“La Società si riserva di valutare i prossimi passaggi procedurali“. Questo è il passaggio più importante del comunicato diffuso dalla Juventus dopo la notizia della positività di Paul Pogba al controllo antidoping effettuato lo scorso 20 agosto a Udine. Il centrocampista è già stato sospeso in via cautelare dal Tribunale antidoping e quindi, in base all’accordo collettivo firmato da Figc, Lega e associazioni calciatori, il club potrebbe già decidere di sospendere il suo contratto. Ovvero risparmiarsi un ingaggio pesante, da 8 milioni di euro più 2 di bonus netti all’anno (fino al 2026). Quasi certamente, però, la Juventus aspetterà quanto meno l’esito delle controanalisi e una eventuale conferma della positività prima di prendere una decisione in merito. Da quel momento, per il futuro di Pogba si apriranno diversi scenari.
Nella prospettiva peggiore il francese rischia una squalifica di 4 anni in base al Codice Sportivo Antidoping di Nado Italia. Ma c’è anche l’ultimo precedente che risale allo scorso anno e riguarda il calciatore dell’Atalanta José Luis Palomino, trovato positivo al Clostebol Metabolita, uno steroide anabolizzante derivante dal testosterone, sospeso per 4 mesi e successivamente assolto per ‘contaminazione accidentale‘. Se le controanalisi confermeranno la positività ai metaboliti del testosterone, Pogba potrà optare per il patteggiamento o verosimilmente andare a processo davanti al Tribunale antidoping.
Pogba e la Juventus a quel punto dovranno stabilire una linea difensiva, comune o parallela. Anche se il club ha già fatto trapelare la convinzione di non aver mai somministrato al calciatore francese farmaci o altre sostanze vietate. Insomma, la Juve si è tirata fuori e ora seguirà passo passo la vicenda. Pogba punterà probabilmente sulla “contaminazione accidentale”, quella che ha portato all’assoluzione di Palomino. In base al codice sportivo, però, rischia 2 anni di squalifica che appunto potrebbe persino diventare 4 nel caso di “accertata intenzionalità”. Quest’ultimo è uno scenario improbabile. Tutti le altre invece sono ipotesi plausibili, compresa quella di una squalifica ridotta: fu il caso di Joao Pedro nel 2018, fermato per 6 mesi dopo la positività. All’epoca i giudici credettero alla sua versione: un integratore contaminato prescritto in Brasile.
In caso di condanna definitiva, la Juventus avrà la possibilità di risolvere il contratto che lega Pogba ai bianconeri fino al 2026. Liberandosi di un ingaggio pesante per un calciatore che finora è rimasto praticamente sempre fermo da quando è tornato a Torino. Anche in questi giorni, infatti, filtravano notizie su un interesse da parte dei sauditi dell’Al Hittihad. Quest’estate, sempre dall’Arabia Saudita, la Juve avrebbe ricevuto un’offerta da 30 milioni di euro per il cartellino di Pogba. Non è un mistero che la società avrebbe accettato volentieri. Il francese però era convinto di volersi risollevare con la maglia bianconera, dopo tante stagioni sfortunate.