio di esempi.
Il Procuratore Bombardieri, dopo aver descritto in maniera efficace e preoccupante la dilagante potenza della ’ndrangheta, una potenza – vale la pena soffermarvisi pur in estrema sintesi – fatta di una grande disponibilità di denaro derivante dal narcotraffico (le decine di tonnellate di cocaina sequestrate nel porto di Gioia Tauro negli ultimi anni, se da un lato misurano la crescente capacità degli investigatori di interferire con i traffici, rappresentano verosimilmente la punta dell’iceberg dei carichi che lì vengono gestiti), di una impressionante disponibilità tecnologica soprattutto nei campi della comunicazione e della circolazione finanziaria (la ‘ndrangheta già nel 2012 era pronta a fare pagamenti in criptovalute, ma i sudamericani non sapevano ancora che farsene), di una evoluta capacità di avvicinare il mondo imprenditoriale legale offrendo servizi molto apprezzati, soprattutto al Nord (l’esempio fatto è stato quello della gestione dei rifiuti), di una altrettanto rodata capacità di trovare il contatto con il mondo politico (anche “allevando” veri e propri rappresentanti di lista da far eleggere, assicurandosene la riconoscenza) e di una rete di “filiali” mondiale tanto che la Procura di Reggio Calabria ha rapporti consolidati con polizie e magistrature che spaziano dal Canada all’Australia, ha concluso il suo intervento con un accorato richiamo all’importanza del progetto “Liberi di scegliere”.
Il progetto è la realizzazione empirica, cioè fatta in assenza di un quadro normativo di riferimento, che infatti viene chiesto a gran voce da almeno dieci anni, di una sfida portata al cuore stesso del potere della ‘ndrangheta: la solidità della famiglia, che passa dalla sottomissione delle donne e dei minori. Il progetto prevede il sostegno alle donne legate a famiglie di ‘ndrangheta, che con i loro figli decidano di rompere questi legami, senza necessariamente offrire informazioni utili alle indagini (per questo si parla di una “terza via”: né Testimoni di Giustizia, né collaboratori), un progetto ritenuto fondamentale da Bombardieri perché, parole sue, “fa perdere la faccia” ai mafiosi. Ebbene questo progetto nasce dall’impegno di Libera, CEI e Tribunale di Reggio Calabria.
Domanda alla presidente Colosimo: pensa anche lei, come Salvini, che don Ciotti debba espatriare?
Altro esempio. Il Procuratore Bombardieri ha ampiamente descritto come gli eccellenti risultati ottenuti in questi anni contro la ‘ndrangheta all’interno dell’Unione Europea siano dipesi dal progressivo potenziamento della collaborazione tra apparati investigativi e giudiziari, reso possibile da Euro Just, che è l’organismo di cui si è dotata l’Unione Europea e che permette, insieme ad Europol, a polizie e magistrature dell’Unione Europea, di comportarsi a certe condizioni come se fossero un’unica polizia e un’unica magistratura all’interno di un comune spazio pubblico. Insomma: zero rogatorie! Tanto che Bombardieri ha auspicato una sempre maggiore integrazione tra normative dei singoli Paesi, un’armonizzazione possibilmente “verso l’alto” e non verso il basso, cioè prendendo di volta in volta la norma più avanzata per estenderla alle altre legislazioni, magari attraverso lo strumento della Direttiva.
E in questa materia le norme più avanzate sono quasi sempre quelle italiane (dal reato associativo, alle misure di prevenzione patrimoniali, alla gestione sociale dei beni confiscati, alle banche dati…). Sul punto la presidente Colosimo, facendosi incautamente prendere dall’entusiasmo, è intervenuta in scia alle parole di Bombardieri mettendoci il carico da novanta, domandando a che punto sia l’estensione in Europa del 416 bis. Ed ecco la seconda domanda alla presidente Colosimo: come pensa di conciliare la necessità di avere una Europa sempre più federale con la spinta nazionalistica, cavalcando la quale lei sta dove sta? In vista delle prossime elezioni europee deciderà di sottoscrivere l’agenda politica dei socialisti o preferirà pur sempre stare dalla parte di forze neo franchiste come Vox, per cui tanto si è spesa la sua sodale e mentore Meloni?
Il tempo delle convergenze parallele è finito e anche quello del sentimentalismo incoerente: non basta fare telefonate nel cuore della notte per sconfiggere la mafia.