“I corpi giacciono ovunque: nel mare, nelle valli, sotto gli edifici”. Le parole del ministro dell’Aviazione civile libica, Hichem Chkiouat, all’indomani della sua visita a Derna raccontano la tragica situazione nella città della Libia nordorientale maggiormente colpita dall’uragano Daniel. Le autorità locali hanno aggiornato a 5300 il conto dei cadaveri rinvenuti nella sola Derna, ma il direttore del Centro medico Al-Bayada, Abdul Rahim Mazi, citato dal Guardian, stima che i morti potrebbero superare i 20.000. Sale a 1300 persone il numero dei corpi già sepolti in fosse comuni mentre il governo della Cirenaica fatica a identificare i cadaveri restituiti dal mare. L’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) parla di 60mila sfollati, di cui 30mila provenienti dalla città costiera inondata dopo il cedimento delle due dighe. Il Nord-Est della Libia ospitava già più di 46mila sfollati interni a causa del conflitto nel Paese.

Continua la ricerca dei sopravvissuti dopo che la Croce Rossa internazionale ha stimato che il numero dei dispersi possa superare le 10mila persone. “Ci sono corpi in molti luoghi e famiglie bloccate nelle loro case”, ha commentato a proposito il ministro per la sanità, Othman abdel Jalil. Ma il fango rossastro e i rottami delle auto trascinate dai torrenti durante la tempesta rendono difficoltose le operazioni di soccorso. “Le strade sono state danneggiate, le telecomunicazioni a Derna non funzionano, gli ospedali sono in difficoltà, anche i nostri partner locali sono stati colpiti: è una situazione disastrosa”, ha raccontato la portavoce dell’Unhcr, Rula Amin, ad Al Jazeera. Anche per questo molti aiuti stanno pervenendo via mare, come la nave carica di materiali sanitari già arrivata da Tripoli.

Sul fronte internazionale, pronto l’intervento della Turchia, che ha inviato tre aerei carichi di aiuti e personale. L’Algeria ha predisposto un ponte aereo di otto velivoli militari per consegnare beni di prima necessità. Disponibile per fornire “necessaria assistenza” alla Libia anche la Russia di Vladimir Putin. Dall’Italia è atterrata la squadra di soccorso annunciata dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Secondo quanto specificato dal ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, la squadra “è composta dal personale del dipartimento della Protezione civile, del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, del Comando operativo di vertice interforze e del ministero degli Affari esteri”. Nel pomeriggio di mercoledì 13 settembre è partito da Pisa il primo dei due C-130 dell’aeronautica militare che trasporteranno il personale dei vigili del Fuoco insieme a una squadra di esperti di rischio acquatico con relative attrezzature di supporto. Tra gli aiuti in arrivo ci saranno anche elicotteri per attività di ricerca e soccorso, mezzi movimento terra, 100 tende da campo e 1000 brandine con sacco a pelo.

Nelle scorse ore il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha espresso “profonda tristezza e sincera partecipazione al dolore dell’amico popolo libico”. Papa Francesco ha invece chiesto “una mano amica” alle organizzazioni internazionali per intervenire in aiuto della Libia. Anche il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, parlando di “immagini strazianti” nel commentare il disastro di Derna, ha garantito il supporto dell’Unione.

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