ESCLUSIVO - FqMagazine pubblica in anteprima esclusiva alcuni passaggi del diario di Elisa Claps contenuti nel nuovo libro della giornalista Mariagrazia Zaccagnino, amica della ragazza scomparsa 30 anni fa
“Sono io Elisa Claps”: esce oggi, a distanza di 30 anni dalla scomparsa della ragazza potentina il cui corpo è stato ritrovato il 17 marzo del 2010 nella Chiesa della Santissima Trinità di Potenza, il libro della giornalista Mariagrazia Zaccagnino che racchiude i diari di Elisa. Per il suo omicidio è stato condannato a 30 anni Danilo Restivo che sta scontando la sua pena in Inghilterra dove pochi anni dopo ha ammazzato anche la sua vicina di casa Heather Barnett. “È un libro scritto a sei mani – spiega l’autrice a FQMagazine – da Elisa, dalla signora Filomena e da me che ho messo insieme i ricordi di sua madre con i diari della ragazza”. Un libro che racchiude un rapporto interrotto tra una madre che ha continuato a vivere e una figlia rimasta per sempre adolescente.
Da queste pagine emerge il ritratto di una ragazza buona e generosa: “La madre me lo aveva sempre detto – continua l’autrice – ma leggendo i suoi diari ho capito che non è il suo cuore innamorato che parla. Elisa aveva una profonda fede spirituale, spesso nelle sue pagine si rivolgeva a Dio, con una grande sensibilità anche civica turbata dalle stragi di mafia. Manifestava dolore per le morti dei giudici Giovanni Falcone e Borsellino incollando ritagli di giornali nei suoi diari che erano dei semplici quaderni, indignata e addolorata per quanto accadde e “perché resti a futura memoria”, scrisse.
Di Elisa si parla dal giorno della sua scomparsa, quando è diventato un caso, e poi dopo il ritrovamento del corpo. Ma prima di allora, chi era stata?
“Era una ragazza molto gioviale, amava i suoi amici e la sua famiglia. Amava la libertà ma non aveva nessun desiderio di evasione. Dicevano all’epoca si fosse allontanata e per questo non sono state fatte delle indagini accurate ma quella era l’ipotesi meno perseguibile. Amava anche la sua città ed era responsabile. Non aveva ancora conosciuto l’amore ma era già molto profonda. Voleva studiare medicina per entrare In medici senza frontiere, era molto altruista. Credo possa essere un esempio per le nuove generazioni a cui può trasmettere valori profondi, inusuali per quegli anni, lo so perché siamo coetanee. Ho scritto questo libro perché non volevo andasse perduta la sua memoria e perché non restasse nell’immaginario collettivo come un caso da risolvere”.
Cosa c’è di ancora irrisolto secondo lei nel caso Claps?
“Oggi sappiamo chi ha ucciso Elisa ma non chi abbia coperto subito il suo corpo con tegole, calcinacci e materiale di risulta. Non sappiamo neanche chi abbia praticato il foro nel sottotetto in maniera precisa per fare uscire i miasmi del suo corpo rimasto lì dentro per 17 anni mentre in quella Chiesa si continuava a dire Messa. Potrebbero averla riaperta, pochi giorni fa, per distogliere l’attenzione dal caso in questo momento in cui l’attenzione mediatica è altissima in occasione del 30ennale, ma è un’ipotesi. Restano delle responsabilità mai accertate. Danilo Restivo era un ragazzo disturbato, non può aver fatto tutto da solo, faccio fatica a immaginarlo muratore o carpentiere, certe cose sono ancora da chiarire, restano delle verità non raccontate. La comunità cattolica farebbe bene a farsi un esame di coscienza soprattutto perché per anni hanno negato l’accesso per le perquisizioni tant’è che quando ci fu il processo a Restivo dovettero costituirsi parte civile perché il giudice disse che “La Chiesa non era stata diligente nella gestione degli spazi”, anche questa è una verità giudiziaria. Per anni hanno colpevolizzato una ragazza e la sua famiglia dicendo che si era allontanata, non solo nella comunità ma anche gli inquirenti. L’ex capo della mobile Luisa Fasano, intercettata, aveva detto “Da quella famiglia scapperei anche io”. Questa cosa è agli atti. Il mio compito era restituire dignità a Elisa Claps, lo dovevo a sua madre, ai suoi fratelli e alla sua comunità”. Elisa era una ragazza profonda, altruista, lo fosse stata di meno sarebbe ancora viva. Fosse stata meno empatica e sensibile non avrebbe ceduto all’ennesima richiesta di incontro di questo ragazzo bullizzato ed emarginato che non a caso scelse di vedere in Chiesa. Lei in quel posto si sentiva al sicuro, era certa che lì niente di brutto le sarebbe potuto accadere”.
Il libro, pubblicato dalla casa editrice Edigrafema, verrà presentato oggi a Potenza in occasione del trentennale. Di seguito, ecco un estratto in anteprima esclusiva.
La fede
18 settembre 1992
Dio, adesso che ho nuovamente beccato una delusione,
non lasciarmi, resta con me. La strada è lunga e io ho
bisogno di percorrerla con Te per non perdermi nell’oscu-
rità delle tenebre. Già, è accaduto ciò e per allontanarmi
dal male Tu solo sai quanto ho lottato e io so quanto hai
lottato Tu, ma le nostre forze non erano unite perché io
Ti avevo allontanato Dio e Tu non eri dentro di me. Io ero
sola dopo averTi scacciato. Adesso, invece, è tutto diver-
so: la mia strada è illuminata e se dovesse esserci qualche
lampione spento per la via, Tu che mi sei innanzi, lo so,
l’accenderesti con il Tuo amore e io potrei continuare a
proseguire il mio cammino verso di Te; sì, perché adesso
siamo in due, siamo io e te, siamo amici e nessuno po-
trebbe separarci!! Con la speranza di continuare a crescere
nelle Tua fede, Ti abbraccio. Tua figlia Elisa
20 aprile 1992, Pasquetta
Pensavo… pensavo a quanto sia stata fortunata ad avere il
piacere di condividere gioie e dolori con questo stupendo
mondo; pensavo quanto sia fantastica la mia famiglia,
quanto siano magnifici i miei amici; quanto sia bello
vivere… Eppure… mi chiedo come potrò ricambiare tutto
ciò al mio buon Padre dato che qualunque cosa io possa
fare, ora e in futuro, non potrà certo riscattare tutto ciò!
Dio che divertimento oggi!! Ne trascorrerei altre 10.000
di giornate come questa! come sono felice!! Già, sono
troppo felice e vorrei rendere felici anche gli altri, com-
preso Giulio, ma a volte la mia sincerità può ferire. Ieri
sera avremmo dovuto vederci, mi aspettava alle 20 vicino
alle cabine telefoniche ma io sono arrivata con Giovanna,
Francesco e Carmen. Giulio si è offeso al massimo e se n’è
andato augurandomi addirittura “buona Pasquetta” con
i miei amici. Forse non ci parleremo più e, nonostante
mi dispiaccia, sono incredibilmente fiera della mia scel-
ta!! Non sopporto la gelosia di nessuno e ancor di più la
possessività! Almeno fino a 30 anni vorrò essere libera e
indipendente, il che equivale a non avere alcun ragazzo!!
Beh, ora devo andare, Gesù ti ringrazio nuovamente di
tutto: x la mia famiglia; x Giovanna e Carmen e gli altri,
insomma, per la mia vita!!
Notte, notte. Elisa